Dio è esigente, ma dona la Vita – Mt 7, 14

da un corso di Esercizi  Spirituali alle Aspiranti

tenuto da P. Francesco Chimienti O.M. 25.06.1985

 

PER ENTRARE NELL’ISTITUTO

LA PORTA è STRETTA E ANGUSTA LA VIA

(Mt 7, 6. 13-14)

 

 

Le parole che mi hanno colpito questa mattina sono queste: “Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita” (Mt 7, 14).

Questo passo della S. Scrittura si riferisce al Paradiso, ma possiamo riferirlo anche alla Chiesa e all’Istituto.

La scelta l’avete fatta, la scelta dell’Istituto delle Missionarie della Parola di Dio, ma vi devo dire tutta la verità, non vi posso ingannare, perché non vi posso costringere ad accettare la vocazione. La vocazione dovete accettarla liberamente voi, non io. Io posso soltanto presentarvi il prospetto e dirvi che cosa troverete nell’Istituto.

Gesù fa un paragone, parla di porta; quindi l’Istituto è come una stanza dove si entra per una porta stretta. Poi parla di una via per raggiungere una meta. Quindi c’è una strada e una meta lontana e in salita, si trova sulla montagna. È una strada angusta.

 

  1. La porta è stretta

La porta stretta ha questo significato: gli inizi di una vocazione comportano delle rinunce.

Gli inizi di qualsiasi vocazione e della vostra vocazione nell’Istituto delle Missionarie della Parola di Dio comportano delle rinunce. Chi le fa, entra; chi non le fa, non entra. Vi devo dire tutta la verità.

Voi venite con i vostri bagagli e volete entrare in questa stanza; arrivate alla porta e non riuscite ad entrare. La maggior parte delle vostre sorelle che hanno avuto la vocazione ad essere catechiste e a testimoniare questo carisma nella Chiesa con una consacrazione totale, mettendo a disposizione di Dio tutto il proprio tempo, tutta la propria intelligenza, la propria volontà e i propri doni, arrivate alla porta, vedendo che non vi entravano con tutti i bagagli che loro portavano hanno detto: Questa strada non è fatta per me!, e se ne sono andate. Potreste avere anche voi questa tentazione, perché anche voi arrivate con i vostri bagagli. E allora Gesù lo dice prima: la porta dell’Istituto è stretta, dovete rinunciare a qualche bagaglio, o a diversi bagagli.

Dovete fare la prova a rinunciare a un bagaglio. C’entro? No; rinunciamo a due bagagli. C’entro? No; rinunciamo a un terzo bagaglio. C’entro? Ancora no; rinunciamo a un quarto. Dovete fare delle rinunce.

Non esiste conquista di qualsiasi genere, di professione, di affermazione nella vita, senza la rinuncia; non c’è, vi ingannerei, figlie mie carissime. Io conosco sportivi che rinunziano a mangiare questo, a mangiare quest’altro, che sono costretti a ritirarsi a casa a quell’ora! Chi dice: Io non voglio fare queste rinunce, non sei fatta per noi.

Veramente ci sono delle rinunce! C’è da rinunziare ora a questo, ora a quello. Gli ammalati, i poveri, roba buona, buonissima, ma se volete essere Missionarie della Parola di Dio, l’apostolato è catechistico. Si lascia una cosa e si prende l’altra: questa è la vocazione. Venite così come siete, vi prendo così come siete, però dovete fare delle rinunce per entrare.

Sa, a me la mamma non vuole! Ti devi bisticciare con tua madre. Devi rinunciare a un affetto. Io non ho una professione! Datti da fare e avrai una professione, perché c’è Dio a fianco a te che ti risolve tutti i problemi, ma lo sforzo, che è rinuncia, lo dovete fare.

Se dalla sacrestia volete entrare in chiesa e trovate una porta chiusa, se vi fermate davanti alla porta e non volete fare nemmeno lo sforzo di girare la maniglia, potete mai entrare in questa cappella? Io tengo delle figlie che non vogliono fare nemmeno lo sforzo di girare la maniglia! Padre fatelo voi! No, lo faccio per conto mio, lo devi fare tu, tu devi fare lo sforzo di girare la maniglia. Ma è chiusa! Fai la prova ad aprire. Io posso stare a fianco a te e dire: forza, forza, si è aperta! Ma tu devi avere la soddisfazione di essere riuscita.

Ripeto, la vocazione non è una imposizione né da parte dell’uomo, né da parte di Dio, è una accettazione libera, però comporta da parte dell’uomo uno sforzo. Ci riesci? No! Tanto devi insistere fino a quando ci riuscirai. È qui che voi mancate, nello sforzo continuo.

Padre, ho girato la maniglia e la porta non si è aperta! Continua, vedrai che si aprirà, perché Dio ti ha chiamata e se ti ha chiamata ti deve dare i mezzi per realizzare questa vocazione. Chi fa queste rinunce entra; chi non fa queste rinunce non entra. Vi do tre anni di tempo. Non ho fretta, ma le dovete fare voi le rinunzie, perché vi dovete convincere. Le azioni devono partire da convinzioni, non da costrizioni.

Spesso mi dite: Padre, voi che ne dite? Niente. Ma voi volete questo? Sì. E ditemelo. No, non ve lo dico, voi dovete convincervi. L’azione non deve scaturire da costrizione. Le cose che vi dice il Padre devono scaturire dall’intelletto e dalla volontà. L’intelletto muove la volontà a compiere l’azione.

Io ho visto dei miracoli, ma mai vi ho obbligate, non ho detto mai niente a nessuno, compresi rossetti e i pantaloni. Vi ho sempre detto: la Chiesa non permetteva che si potesse entrare in chiesa con i pantaloni, né che si potesse fare la Comunione col rossetto! Chi è anziana lo può dire. Soltanto che, noi l’abbiamo domandato al Vescovo e il Vescovo ha detto: magari venissero in chiesa anche in mutandine!, neanche le mosche stanno più dentro la chiesa. Chiudiamo l’occhio!

Chi portava il rossetto non poteva fare nemmeno la Comunione, perché la Chiesa ha sempre detto che è poco rispettoso per Colui che si deve ricevere. Ma io ho detto mai a voi: toglietevi il rossetto? No. Io ricordo che alcune delle prime andavano sempre col rossetto e con le unghie laccate, ma non ho mai detto niente. Un giorno sono arrivate a fare la rinuncia, ma non gliel’ho detto io; non ve lo dirò.

Padre, io tengo i braccialetti d’oro, li posso portare? Portali. Non ve lo dirò io di toglierli; vi dovete vergognare voi di non essere povere dinanzi agli uomini. Voi vi dovete vergognare, non io! Le incaricate alla formazione vi vorrebbero trasformare in un giorno, no pazienza, piano piano! Dovete arrivare per convinzione, non per costrizione.

Io vedo che siete tutte di buonissima volontà e avete fatto dei progressi. Un po’ di tempo ci vuole, ma avete fatto degli immensi progressi. C’è chi cammina con l’aereo, c’è chi cammina con la bicicletta e c’è chi cammina a piedi, ma il Signore è contento di tutto; perché nella parabola dei talenti dice: Mi accontento pure che tu non fai niente, mi basta che metti i soldi alla banca e mi porti un piccolo interesse. Sono contento lo stesso, darò il paradiso pure a te.

 

  1. La via è angusta

La via, dice Gesù, è angusta. Voi state entrando, avete tre anni di tempo per fare queste rinunce, poi viene la strada da percorrere.

La via angusta significa il vivere nel tempo la propria vocazione. Il perseverare nella propria vocazione comporta tanta sofferenza.

Ve lo devo dire: prima rinunce e adesso sofferenza! Quindi lungo la strada, dopo che vi sarete consacrate che cosa troverete? Ve lo dico prima: sofferenza, sofferenza, sofferenza!

Chi vuole venire dietro di me prenda ogni giorno la sua croce, ha detto Gesù. Non sono sadico, ma vi devo dire la verità. Un cristiano che non modella la sua vita sulla vita del Cristo sofferente o sulla vita della Madonna Addolorata, non è cristiano, non può essere figlio, non può essere seguace, non è come il modello. Se il Cristo è modello, dobbiamo fare come lui. Chi l’accetta questa sofferenza si fa santo, chi non l’accetta non si realizza.

Quindi lungo la strada che cosa troverete? La sofferenza. Adesso andate tanto d’accordo col Padre; arriverà un giorno che avrete la sofferenza del Padre. Adesso andate tanto d’accordo con le sorelle; un giorno avrete la sofferenza delle sorelle. Adesso andate tanto d’accordo col Parroco; avrete la sofferenza del Parroco. Adesso andate tanto d’accordo coi ragazzi; avrete la sofferenza dei ragazzi o dei genitori dei ragazzi che non vi capiranno. Adesso fate con tanta semplicità e soprattutto con tanta gioia il catechismo; arriverà il giorno in cui il catechismo lo farete solo per dovere. Adesso leggete la Parola di Dio e subito la capite e vi entusiasmate; arriverà il giorno in cui la leggerete dieci volte e non capirete niente. È sofferenza. In che cosa consiste la forza dell’uomo? Nella perseveranza. Dice Gesù: ai perseveranti sarà data la corona.

Dite: Nonostante la sofferenza, Signore, ti seguo! Nonostante la sofferenza, io ti amo.

 

CONCLUSIONE

Concludo con i consigli di Gesù:

  1. Entrate per la porta stretta, non per la porta larga, perché dietro quella porta c’è la felicità. L’ha detto Gesù: il regno dei cieli è simile ad un banchetto. Dietro quella porta trovi il Re, il figlio del Re, tutta la gente che mangia cibi abbondanti, vivande succulente, cioè il paradiso! Entrate, dice Gesù, entrate.

 

  1. Incamminatevi per la via angusta

Accettate la sofferenza, perché dice san Paolo, la sofferenza vi dà la gloria immensa del paradiso. Dovete solo aspettare di morire per vedere come stanno le cose, ma per l’Istituto no, lo potete domandare alle incorporate; vi diranno che troverete la felicità, la realizzazione di tutte le aspirazioni personali, tanto da dire: valeva la pena di fare sacrifici per ottenere quello che sto ottenendo.

Chi sta per incominciare il terzo anno, già qualche cosa l’ha incominciata a capire. Quelle del secondo anno devono fare ancora delle rinunce, quelle del primo anno, che volete, con tutti i bagagli sono venute! Abbiate pazienza; avrò anch’io tanta pazienza! Adesso ascoltatemi e basta, poi gli esami di coscienza li farete per conto vostro e incomincerete a dire: questo è un bagaglio inutile, e lo getterete; questo è un bagaglio superfluo, e lo getterete. Sono delle rinunzie, ma vale la pena rinunziare per avere tanta gioia e tanta felicità. È la gioia di Dio, è la gioia del Cristo, posseduto giorno per giorno, attimo per attimo.