Guariscici, Signore! – Lc 13, 10-17

Lc 13, 10-17 – Questa figlia di Abramo non doveva essere liberata da Satana?

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 16 settembre 2011

UN VIZIO DA ELIMINARE: L’IPOCRISIA

Papa Francesco: “l’ipocrisia è un virus nell’ombra, la preghiera lo vince”

 

Gesù denuncia  l’ipocrisia

L’ipocrisia fa vedere di essere quello che non si è.

La prima definizione che Gesù ha fatto degli ipocriti è questa: “rassomigliate a dei sepolcri imbiancati”.

Il sepolcro imbiancato all’esterno è bello. Ultimamente sono stato al cimitero di Sannicandro a venerare il corpo dei miei genitori, dei miei fratelli e dei miei parenti. Di fuori sono belli! L’ipocrita di fuori è bello, soprattutto quando parla, come sono io. Dico delle cose belle, me lo dite voi, quindi significa che è vero, non mi dite bugie, ma di dentro? Il problema è di dentro, “pieni di ossa di morti”, quindi significa morte assoluta, peccato mortale; e questo lo sapete soltanto Dio e voi, non offendetevi. Se vi dico che tra i consacrati ci sono tutti i peccati possibili e immaginabili, vi potete voi escludere che siete consacrate e vivete nel mondo? No. Non vi potevo escludere. Pensate! Una cosa che secondo me era impossibile: lo scandalo di nazioni intere di religiosi pedofili! E la pedofilia non è un peccato da niente. Sì, sapevo che i sacerdoti scappavano con le signore e le signorine, ma la pedofilia non la pensavo proprio, come l’omosessualità maschile e femminile. “Ossa di morti”,
siete ipocriti, di dentro c’è ogni putridume, sono parole di Gesù.

Un giorno un’anima consacrata parlando con me, diceva: Padre, io faccio passare due mesi, tre mesi, perché non ho mai niente da confessare. Beata te! Io lavavo prima la mia stanza ogni settimana, ero giovane, fino a pochi anni fa 1’ho fatto, ed era sporca, adesso me la lavano ogni quindici giorni ed è pulita? Io guardo il tavolino, è pieno di polvere, c’è carta inutile, tante cose per terra, c’è sporcizia. Gesù dice: “marciume” e “ogni marciume”. Quindi nessuna meraviglia, ve lo dico perché non vi dovete meravigliare, quando dall’oggi al domani venite a sapere che quel sacerdote tradisce il suo sacerdozio.

Nessuna meraviglia, pensa all’anima tua.

Dice Gesù: “apparite giusti” finalmente una bella parola, ma poi aggiunge “davanti alla gente” e lo siete, siete sante! Quando sento i miei parrocchiani dire: Padre, voi siete santo!, io dico: l’avete trovato! Gesù dice: Tu appari giusto davanti all’uomo, ma io ti dico, perché conosco la tua anima, che dentro sei pieno di ipocrisia.

Siete falsi, dice Gesù, apparite quello che non siete, siete pieni di putridume.

Voi mi direte: Padre, io ho l’ipocrisia? E io vi risponderò: Certamente. Mi potete fare causa, mi potete portare dinanzi a un tribunale, perché di fuori, dinanzi agli uomini siete giuste, siete sante, tutti parlano di voi, il vostro apostolato è arrivato alle stelle, ma dentro siete piene di ipocrisia e di iniquità. È chiaro che nell’esame di coscienza dovete vedere qual è la vostra ipocrisia e qual è la vostra iniquità.

E non scherzo, perché la mia esperienza personale è che non facciamo nemmeno l’esame di coscienza, perché siamo santi. Non lo facciamo perché diciamo: io sono santo e allora non mi confesso perché sono santo; di fuori o di dentro? Noi diciamo: di dentro e di fuori; ma Gesù dice: voi siete santi solo di fuori, ma dentro siete ipocriti, falsi e pieni di iniquità.

II. QUANDO SI PUÒ ESSERE IPOCRITI?

Ho considerato tre stati di ipocrisia, poi voi mi direte se ho azzeccato, o non ho azzeccato. Secondo me, secondo il mio esame di coscienza, non ho letto nessun libro, si può essere ipocriti: con la Comunione, con l’Apostolato o la Predicazione, con la Consacrazione.

L’ipocrisia è un peccato che si commette con le azioni; anche con le parole, ma soprattutto con le azioni.

1. Con la Comunione

Uno che fa la comunione o io che celebro la Messa e sta in peccato mortale, all’esterno appare un santo, mentre dentro? Dovete chiedervi: mi è capitato? Sì.

Mi capita? Sì. Mi capiterà? Sì. Sono un’ipocrita. Ma Gesù se ne accorge? Sì, che se ne accorge. E Gesù lo sa? Sì. Quando mi ordinai sacerdote nel 1950, su 500 persone, la comunione la facevano 5 o 6 persone. Adesso su 100 persone, la comunione la fanno 120 persone. E chi si confessa?

Qualcuno sì, ora i miei fedeli si sono abituati a confessarsi ogni 15 giorni. Finalmente si sono convinti che anche loro sono peccatori, ma la maggior parte non si confessa. L’ipocrisia nella comunione è all’ordine del giorno. Quanti consacrati fanno la comunione, ma stanno in una condizione disastrosa. Io ho confessato anime consacrate nell’ultimo periodo della loro esistenza, meno male che il Signore le ha salvate, ma sono rimasto atterrito quando mi hanno detto: Tutte le mie confessioni, tutte le mie comunioni sono state tutte sacrileghe, tutte, perché…, perché…, perché…

Io ho una paura immensa anche per voi, non dovete credere, per me e per voi, per questa storia dell’odio, l’odio in famiglia, io non dico l’odio tra di voi, perché vedo che siete caritatevoli fra di voi, ma un po’ di polvere c’è anche fra di voi. Ma Gesù ha detto: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori», e caso mai non avessimo capito la preghiera del Padre Nostro ha aggiunto: «Così farà il Padre vostro che è nei cieli, se non perdonerete di cuore ai vostri fratelli». E nelle vostre famiglie l’odio c’è, e partecipate anche voi. Risponderete di questo perché non pensate che siete consacrate e quelle parole del Vangelo per voi non sono valide; sono per gli altri ma non per noi, a noi è permesso tenere l’odio, il rancore, non salutare, salutare, parlare non parlare. Si
tratta di odio, odio, odio! Mentre il nostro atteggiamento dovrebbe essere quello di Gesù sulla croce, e le parole che dovrebbero uscire dalla nostra bocca dovrebbero essere quelle di Gesù: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Ha detto pure il perché: “Non sanno quello che fanno” . Non vi voglio scandalizzare, se vi ho scandalizzato vi chiedo perdono, ma vi ho detto poco. Adesso posso dire che il mio Padre Maestro aveva ragione quando al noviziato ci disse: «Ricordatevi che l’Ordine religioso è un letamaio! – Aveva ragione! – Però se getti una radice di giglio sana, il giglio da quel letame prenderà tutta l’energia necessaria per svilupparsi nel migliore dei modi; ma se ci getti una radice guasta, diventerà letame col letame! Voi a quale categoria di persone
appartenete, o volete appartenere? ai gigli sani o ai gigli guasti? Ma la stessa cosa devo dire a voi: che razza di gigli siete? Gigli letame gettati nel letame per corrompersi o siete gigli sani?

2. Con l’Apostolato

Si può essere ipocriti con l’Apostolato. Fate vedere che conquistate, lavorate, andate e venite, ma non pregate mai, non pregate mai, non pregate mai! Di fuori siete apostoli, ma di dentro? Ipocriti!

Che cosa comunicate? Riempitevi di Dio e date Dio, come faceva san Francesco di Paola! Questo è l’apostolato: salvare le anime. Ma un morto non può dare la vita ad un altro morto: Ipocriti!

3. Con la Consacrazione

Figlie mie, mettiamoci tutti quanti in ginocchio, tutti, non escludo nessuno, e nemmeno il Padre dovete escludere: siamo dei buffoni! Ci siamo sposati col Cristo, gli abbiamo detto: Tu sei il mio Sposo, ma ci comportiamo da spose? Il primo requisito della sposa verso lo Sposo è la fedeltà, è l’amore, è la sottomissione, l’ubbidienza.

La mattina mi consacro e la sera lo tradisco, mentre Lui ha detto: mi devi amare con tutto il cuore.

Non si accontenta di qualcosa: questo sì e questo no. Che razza di consacrata sei? Hai vergogna di parlare di Lui, vergogna di far vedere che lo preghi, vergogna di essere fedele a Lui, di far sapere che non lo pensi o che lo pensi! C’è questo impegno nell’amore? C’è questo impegno nella fedeltà?
CONCLUSIONE

L’ipocrita è un superbo! Si esalta nascondendo i suoi limiti e le sue miserie. Si esalta non perché è, ma perché appare. E per apparire buono e santo si esalta e mette da parte i limiti suoi e le sue miserie, facendo vedere opere di bontà che lui non ha compiuto ma che ha inventato. Ne avete incontrate mai di queste anime? Io le ho incontrate. Inventano: io ho fatto, io ho fatto! Inventano di sana pianta cose che non hanno fatto. L’hanno letto in un libro e dicono che l’hanno fatto loro.

Arriva il Vescovo in parrocchia e cominciano: Noi, noi, noi! Come farebbe questo Arcivescovo senza questo parroco? Un po’ di umiltà farebbe bene a tutti, agli ipocriti e a quelli che non sono ipocriti. Un po’ di umiltà farebbe bene a tutti, a chi parla e a chi ascolta. Si respirerebbe la carità a pieni polmoni, perché la carità è frutto dell’umiltà.