Dio salva – Mt 18, 12-14

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M

IL CRISTO VIENE A SALVARE I PECCATORI

(Mt 18, 12-14)

 

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            introduzione

In questo vangelo Gesù parla di piccoli: “Il Padre vostro non vuole che si perda uno solo di questi piccoli” (Mt 18, 14).

Chi sono questi piccoli? Sono i bisognosi, i deboli; dice san Paolo: i deboli nella fede. Quindi bisogna stare sempre vicino, accudirli.

Chi sono? I bambini che hanno bisogno di tutto; sono deboli nella fede.

Chi sono? I peccatori.

Dinanzi a Dio tutti siamo figli. Ci sono, non i figli buoni e cattivi, ma i bisognosi e i non bisognosi, i piccoli e i grandi, quelli che possono fare da sé con poca cura da parte del padre e della mamma e quelli che hanno bisogno dell’assistenza e anche della preoccupazione del padre e della madre.

Questo è il pensiero di Gesù, altrimenti voi penserete solo ai bambini. Piccoli non sono soltanto i bambini, sono tutti i bisognosi, i peccatori.

  1. Dinanzi al problema della salvezza le categorie degli uomini sono solo due

Quali sono? I giusti e i peccatori: i sicuri della salvezza e quelli che si sono smarriti.

Queste sono le categorie, non ce ne sono tre, per cui gli indifferenti, coloro che non sono né caldi né freddi, coloro che non sono contrari, ma nel medesimo tempo non se ne curano di Dio stanno tra gli smarriti, tra i peccatori, non tra i sicuri. Anzi è più pericolosa la situazione degli indifferenti, di coloro che non sono né caldi né freddi, che di coloro che sono peccatori, perché i peccatori dinanzi alla grazia di Dio facilmente si convertono, ma gli indifferenti, coloro che non se ne curano, nemmeno dinanzi alla grazia di Dio si convertono. Dicono: Che cosa ho fatto di male? Che faccio di male? Però non sono le pecore che seguono il Cristo, che lo ascoltano; non sono le pecore che mettono in pratica i consigli del Signore.

Quindi dinanzi al problema della salvezza ci sono e le pecore che stanno al sicuro nell’ovile, oppure quelle che stanno fuori, o perché hanno voltato le spalle e stanno tanto lontano dall’ovile che nessuno le può trovare, oppure girano attorno all’ovile, ma sono sempre fuori dall’ovile: non ascoltano il pastore, non mangiano l’erba, non bevono l’acqua che dà il pastore.

Non ci sono quindi tre categorie di persone, ma solo due. Questo ve lo dico perché dobbiamo aiutare Gesù a salvare le anime.

Peccatori sono anche coloro che sono lontani dal Cristo, ma non sono contrari al Cristo; cioè non bestemmiano, non parlano male, ma non stanno nell’ovile. O giusti o peccatori; non c’è la terza categoria di persone. Lo dice lui: “Poiché non sei né caldo né freddo, io ho incominciato a vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3, 15). Dice il Signore: magari fossi caldo, magari fossi freddo, fossi peccatore, perché sarebbe facile convertirti. I peccatori facilmente si convertono, mentre chi non è né caldo né freddo, cioè gli indifferenti, difficilmente si convertono.

  1. L’atteggiamento di Gesù dinanzi a coloro che non stanno nell’ovile

I giusti, coloro che lo seguono, li lascia al sicuro nell’ovile: dà il pastore, dà l’erba, dà l’acqua. Siamo quindi al sicuro nella Chiesa, non è vero che ci trascura.

Sembra che sia meglio fare il peccatore… In fretta va a prendere quella smarrita e la porta tra le novantanove; ma le novantanove là stavano e là rimangono.

Ve lo voglio dire perché non dovete dire: Padre, a noi il Signore non ci tratta. No, quella sta senza erba e noi ce l’abbiamo, quella senza acqua e noi ce l’abbiamo, quella sta tra le spine e noi non stiamo tra le spine; noi abbiamo il pastore, abbiamo tutto. Stiamo al sicuro nella Chiesa: abbiamo la Messa, abbiamo la confessione, abbiamo i sacerdoti, abbiamo la S. Scrittura, abbiamo la spiegazione del vangelo, abbiamo tutto.

  1. L’atteggiamento di Gesù verso gli smarriti

Il Signore che cosa fa verso gli smarriti? Li cerca.

Non capiremo mai il Signore; non capiremo mai che significa l’amore di Dio Padre. Gira per il mondo continuamente in cerca della pecora perduta: cerca i peccatori.

Non dovete credere, come avete potuto pensare, leggendo la parabola del figliuol prodigo, che il padre sta a casa e aspetta il figlio che arrivi! Con quella parabola Gesù voleva dire la gioia del Padre per il ritorno del figlio, non dice però l’affanno e la preoccupazione di Dio nel cercare quest’uomo che si è perduto, che si è smarrito, che è peccatore, che è lontano da lui, che non mangia, che non beve, che è stato creato da lui per un atto di amore, ma che potrebbe perdersi per un atto di poca preoccupazione da parte di Dio.

Invece Dio continuamente lo cerca. Dice san Giovanni: è l’eterno pellegrino. Ha lasciato il cielo e gira per le vie del mondo, bussando alla porta di tutti gli uomini. E in modo particolare bussa alla porta del peccatore, perché vuole entrare nella casa dei peccatori e vuole mangiare con loro, cioè li vuole salvare, vuole dare loro da mangiare, da bere, li vuole salvare. Alla porta dei giusti non c’è bisogno di bussare per entrare, perché c’è già. Entra ed esce dalla nostra anima, come vuole; può fare quello che vuole e quando vuole; Dio è l’eterno pellegrino.

Beati coloro che aprono la porta a Dio, a questo pellegrino. Mentre al pellegrino noi possiamo domandare: che vuoi? E lui ci risponderà: alloggio; il pellegrino Cristo che gira per le vie del mondo e bussa al nostro cuore perché gli apriamo, ci risponderà: voglio il tuo amore. È il pellegrino dell’amore, cerca l’amore, vuole essere corrisposto nell’amore, perché sa che l’uomo senza l’amore è un disperato.

Gesù cerca gli smarriti e quando li trova che cosa fa? Li salva. Quando il peccatore si arrende al suo amore, il Cristo si rallegra, è felice.

La parabola del figliuol prodigo racconta la felicità degli angeli e dei santi in cielo per il ritorno del peccatore pentito; racconta la felicità di Dio Padre, di Dio Figlio e di Dio Spirito Santo quando un peccatore si converte. La parabola invece della pecorella smarrita e del buon pastore ci indica questo affanno, questa ricerca del Cristo per il peccatore. Pensate, ha lasciato il paradiso, si è messo in croce, continua a stare nello stato di vittima nell’Eucaristia per salvare i peccatori, per mettersi a disposizione dei peccatori, per stare in ogni attimo della vita nella possibilità di salvare.

Questo è l’atteggiamento di Gesù: lascia, cerca, si rallegra e poi, prima di ritornare al Padre il giorno dell’Ascensione, ci ha lasciato un ricordo: Il Padre non vuole che neanche uno di questi piccoli, di questi bisognosi, di questi deboli nella fede, di questi peccatori si perda.

Questa frase deve spingere i giusti, cioè quelle anime che stanno nell’ovile, che mangiano e bevono e stanno al sicuro, a pregare per coloro che sono lontani dall’ovile. Ecco la consegna che io vi faccio: poiché Gesù viene a salvare i peccatori, aiutiamolo a salvare le anime che non stanno più nell’ovile. Dite loro quello che ha detto la Madonna, quello che ha detto san Giovanni Battista, quello che hanno detto gli apostoli, quello che dice la Chiesa: “Convertitevi e credete al vangelo”.

Pregate, fate penitenza, non affinché il Signore si commuova, perché è già commosso, ma perché dia di più di quello che dà, in modo che l’uomo dinanzi alla luce di Dio si arrenda, alzi le mani.

Vi dico che le confessioni dei peccatori sono convinte. Io ho avuto la gioia di poter avvicinare questi uomini. Non è la conversione di quelli che vanno e vengono, ma di quelli proprio lontani da Dio, come Alfonso Ratisbonne, che un giorno fu preso da Dio e portato dinanzi ai piedi del suo rappresentante per confessarsi.

Chissà quale anima ha pregato, chissà quale anima ha offerto la sua sofferenza, chissà quale anima ha fatto tanta penitenza per questi smarriti, per questi piccoli che erano tanto lontani, ma hanno sentito il grido di Cristo.

 

 

CONCLUSIONE

 

Aiutiamo Gesù a salvare le anime. Per questo motivo è venuto sulla terra, per questo motivo verrà a Natale, per questo motivo sta nell’Eucaristia, e per questo motivo sta alla destra del Padre a supplicarlo continuamente perché i peccatori si convertano e si salvino. Lo fa perché l’anima che si converte e si salva porta a Lui una immensa gioia.

Ricordate le parole che Gesù ci ha consegnato: “Il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli”.

Teniamole presenti queste parole durante tutta la nostra esistenza, e aiutiamolo a salvarli.