Possiedi il Regno di Dio, possiedi Cristo? – Lc 17, 20-21

Lc 17, 20 – I segni del regno di Dio

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M

COME IL CRISTIANO

REALIZZA LA SUA SALVEZZA

(Lc 17, 20-21)

 

  1. Il regno di Dio ha un inizio

Oggi Gesù dice: “Il regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17, 21).

Sappiate che il regno di Dio è il regno della salvezza, l’opera della salvezza eterna di ciascuno di noi. Chi opera la salvezza nelle nostre anime è Gesù. Ecco perché lui dice che il regno di Dio è già in mezzo a noi. Ma cosa è questo regno di Dio?

Il regno di Dio ha un inizio, uno sviluppo e una conclusione. Quindi ci sono tre fasi nel regno di Dio: la fase iniziale, la fase di sviluppo e la fase di conclusione.

La fase d’inizio del regno di Dio, l’ha detto Gesù, è “convertitevi e credete al vangelo”.

Chi entra nel regno di Dio? Chi cambia mentalità, chi cambia vita: lascia la vita del peccato ed entra nella vita della grazia, crede alla parola che Dio dice e quindi orienta tutta la sua vita secondo questa concezione, la concezione del Cristo, la concezione cristiana, la concezione del vangelo.

  1. Il regno di Dio ha uno sviluppo

 San Pietro diceva: Credete al vangelo, convertitevi e fatevi battezzare.

Così si entra nel regno di Dio. Prima di tutto, ripeto, cambiando vita; secondo: credendo al vangelo. La conclusione di questi due atti avviene attraverso il battesimo.

Battezzandosi si muore al peccato e alla vita del demonio e incomincia una nuova vita, la vita della grazia, la vita della fede. Ora io dico a voi: siete entrati nel regno di Dio? Voi dite: Padre, siamo stati battezzati. No, non basta il battesimo. Per entrare nel regno di Dio bisogna vivere il significato del battesimo, cioè rinunciare a satana, al peccato, al demonio. Se nella tua vita di oggi stai nel peccato, non sei nemmeno entrato nel regno di Dio; se invece stai nella grazia significa che sei entrato nel regno di Dio; quindi è un battesimo vivo. Invece se c’è il peccato nell’anima è un battesimo morto, cioè una volta sono entrato, ma mi sono fatto cacciare fuori dal regno di Dio.

Poi c’è uno sviluppo del regno di Dio, cioè bisogna vivere secondo Dio, vivere secondo il vangelo. Leggere ogni giorno la S. Scrittura, la Bibbia o se volete il Vangelo. Quelle parole che Gesù ha detto le dobbiamo mettere in pratica, viverle. Così si cresce nella fede. Non basta nascere. Se io fossi nato e fossi rimasto a un giorno della mia vita sarei sempre un bambino piccolino, che non capisce niente e che non si sviluppa, invece il vero uomo è colui che nasce e soprattutto colui che cresce nelle sue facoltà di intelligenza, di volontà e di operosità.

Tu sei cresciuto nella fede o sei rimasto ancora all’Ave Maria imparata sulle ginocchia della mamma? Se sei rimasto all’Ave Maria imparata sulle ginocchia della mamma sei un bambino, non sei cresciuto nel regno di Dio. Purtroppo ci sono alcuni cristiani, e spero che non siate voi, che non crescono nella fede, perché non vengono a messa la domenica, non dicono il rosario, la mattina si dimenticano di dire le preghiere, a mezzogiorno prima di mettersi a mangiare non si fanno il segno della croce né dicono il Padre nostro.

E voi crescete nella fede? Siete entrati nel regno di Dio? State vivendo nel regno di Dio?

 

  1. Il regno di Dio ha una conclusione

La conclusione del regno è il possesso del Paradiso.

Io nasco, cresco e muoio, ma l’anima mia non muore; conclude sfociando in un’altra vita, la vita della grazia, dell’aldilà, che noi chiamiamo Paradiso, e che consiste nel possesso di Dio.

Si nasce, si cresce nella fede e si conclude col possesso di Dio. Ma se si nasce nella fede e non si cresce nella fede, si rinunzia alla fede e si vive nel peccato, che è la rinunzia del regno di Dio.

Purtroppo la terza fase sarà una cosa che desideriamo, ma che non realizzeremo nella nostra vita.

Io non l’auguro a nessuno. Auguro il paradiso, ma in paradiso non ci va nessuno direttamente, non ci vanno nemmeno i santi. È rarissimo che un santo appena muore vada direttamente in paradiso. Immaginate se vi posso andare io che ho commesso tanti peccati. Auguro a tutti almeno il purgatorio, perché dopo il purgatorio si va in paradiso.

La ragione per cui io sto celebrando questa Messa, e voi state partecipando, è appunto questa: dare il suffragio, l’aiuto a quest’anima, affinché tramite la misericordia divina vada al più presto in paradiso.

 

conclusione

A voi che mi ascoltate, che siete i parenti, e agli altri che sono i fedeli che mi ascoltano molto spesso, dico questo: aiutateli, aiutateli!

Nella S. Messa della domenica mettete l’intenzione per i defunti, perché nessuno li può aiutare; li possono aiutare soltanto le anime che stanno sulla terra. Gli Angeli e i Santi che stanno in paradiso non possono aiutare le anime che stanno in purgatorio, né loro stessi possono aiutarsi perché devono scontare, né quelli che stanno all’inferno possono aiutarli. Possiamo aiutarli soltanto noi che stiamo sulla terra. Quindi partecipate alla messa. Confessatevi, fate la comunione in grazia di Dio, perché i sacrilegi non sono suffragi, dite rosari, dite preghiere per le anime del purgatorio: queste sono le cose che valgono. Io mi congratulo con voi che avete fatto celebrare la S. Messa, e vi dico: non dimenticatelo.

Sappiate che quando noi morremo avremo bisogno di questi suffragi. Ciò che date riceverete.