Amiamo e seguiamo il Pastore e non i lupi… – Mt 10, 16-23

Mt 10, 16-23 Siate semplici e prudenti

Mt 10, 16-23 – Vi mando come pecore in mezzo ai lupi

Da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca  10.07.1998

CHE COSA FARE

PER ESSERE LE PECORE DI GESU’

(Mt 10, 16-22)

 

“Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi” (Mt 10, 16)

Mi fermerò su due frasi che Gesù oggi dice a noi, perché siamo i suoi discepoli:

“Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10, 16).

“Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato” (Mt 10, 22).

  1. Essere prudenti come i serpenti e semplici come le colombe

Voi state nel mondo, ricordatevi che siete pecore e non lupi. Starete in mezzo ai lupi, ma mai dovete fare i lupi, perché Gesù vi manda come pecore. Siete pecore e fate le pecore.

Le pecore sono gli animali “più scemi” che esistono sulla faccia della terra, me lo ha detto un pastore. Sono proprio sceme: si fanno travolgere dalle macchine, dove vai tu vengono loro, pensano solo a mangiare e a fare il latte.

A voi verrà la tentazione, molte volte, di fare i lupi per far vedere che non siete sceme, però non fate i lupi, perché siete state mandate come pecore.

Gesù aggiunge che da pecore, da anime docili che seguono il vangelo e i dieci comandamenti, dovete avere due virtù, in modo particolare voi che state nel mondo: la prudenza e la semplicità.

Prudenza significa che quando vi trovate dinanzi al bene fatelo, quando vi trovate dinanzi al male evitatelo. Se siete in dubbio se è bene o se è male, la prudenza vuole che prima vi dovete accertare che sia bene per farlo o che sia male per evitarlo. Altrimenti, dice Gesù, i lupi vi sbraneranno, perché gli uomini che vi stanno attorno si servono dell’inganno e vi fanno vedere il male come bene e il bene come male.

Dovete essere prudenti, non dovete ascoltare loro, e dovete essere semplici, cioè Dio così ha detto e io lo faccio; oppure Dio non l’ha detto e io non lo faccio. Sempre dovete dire questo, perché luce ai nostri occhi è la Parola del Signore.

Gli uomini vi presentano come bene il male e vi presentano come male il bene, e vi deridono pure; ma voi abbiate la semplicità delle colombe: dite pane al pane e vino al vino. La propaganda, la pubblicità vi inganna, promettendovi la felicità; ma chi dà la felicità è solo Dio.

Ha detto Osea: “Non chiamerai più dio il lavoro”. Voi chi mettete al primo posto, il lavoro o Dio? Voi dite Dio, ma non è vero. Quante volte anteponete i vostri interessi agli interessi di Dio!

Semplicità significa dire pane al pane e vino al vino. Dio ha detto così e io faccio così. È semplice Dio, non è complicato, non ha l’inganno. L’inganno è dei lupi.

Non fate passi arrischiati perché il rischio non è secondo Dio, non è semplicità, è inganno. Non dite mai:- Questo a me non succederà. Se scegli il rischio, ti può andare bene e ti può andare male. Invece ti deve andare bene, perché segui la legge di Dio.

  1. Essere perseguitati per il nome di Gesù

Gesù poi aggiunge: Se osserverete i comandamenti e il vangelo sarete perseguitati dagli uomini. Sarete perseguitati dal papà, dalla mamma, dal fratello, dalla sorella. I vostri nemici saranno proprio i vostri parenti; ma la persecuzione è il segno esterno che state seguendo la legge di Dio.

Gesù ci dice che se facciamo questo per amore di Dio e nel suo nome, saremo non solo perseguitati, ma odiati da tutti. Ora capite perché alcuni non vi guardano nemmeno in faccia, perché avete detto loro: Ti vuoi consacrare al Signore?

Sarete odiati da tutti a causa del nome di Gesù; però, questo odio, subito per amore di Dio, diventa il segno esterno della sequela di Cristo.

  1. Essere perseveranti

Gesù aggiunge ancora che questa persecuzione potrebbe stancarci, e quindi potremmo darci al mondo, ai lupi, cioè non osservare la legge di Dio.

Gesù ci apre gli occhi, circa questa nostra debolezza, e ci chiede di perseverare, perché chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Questa è stata la storia dei primi cristiani, dinanzi alla persecuzione. Molti hanno resistito per qualche tempo, ma poi si sono stancati e sono passati dall’altra parte. Questa è la storia anche delle anime consacrate. Quando hanno contro la madre, il padre, fratello, sorella, cognati, nipoti, si scandalizzano. Ma Gesù ci ha detto che non dobbiamo scandalizzarci, nemmeno se si mettono contro papà e mamma.

Poiché la virtù costa, il sacrificio costa, la stanchezza porta alla non perseveranza, a lasciare la vita di consacrazione. La maggior parte rimane, ma da una vita eroica o da una vita piena di amore, passa ad una vita mediocre, se non proprio di peccato. Di nome è anima consacrata, ma di fatto la vita è di anima mondana.

Gesù ci dice di stare attenti, perché è una grande tentazione, e di essere perseveranti perché solo ai perseveranti si dà la corona.

Se persevererete sino alla fine vi salverete. Io questo vi auguro. Anche san Francesco ha detto che non basta incominciare, bisogna continuare e finire.

CONCLUSIONE

Non vi spaventate di ciò che vi dico ora, perché dovete aprire gli occhi. I primi anni della vita di consacrazione sono anni di eroismo. Se voi fate l’esame di coscienza vedrete che siete state eroiche, avete dato a Dio veramente tutto. Poi, man mano che gli anni passano, da cento si arriva a ottanta, da ottanta a sessanta, da sessanta a quaranta, a venti, a dieci e infine al niente. Si sta nell’Istituto, si sta nella Congregazione, si continuano a fare i ritiri e gli esercizi spirituali, però a Dio non si dà quello che si deve dare. Si diventa mediocri e uguali ai mondani. Voi state nel mondo e fate le stesse cose dei mondani: non andate a Messa, non fate i ritiri, non leggete gli Esercizi, non leggete la Parola di Dio, andate in pizzeria, vi ritirate a mezzanotte, l’orario non l’osservate più, ve ne andate con le compagnie miste. Io a voi non posso dire che vi togliete la veste, perché siete laiche e quindi non avete un segno distintivo, però la vita cristiana che voi vivevate una volta, non la vivete più. Si passano ore e ore dinanzi alla televisione. Sacrifici e mortificazioni non se ne fanno più, e poi si continua a dire di stare nell’Istituto. Ci si confessa dopo un mese, alla Messa si partecipa saltuariamente, quindi si vive la vita del mondo, perché ci si è stancati di essere perseguitati per il nome di Cristo.

Voi sapete che quando si ama una persona si è disposti a fare qualsiasi sacrificio; quindi è venuto a mancare l’amore, in voi. Poiché l’uomo non può non amare, avendo lasciato il Cristo che richiede sacrificio, amate altre creature che non chiedono sacrificio e, diventate uguali ai lupi in mezzo ai quali il Signore vi aveva mandate con la vostra vocazione, non per diventare lupi, ma per convertire i lupi. E invece di convertire siete state convertite. Bel risultato!