Solo Dio sa trasformare il male in grandi beni – Gv 9, 1-41

Gv 9, 1-41 – Il cieco nato

Gv 9, 1-41 – Gesù è la luce del mondo – 3-4-2011

da una omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 21.03.1993

DIO PERMETTE IL MALE PER IL BENE DELL’UOMO

(Gv 9, 1-41)

Leggendo il vangelo di san Giovanni, pur tenendo presente tutto l’episodio, sono stato colpito da queste parole: “Lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio»” (Gv 9, 2-3).

Sono passati duemila anni e ancora i cristiani ragionano così come ragionavano i discepoli e gli apostoli di Gesù. Quando viene un male dicono: Perché il Signore mi ha dato questo male? Che male ho fatto? Perché mi ha castigato? Perché?

Pensiamo sempre a castighi e punizioni, e mai pensiamo a quello che è nella realtà, perché Gesù l’ha detto e la sua parola è vera: è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Il peccato non c’entra.

      I. il male è la cecità spirituale

 

Ci sono due specie di cecità:

  1. La cecità fisica

Chi ha la cecità fisica, non vede: non vede se stesso, quindi non sa come è fatto; non vede gli altri uomini, quindi non sa come sono fatti gli altri uomini; non vede le cose create, per cui non potrà mai glorificare Dio per ciò che ha creato.

  1. La cecità spirituale

Con la cecità spirituale l’uomo non crede, né in Dio né nelle verità che Dio ha rivelato, per cui vede il sole, gli uomini e le cose create, vede se stesso, ma non vede Dio, non crede in Dio.

Mentre i ciechi fisici sono pochi, i ciechi morali sono moltissimi. Gesù opera il miracolo su una cecità fisica, ma intendeva operare il miracolo sulla cecità spirituale. Non era venuto per dare la vista ai ciechi fisicamente, ma era venuto per dare la vista spirituale, per dare la fede a tutti coloro che non l’avevano.

La cecità, fisica o morale che sia, non deriva dal peccato né del cieco né dei suoi genitori. Io, se pecco non perdo la vista fisicamente, né la perdo perché i genitori hanno peccato. Ci sono tante persone che peccano, tutti pecchiamo, ma non tutti diventano ciechi.

La cecità non è avvenuta per scontare un peccato, non deriva dal peccato, né è una punizione. Dio dice la verità e non ci inganna.

La ragione per cui noi non crediamo in Dio è perché non vediamo. Non crediamo che quel male in casa nostra è avvenuto perché Dio fosse glorificato.

Dio tutto vede e dinanzi a lui il presente, il passato e il futuro non hanno tempo.

La persecuzione della prima Chiesa nascente di Gerusalemme apparve agli occhi dei contemporanei un male, mentre noi sappiamo che da questa ci fu la diffusione del vangelo in tutto il mondo. La persecuzione feroce di Paolo sarà per noi, dopo la sua conversione, la manifestazione dell’opera di Dio.

La lapidazione di Stefano ha fecondato in maniera positiva la Chiesa nascente e ha ottenuto la conversione di Paolo e di tanti Ebrei.

Noi uomini consideriamo lì per lì come male un avvenimento triste che ci capita, e parliamo a sproposito perché ci manca la fede.

La vera cecità, la cecità reale, è la cecità spirituale, perché non ci fa capire il piano di Dio su di noi, che cosa Dio vuole da noi. Ci porta a non fare ciò che Dio vuole da noi e a vivere come se Dio non esistesse. Ci porta a non credere che al di là delle realtà terrestri ci sono delle realtà celesti per le quali bisogna vivere.

La vera cecità non è la prima, quella fisica, e sappiamo che non è un male, ma è la seconda, quella morale che è veramente un male. Il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini è la fede e per mezzo della fede noi capiamo il piano di Dio. Invece chi è cieco non lo capisce. Per mezzo della fede facciamo ciò che Dio ci dice, mentre chi non ha la fede non lo fa; viviamo avendo la convinzione non solo che Dio esiste ma che in lui esistiamo, ci muoviamo e siamo, e soprattutto, per mezzo della fede, sappiamo che siamo pellegrini e viandanti su questa terra, in cammino per un’altra patria e un’altra città, che non è quella terrestre, ma quella celeste, e che al di là di questa vita c’è un’altra vita per la quale dobbiamo vivere.

 

     II. Il bene è la fede, è la testimonianza di fede, è la conversione, è la vita di fede

  1. Per avere la fede è necessario l’intervento di Cristo

La fede non dipende da un atto di volontà dell’uomo, ma è un dono di Dio. Il Cristo si serve del fango, del peccato, per fare arrivare l’uomo alla fede. Egli fece del fango e poi disse al cieco: Vatti a lavare. Egli credette, andò a lavarsi e ci vide.

La maggior parte degli uomini sono arrivati a Dio attraverso il peccato: Agostino è arrivato a Dio attraverso il peccato.

Il buon ladrone è arrivato a Dio attraverso il peccato. E così Zaccheo, Francesco d’Assisi, Alfonso Ratisbonne. […]

Per avere la fede è necessario l’intervento del Cristo, ma il Cristo si serve del fango del peccato per far arrivare l’uomo alla fede.

Anche tu sei arrivato alla fede o ad una fede più viva attraverso il peccato?     […]

  1. L’uomo, avuta la fede, si converte, cioè lascia il male e fa il bene

Vi siete veramente convertite? Siete arrivate alla fede?   […]

  1. L’uomo diventa testimone della fede

Se si diventa apostoli, testimoni della fede, significa che ci si è convertiti. La vera conversione fa diventare apostoli. […]

     III. L’uomo vive la vita di fede

[…]    Una fede senza le opere è una fede morta, invece una fede con le opere è una fede viva.

Chi si è convertito, così come ha fatto il cieco nato, vive la vita di fede: accetta Dio così com’è, accetta se stesso così com’è e trasforma la sua vita umana in vita divina.

conclusione

Tu hai manifestato con la tua vita le opere che Dio ha operato in te?

Il male che tu hai fatto ti è servito per avvicinarti sempre di più a Dio, almeno per riconoscenza per il bene ricevuto?

Il tuo grazie lo hai trasformato in opere di fede?

Vivi la vita di fede?

La tua vita di fede si manifesta attraverso queste tre opere principali: preghiera, mortificazione e apostolato?

Di apostolati ce ne sono tanti; voi avete scelto quello catechistico. Sei testimone di questa fede con i tuoi fratelli? O hai paura degli uomini? O hai paura delle minacce e delle persecuzioni degli uomini?

Ti sei veramente e definitivamente convertita?

Vivi la vita di preghiera come testimonianza di fede e come mezzo di conversione per i tuoi fratelli?

Nel silenzio della giornata di oggi darai una risposta.