Non abbandonarmi alla tentazione – Mt 8, 23-27

Martina Franca  02.07.1991

 

LA NECESSITA’ DELLA PROVA

NELLA VITA DI UN CRISTIANO

(Mt 8, 23-27)

 

Le parole del Vangelo che mi hanno colpito sono: “Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; e Gesù dormiva” (Mt 8, 24).

 

  1. Le prove sono permesse da Dio

La vita dell’uomo è una vita che più o meno si svolge nella ordinarietà, però, di tanto in tanto, ci sono degli avvenimenti straordinari. Le stesse cose possiamo dire per la vita spirituale dell’uomo. In genere è una vita ordinaria che si vive nella preghiera, nella fede, nella rassegnazione, nella pace, nella pazienza, nella misericordia, nell’amore, nell’ubbidienza, nella castità; però, di tanto in tanto, mentre uno non se l’aspetta, si scatena una tempesta. Non è l’uomo che l’ha provocata, anzi egli non la voleva, ma ecco scatenarsi una tempesta.

La tempesta, o la prova, è permessa da Dio e deve essere intesa come un atto della benignità divina, perché se non c’è la tempesta, l’anima non saprà mai a che punto è arrivata nella via della perfezione.

La tempesta Dio non la vuole, ma la permette, perché l’anima sappia se il suo amore verso Dio e verso il prossimo è vero o è falso; e perché l’anima sappia a che punto sta sulla via della perfezione. Potrebbe darsi che ha vissuto dieci anni, vent’anni, trent’anni di vita cristiana, ma di perfezione non ha niente, in quanto la sua vita cristiana è stata tutta un’apparenza.

 

  1. Le prove vanno accolte come un bene

Dinanzi alle prove san Giacomo dice: “Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove” (Gc 1, 2). Quindi nelle prove rallegratevi, perché venite a sapere a che punto vi trovate nella via della perfezione; perché vi accorgete se avete costruito la vostra santità sulla roccia, che è il Cristo, o sulla sabbia.

Gesù dice: Se avete costruito il vostro edificio spirituale sulla roccia, anche se verrà la tempesta, quindi anche se soffieranno i venti, se cadrà l’acqua, l’edificio essendo stato costruito solidamente sulla roccia, che è il Cristo, non riceverà nessun danno, ma resisterà alla tempesta e tu saprai di aver costruito una santità vera. Se invece hai costruito l’edificio spirituale sulla sabbia, quando verrà la tempesta cadrà e ti accorgerai che ti eri illuso di aver costruito la santità, ma in effetti non l’avevi costruita (cfr. Mt 7, 24-27). Potrai sapere questo, solo se c’è la tempesta.

Ecco il pensiero di Dio riferito dall’arcangelo Raffaele a Tobi: Poiché la tua preghiera, il tuo digiuno, i tuoi atti di carità erano accetti a Dio, fu necessario che la prova , che la tentazione ti provasse (cfr. Tb 12, 12-14). Attraverso la prova Tobi ha avuto la consapevolezza che la sua preghiera, i suoi sacrifici arrivavano a Dio. Egli ha inoltre dimostrato di amare Dio non solo quando le cose andavano bene, ma soprattutto nel togliere i cadaveri degli Israeliti dalle piazze o dalle strade, esponendo la sua vita al carcere, e difatti era andato in carcere parecchie volte.

Dice san Pietro: Perché vi state meravigliando per l’incendio di persecuzioni che si è acceso attorno a voi per provarvi? (Cfr. 1 Pt 4, 12). È necessario che si scateni il fuoco della persecuzione perché così saprete se siete autentici cristiani, discepoli del Cristo o meno. Parecchi cristiani hanno bruciato l’incenso agli dei per non andare in carcere e per non morire martiri, quindi sono tornati nel paganesimo, invece voi non avete accettato il paganesimo, non avete bruciato l’incenso alle divinità, siete stati perseguitati, avete accettato il martirio, avete accettato l’esilio e state dimostrando che avete creduto veramente nel Cristo, Figlio di Dio.

San Pietro porta il paragone del fuoco, ecco perché dice: Si è acceso un fuoco tra voi! Egli dice: Come il fuoco prova l’autenticità dell’oro, così il fuoco della tribolazione prova l’autenticità della vostra fede.

Il santo, il vero cristiano, dovrebbe fare propria questa preghiera del salmista: “Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente” (Sal 25, 2).

Il vero cristiano non deve fuggire la prova, ma la deve chiedere, perché attraverso la prova capirà a che punto si trova. Io veramente sento gioia, quando mi perseguitano, quando non mi capiscono, quando dicono il contrario di ciò che dico io, perché dico a me stesso: Adesso posso sapere che la mia fede è fede o se è apparenza di fede. Se resisto alla prova posso dire che la mia fede è vera fede; ma se non ci fosse stata la tribolazione, avrei potuto dire a me stesso: Ho la fede? No!

La prova è un atto della benignità di Dio, perché con essa il Signore ci vuole dare un conforto, non con le parole, ma con un segno esterno con cui ci fa vedere che siamo schierati con Dio, in quanto non abbiamo ceduto nella tribolazione.

Senza le prove vivremmo senza sapere mai se stiamo o non stiamo con Dio, se abbiamo costruito il nostro edificio spirituale sulla roccia o sulla sabbia.

Tante volte voi mi chiedete:- Padre, che dite di me? Io non dico niente. Ti aspetto alla prova! Se ci sono mormorazioni, borbottamenti, lamentele significa che hai costruito un castello in aria, senza fondamento. Ti accorgi così che hai sbagliato, ringrazi il Signore che te l’ha fatto vedere con la prova e ti impegni a costruire il tuo edificio spirituale su un’altra base.

Portando il paragone del fuoco, san Paolo dice che col fuoco si vede se avete costruito con pietre preziose o con la paglia e il legno, perché il fuoco brucia il legno, mentre lascia integre le pietre preziose (cfr. 1 Cor 3, 13-15).

 

  1. Come si fa ad uscire dalla tempesta?

I mezzi sono due: la preghiera e la fede.

–    La preghiera

è la preghiera che ci salva.

  • La fede

Bisogna credere che Dio è veramente onnipotente e può cambiare il bianco in nero e il nero in bianco.

 

 

CONCLUSIONE

Concludendo possiamo dire che la prova è necessaria, e ringraziate Dio che ve la dà.

Inoltre nella prova dovete far uso della preghiera e della fede.