Eccomi, Signore! – Mc 4, 35-41

Signore non ti importa che noi moriamo (Mc 4, 35-41)

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 

LA CHIAMATA DI DIO ALLA VITA DI CONSACRAZIONE

(Mc 4, 35-40)

“Verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui” (Mc 4, 35-36).

In queste parole io vedo la mia chiamata alla vita religiosa e la vostra chiamata nell’Istituto. Voi farete le vostre riflessioni, ma quelle che vi porto oggi devono essere fatte sul serio durante i tre anni di formazione.

  1. La chiamata avviene nel tempo

“Verso sera”. Quando Gesù è venuto da me, non è venuto nel primo giorno della mia esistenza. Io avevo già vissuto una vita, ciascuna di voi può dire quanti anni. È chiaro che ogni giorno che passa è sempre un giorno che ci avvicina al tramonto. Ora siete molto più vicino all’incontro con Gesù di quando il Signore vi ha create ed eravate nel mondo delle tenebre.

“Verso sera” può indicare la vita, la nostra esistenza, ma può indicare anche la nostra vita spirituale che forse si spegneva. Quando Gesù ha visto che stava per spegnersi è venuto e vi ha chiamate; vi voleva dare un’altra vita.

 

  1. L’iniziativa della chiamata è di Gesù

“Gesù disse ai suoi discepoli”. L’iniziativa è di Dio, è di Gesù. La chiamata è di Gesù. Non ponetevi quelle famose domande:- Perché è venuto da me? Perché ha chiamato me? Quando si ama non ci sono i perché. L’unica risposta che vi posso dare è questa: vi ha chiamate, vi ama; non ci sono dubbi.

Nella vostra vanità femminile, la risposta: perché sono buona, perché sono brava, perché sono più buona e più brava delle altre, la potete aspettare tutta la vita, non arriverà.

“Ti ho chiamato dall’eternità” e quando Gesù chiama non vede, non guarda le doti né di natura, né di sopranatura.

Ripeto: non ponetevi domande. L’unica cosa che dovete sapere, e alla quale dovete fare caso, è questa: Gesù mi ha chiamato.

 

  1. La chiamata è alla comunione con Cristo

“Passiamo all’altra riva”. Con voi c’è Gesù da quando vi ha chiamate, da quando avete risposto di sì. E per tutti i giorni della vostra vita sarà sempre con voi.

Quando Gesù chiama non lascia soli, sta sempre con noi. “Vieni e seguimi”, cioè vieni appresso a me. Non è un cammino che farete da sole, è un cammino che farete con Gesù. È bello sapere questo! È vero che lungo il corso della vita avrete l’impressione che Gesù stia dormendo, che Gesù stia lontano, tutto quello che volete; ma Gesù è con voi, però dice: Passiamo insieme all’altra riva. Lasciamo questa riva.

Lasciare questa riva significa: devi lasciare questa vita di peccato, di freddezza spirituale, di abitudini cattive e devi passare all’altra riva dove c’è la grazia, dove c’è la virtù, dove c’è il bene. Lascia il demonio e vieni con me da Dio. Lascia la creatura vecchia – dirà Paolo – perché devi diventare creatura nuova; lascia la terra che fu, perché io ti darò terra nuova e cieli nuovi, una creazione nuova.

Voi che siete nel mondo e che siete negli Istituti secolari, non pensate che non dovete lasciare papà e mamma come li ho lasciati io! Anche voi lascerete papà e mamma, i fratelli, le sorelle, la vostra proprietà, le vostre cose. Chi mi vuol seguire, dice Gesù, deve lasciare tutto questo e prendere un nuovo papà, una nuova mamma, nuovi fratelli, nuove sorelle, nuove proprietà.

Lasciare e prendere. Come sarà il vostro lasciare e prendere? Sarà materiale come è stato per me? Io ho lasciato veramente il mio paese e sono andato in un altro paese. Ho lasciato Sannicandro e sono andato a Paola. Voi no, non lascerete il paese materialmente, lo lascerete spiritualmente.

Dovete fare una scelta, perché chi amerà suo padre, sua madre, i fratelli, le sorelle più di me non è degno di me, ha detto Gesù. Starete a casa, ma amerete più Gesù che la mamma; starete a casa, ma amerete più le sorelle dell’Istituto che le sorelle di sangue; amerete più la casa dell’Istituto che la casa vostra.

Starete a casa, ripeto, ma ogni volta farete una scelta di amore. Sarà distacco di cuore, non distacco materiale. Però è più dolorosa la vostra scelta della mia, perché io, allontanandomi, ho lasciato, ma non sono stato più tentato di ritornare, perché “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Invece voi, pur restando, dovete amare più Gesù che loro; pur restando vicine, nella scelta dovete scegliere Gesù.

“Passiamo all’altra riva”. Sarò solo? No, con me sarà Gesù. Però ricordatevi che quando lascerete tutte queste grandi realtà umane buone e belle, sarà un lasciare apparente, perché se farete la scelta esclusiva di Gesù, ve le ridarà tutte “centuplicatamente”.

Sono parole vere, le ho viste realizzate nella mia vita. È vero che ho lasciato papà e mamma, ma me li ha ridati. Nessuno dei miei fratelli ha amato papà e mamma come li ho amati io. Mi ha ridato la casa, la proprietà, mi ha ridato gli affetti, ma centuplicati. Non temete!

San Pietro disse:- Signore, a noi che abbiamo lasciato tutto, che cosa darai? Il centuplo, rispose Gesù. Cento volte tanto ti darò sulla terra e poi, ricordati, ti darò la vita eterna, il paradiso nell’altra.

Sono parole vere, vi darà il centuplo, potete senz’altro alzare la testa e continuare a sorridere, perché non perderete niente. Vuole la scelta, il Signore, vuole il distacco, ma dopo che avete fatto la scelta e avete operato il distacco, vi ridarà tutte quelle cose che avete lasciato, in modo centuplicato. Prendetelo in parola; questo è Dio, sono tutte cose vere. Se avete paura, andatevene pure, ma se avete fiducia venite appresso a Gesù che non ha mai ingannato nessuno. Tutto si avvera.

 

  1. I segni della vocazione

  • La gioia di seguire Gesù

Io ricordo ciò che avviene in una casa dove ci sono due sorelle. Stesso padre, stessa madre, ma se la mamma dice a R. che si va in chiesa perché è domenica, R. è felice, mentre la sorella non ci vuole andare. Viceversa, se la madre dice che si va al cinema, R. cerca delle scuse per non andarci perché si annoia, invece sua sorella non vede l’ora di andare.

Questa è la vocazione. Se Gesù lo ami liberamente, hai piacere di amarlo e dopo che l’hai amato sei contenta di averlo amato, e lo vuoi amare di più. È segno di vocazione.

Se invece tutte quelle azioni che riguardano l’amore a Gesù le fai con dispiacere, per forza, senza gradimento, significa che non hai la vocazione. Questo è un segno evidentissimo. Il Signore quando chiama, dice la S. Scrittura, attira con dolci delizie, cioè ti dà la caramella. Tu vai e senti piacere; è come una calamita. Voi non vedete l’ora di stare con Lui, e quando vi dovete allontanare da Lui vi dispiacete.

Quindi, vi attira, vi porta gioia, conforto, serenità; è la realizzazione della vostra vita, l’adempimento di tutti i vostri desideri e sospiri. Questo è il segno della vocazione.

  1. La porta dell’Istituto si è aperta

Dopo la prima domanda: Ma Dio mi ha veramente chiamata?, c’è la seconda: Sono entrata in questo Istituto, ma sarà proprio questo il mio vero posto?

Figlie mie carissime, ascoltatemi: quando il Signore Gesù vi ha chiamate a seguirlo, vi ha portate Lui, niente è avvenuto per caso. Sembra che tutto sia avvenuto a caso, ma non è così.

Chi vi ha chiamate, chi vi ha portate nell’Istituto delle Missionarie della Parola di Dio non sono stato io, né è stata quella sorella che vi ha chiamate, né è stato il parroco. No, è stato Dio che vi ha condotte attraverso delle circostanze umane, attraverso delle cause seconde; vi ha condotte dove Lui vi voleva condurre. Io non mi trovo nei Minimi a caso; io mi trovo qui perché Dio mi ha voluto nei Minimi. Quell’altro si trova nei Gesuiti, perché Dio lo voleva tra i Gesuiti.

Voi dite: Padre, ho indovinato, oppure ho sbagliato ad entrare in questo Istituto?

Se stai qui è perché Lui ti ha portata. Come dice san Paolo, tutto ciò che avviene per i figli di Dio, avviene perché è voluto da Lui. Dio Padre, che ti vuole bene, ti ha chiamata e poi non ha detto: arrangiati! No, no! Ecco la storia di qualcuna di voi: ha bussato a mille porte e non è stata accettata, perché non erano quelli gli Istituti o le Congregazioni in cui doveva entrare e dove doveva diventare santa e grande santa. Lei si affliggeva, si addolorava, perché nessuno la accettava. No, era Dio che le sbarrava la strada, perché non era la sua strada. Quando invece ha conosciuto l’Istituto delle Missionarie della Parola di Dio, tutte le porte si sono aperte, e adesso sta in mezzo a voi. Perché Dio ha chiuso ogni porta? Ha chiuso perché non era quella la strada, perché l’uomo potrebbe sbagliare. Ve lo posso assicurare con tutta la fede e tutta la scienza che ho: se qualcuna di voi avesse sbagliato ad entrare nell’Istituto delle Missionarie della Parola di Dio le avrebbe chiuso la porta. Se non vi chiudeva la porta illuminando me e facendomi dire: Tu non puoi stare qui, vi avrebbe dato una malattia o ogni altro impedimento, come la morte del padre o della madre. Dio sarebbe intervenuto con segni negativi per non farvi entrare nell’Istituto. Se invece non è intervenuto e tu sei entrata, significa che questa è la tua casa. E quando tu sei venuta, le cose che hai visto e che hai fatto nell’Istituto, le hai fatte tutte con piacere, cioè senza ripugnanza? Se sì, vuol dire che questa è casa tua. Se invece le fai con ripugnanza, vuol dire che non lo è. Non ti inganni, perché al di sopra di te c’è Dio che ti è Padre e ti guida.

conclusione

Esaminate queste cose e decidete definitivamente, perché dovete fare l’analisi della vostra vocazione.

Una volta entrati nella barca, gli apostoli, lasciata la folla – quindi lasciato tutto – presero Gesù con loro, così com’era.