Come un bimbo tra le braccia di sua madre, così è l’anima mia – Lc 18, 1-8

versione parziale….da uin’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

pregare senza stancarsi:

Risultati immagini per chi mi riconoscerà davanti agli uomini

con l’offerta della giornata, con l’offerta di ogni singola azione,

con la rettitudine d’intenzione, con le giaculatorie

 

L’offerta la fate la mattina, poi non so se fate la seconda parte.

In ogni giornata voi potete studiare, andare a scuola, insegnare, lavorare, pulire, stirare, cioè fare tantissime azioni. Ebbene, potete trasformare queste azioni in preghiera, se qualunque cosa voi facciate, la fate nel nome del Signore. E allora dite: Signore, prima di tutto ti offro questa giornata e poi ti offro ogni azione. Per offrire ogni azione vi dovete ricordare volta per volta. Non tutti si ricordano, ma chi è capace di farlo volta per volta santifica ogni azione, quindi prega.

Così pure quando sentite dolore di testa, dite: Signore, te l’offro! Se la gamba non funziona: Signore, te l’offro! Se state ammalate: Signore, te l’offro! Se non vedi: Signore, te l’offro! Se ti portano in macchina o non ti portano: Signore, te l’offro! Ti fanno la carne bruciata: Signore, te l’offro, e la mangi ugualmente.

Trasformiamo ogni azione in preghiera con la rettitudine d’intenzione. Avere l’intenzione retta significa dire al Signore: Lo faccio per te. Quindi scopando, stirando, leggendo un giornale, ascoltando una melodia particolare che a voi piace, ripetete sempre: Signore, lo faccio per te!

Si prega sempre anche con le giaculatorie, cioè con pochissime parole, che si possono esprimere in due secondi, tre secondi: Gesù ti amo! Credo in te! Spero in te! Aiutami! Benedicimi! Cuore di Gesù, confido in te!

La giaculatoria è una preghiera continua, perché trasforma quell’azione che stai facendo in un atto di amore.

San Paolo, nella lettera ai Corinzi e ai Colossesi, ce l’ha detto più volte di fare ogni cosa nel nome del Signore, perché possiamo così trasformare le azioni della giornata in una continua preghiera. Però dovete salvaguardare innanzitutto la preghiera propriamente detta. E a voi chiedo due ore e mezza di preghiera.

 

Osservazioni

 

Le vostre difficoltà sono due:

 

  1. La prima difficoltà è quella di mettere al primo posto i vostri interessi o preoccupazioni o amori o idoli. Questa si chiama: non retta intenzione.
  2. La seconda difficoltà è di non ricordarvi, volta per volta, azione per azione, di rivolgere il pensiero al Signore.

Ho fatto quattro ore d’insegnamento, ma mi sono dimenticato di dire: Signore, te l’offro. In queste quattro ore non ho mai detto: Signore ti amo, confido in te! Aiutami! Benedicimi! Sono stata a stirare, ma mai ho pensato al Signore; ero preoccupata, avevo altre cose per la testa.

Io ho capito la retta intenzione e la non retta intenzione in questo modo. Ve lo dico perché più di una di voi mi ha chiesto che cosa significa la retta intenzione e che significa la non retta intenzione. Prima di capirla io credevo di avere sempre la retta intenzione, mentre ho visto che la retta intenzione non ce l’ho quasi mai.

Un giorno il Signore me l’ha fatto capire così. Io dovevo andare a passeggio e la chiesa era aperta. Ho visto una macchina e ho pensato che fosse arrivata una mia figlia. Allora sono entrato in chiesa per vedere se c’era. Poi ho fatto la genuflessione, la visita a Gesù Sacramentato e me ne sono andato. Questa è la non retta intenzione! Infatti il motivo che mi ha spinto ad andare in chiesa non era la visita a Gesù, ma vedere se c’era una di voi. Se non avessi visto quella macchina non sarei entrato in chiesa, ma sarei andato a passeggio.

Quante volte io ho mangiato per l’appetito, ma non per Iddio; ho scritto per fare bella figura e non per Iddio; sono arrivato in anticipo o in orario a scuola per il preside; non sono uscita di casa per la mamma; sono andato in chiesa per il parroco, ma non per Dio! Io invece dicevo che facevo ogni cosa anche per Dio, quindi la mia intenzione non era retta.

La seconda difficoltà è quella di non avere l’abitudine dell’intenzione attuale. Si supera ricorrendo agli stratagemmi: mettere le scarpe storte; una sedia fuori posto, una cartolina del Cuore di Gesù nel libro, un orologio storto sul tavolino. Così quando vi alzate e vedete l’orologio storto subito penserete al perché l’avete messo così.

 

 

 

 

Per chi volesse trascorrere una giornata di ritiro meditando sulla necessità della preghiera….

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 16.11.1997

PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI E CON INSISTENZA

(Lc 18, 1-8)

 

“In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente»” (Lc 18, 1-8).

 

 

  • pregare sempre con la preghiera propriamente detta

 Pregare sempre significa pregare con la preghiera propriamente detta.

Qui bisogna correggere un errore, che ho notato nelle anime che ho incontrato in confessione, nella mia vita sacerdotale. Ascolto ogni giorno, dai sacerdoti e dai consacrati una affermazione che io non condivido. Dicono che pregano sempre, ma non pregano mai.

La prima cosa da sapersi è questa: che pregare sempre significa incominciare a pregare con la preghiera propriamente detta. La Chiesa, mamma saggia e amorosa, ha detto che bisogna insegnare ai bambini, appena incominciano a parlare, ad andare a scuola e al catechismo, le preghiere del cristiano: il Segno della Croce, il Padre nostro, l’Ave Maria, il Gloria al Padre, l’Angelo di Dio, l’Eterno Riposo, l’Atto di fede, di speranza, di carità, di dolore, la Salve Regina, il Credo, la preghiera del mattino, la preghiera della sera.

È necessario pregare per osservare il primo comandamento. La maggior parte dei cristiani dice che prega sempre, facendo il segno della croce la mattina e la sera. Fare soltanto il segno della croce non significa aver pregato! Per ascoltare il comando del Signore, che è necessario pregare sempre, senza stancarsi, dovete incominciare a pregare con la preghiera propriamente detta.

  1. Pregare sempre con le preghiere private

 Oltre alle preghiere che ci ha insegnato la Chiesa, se volete, potete aggiungere anche le preghiere spontanee. Ma non escludete le une e includete le altre o viceversa. Si prega con la preghiera propriamente detta, con quella insegnata dalla Chiesa, ed anche con la preghiera privata, secondo le necessità del momento.

 

  1. Pregare sempre con le preghiere comunitarie

 Le preghiere comunitarie sono le preghiere dette insieme agli altri, che hanno con noi gli stessi ideali o le stesse necessità; sono quelle che fate prima della messa o dopo la messa: la preghiera alla Madonna, a san Francesco, allo Spirito Santo. Non le dite in forma privata, ma comunitariamente, cioè insieme agli altri. Questa è preghiera propriamente detta e quindi soddisfate al precetto del Signore Gesù che ha detto di pregare senza stancarsi.

La preghiera privata fatela, non ve la proibisco, né la proibisce la Chiesa.

La preghiera comunitaria fatela, perché abbiamo degli interessi particolari come Istituto, e la Chiesa non ve la proibisce.

La preghiera privata spontanea fatela, perché la Chiesa non ve la proibisce.

 

  1. Pregare sempre con la preghiera liturgica

 Le due preghiere liturgiche fondamentali sono la S. Messa e la Liturgia delle Ore. Pregando con la S. Messa e con la Liturgia delle Ore noi preghiamo col Cristo. Quindi la nostra preghiera non è limitata ma è infinita, in quanto ci presentiamo al Padre col Figlio. Poiché il Figlio è uomo come me, ma nel medesimo tempo è Dio come Dio Padre e, tutto ciò che fa lui ha valore infinito, facendo io parte del Corpo mistico di Cristo e presentandomi al Padre con il Figlio Gesù, anche la mia adorazione, il mio ringraziamento, la mia petizione o la mia propiziazione hanno valore infinito. Quindi c’è differenza tra la preghiera privata, spontanea, comunitaria e la preghiera liturgica. C’è una differenza abissale! E allora non dobbiamo fare le preghiere private? Le preghiere private o comunitarie si fanno, perché sono sempre preghiere che arrivano al Signore e il Signore le ascolta, ma la prima preghiera che dovete insegnare ai vostri ragazzi e ai fedeli è la Messa. Dovete dire: Andate a Messa ogni giorno e avete fatto tutto, perché avete ringraziato e avete chiesto perdono. Così andrete in paradiso con la carrozza, volando.

 

  1. Pregare sempre con il rosario

 Questa preghiera l’ha inventata la Madonna. È composta di tre preghiere, che ci ha insegnato la Chiesa quando eravamo bambini: Padre nostro, Ave Maria e Gloria al Padre. Dicendo questa preghiera noi andiamo al Padre con la Madonna, non con Gesù.

La Messa, la comunione, la visita a Gesù Sacramentato sono le tre preghiere che non devono mai mancare nella giornata di un cristiano. Ve lo dico con chiarezza, senza compromessi, perché la parola di Dio la dovete annunziare senza aggiungere e senza togliere, la dovete annunziare così com’è, senza aver paura di nessuno, perché l’ha detta Dio. Non possiamo continuare a dire: Sei scusato!, perché così nessuno va più a messa né di lunedì, né di martedì, non dico la domenica, perché i buoni cristiani la osservano. Bisogna mettere al centro della propria giornata la S. Messa, allora voi pregate sempre, senza stancarvi mai, come ha detto Gesù. Dovete imitare i cristiani dei primi secoli, che seguivano gli insegnamenti degli apostoli e soprattutto i cristiani martiri. Essi pregavano con la S. Messa e con inni e salmi e cantici spirituali, cioè con la Liturgia delle Ore, che è composta proprio di inni, cantici e salmi.

Quando i cristiani hanno incominciato a non andare più a messa, allora la Madonna è venuta incontro e ha detto: Recitate il rosario. Lo potete dire in casa, per la strada, a letto, in macchina, dove volete.

Anche voi dite il rosario e insegnate ai vostri bambini a dire il rosario. Non vergognatevi e soprattutto non fate distinzione di sesso: se il cristiano è maschio non deve pregare, se il cristiano è femmina deve pregare. Dove è scritto questo?

Dice san Paolo: Nel Cristo non c’è più distinzione né di servo, né di padrone, né di giudeo, né di pagano, né di maschio, né di femmina.

  1. Preghiera propriamente detta è anche il Ritiro

 Il Ritiro è per voi una mezza giornata di preghiera. Non avendo pregato per tutto il mese, pregherete almeno per mezza giornata. Voi che andate a scuola e avete una giornata libera, quella giornata passatela in preghiera, nel raccoglimento.

  1. Preghiera propriamente detta sono anche gli Esercizi Spirituali

 Gli Esercizi sono per voi un periodo di tempo (cinque giorni, otto giorni, dieci giorni) da trascorrere in preghiera. Noi suppliamo, nei nostri tredici giorni di Esercizi, a tutte le preghiere che non abbiamo detto per un anno. Non solo, ma ci esercitiamo durante questi giorni a fare con più facilità, con più dolcezza, con più piacere quello che durante l’anno forse non abbiamo fatto, o abbiamo fatto distrattamente, senza piacere o per forza. Invece dobbiamo pregare con amore, nel raccoglimento, tenendo presente la grande verità di fede, che al di sopra di Dio non c’è nessun altro dio, nemmeno le nostre preoccupazioni. Questo significa pregare sempre, senza stancarsi mai. L’ha detto Gesù e noi lo faremo.

 

Osservazioni

Le vostre difficoltà sono due: la famiglia e l’apostolato.

Per non pregare voi portate a me – e dicendolo a me intendete imbrogliare Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo – queste due difficoltà.

Figlie mie, convincetevi che c’è un solo Dio e questo Dio è l’unico vero Dio. Egli ci ha detto: Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me. Se non vi convincete di questo, voi prendete l’Arca Santa, cioè Dio, e la mettete ai piedi di Dagon, idolo dei Filistei, che per voi si chiama famiglia, si chiama apostolato.

Ma chi dei due è Dio? Se l’apostolato è Dio non dovete fare né i Ritiri, né gli Esercizi Spirituali, né andare a Messa. Fate solo l’apostolato: questo è il vostro dio. Se la famiglia ha la precedenza su Dio, allora il vostro Dio è la famiglia. Prendete l’Arca Santa e mettetela ai piedi di Dagon. Però sappiate che Dagon stava sul trono e l’Arca Santa ai suoi piedi. I Filistei se ne andarono e all’indomani trovarono Dagon con la faccia a terra, davanti all’Arca del Signore.

Se mettete al primo posto la vostra famiglia, la famiglia si sfascia. Se mettete al primo posto l’apostolato, l’apostolato si sfascerà. Dopo trentasette anni che state con me, ancora devo ripetere queste parole!

Il permesso di non venire ai Ritiri vi sarà dato sempre. Ma il permesso non lo dovete mai chiedere, perché io non ho formato delle bambine. Vi ho dato delle idee. Se le accettate e ne siete convinte, vivetele; se non vi siete convinte andatevene, perché il dolore del Cuore di Gesù è l’incoerenza delle anime consacrate. Quante volte ve lo devo dire? Siete incoerenti! Si fa l’aspirantato, emettete i voti perché vi volete consacrare al Signore, fare tutto per lui. E poi? Oggi mancano al ritiro sette figlie, che non hanno capito niente! Quando il parroco ha stabilito la data della festa al 16 novembre, nessuna ha detto: Io non posso venire! Tutte le mie figlie non pensano che all’apostolato. Ma fra dieci, venti anni, quando voi morrete come farà Dio a salvare le anime senza di voi? Quanto siete stolte: vi credete Dio!

L’altro giorno ho pianto, pensando a me prima di tutto, perché il primo incoerente sono io, e poi pensando a voi, quando ho letto queste parole: “Io sono il Signore; non ce n’è un altro. Io non ho parlato in segreto (sentite con quanta passione amorosa sta parlando questo Dio!), in un angolo oscuro della terra. Non ho detto alla discendenza di Giacobbe (cioè a voi): Cercatemi in un’orrida regione (ma sto qui a portata di mano)! Io sono il Signore, che parlo con giustizia, che annuncio cose rette. Non hanno intelligenza (cioè sono stolti come voi) quelli che portano un idolo da loro scolpito (per voi è la famiglia, l’apostolato) e pregano un dio che non può salvare (la famiglia non salva, l’apostolato non salva!). Chi ha fatto sentire ciò da molto tempo e chi l’ha predetto fin d’allora? Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c’è altro Dio; fuori di me non c’è dio giusto e salvatore. Volgetevi a me e sarete salvi, perché io sono Dio; non ce n’è un altro. Lo giuro su me stesso (è arrivato a questo punto Dio: a giurare!). La verità esce dalla mia bocca ed è una parola irrevocabile (domani non dirò il contrario di quello che ho detto oggi!): davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua. Si dirà: Solo nel Signore si trovano vittoria e potenza (solo lui salva)! Verso di lui verranno coperti di vergogna, quanti fremevano d’ira contro di lui” (Is 45, 15-26).

Avete capito? Non potete andare appresso alla famiglia o all’apostolato!

 

  • pregare senza stancarsi: con l’offerta della giornata, con l’offerta di ogni singola azione, con la rettitudine d’intenzione, con le giaculatorie

 

L’offerta la fate la mattina, poi non so se fate la seconda parte.

In ogni giornata voi potete studiare, andare a scuola, insegnare, lavorare, pulire, stirare, cioè fare tantissime azioni. Ebbene, potete trasformare queste azioni in preghiera, se qualunque cosa voi facciate, la fate nel nome del Signore. E allora dite: Signore, prima di tutto ti offro questa giornata e poi ti offro ogni azione. Per offrire ogni azione vi dovete ricordare volta per volta. Non tutti si ricordano, ma chi è capace di farlo volta per volta santifica ogni azione, quindi prega.

Così pure quando sentite dolore di testa, dite: Signore, te l’offro! Se la gamba non funziona: Signore, te l’offro! Se state ammalate: Signore, te l’offro! Se non vedi: Signore, te l’offro! Se ti portano in macchina o non ti portano: Signore, te l’offro! Ti fanno la carne bruciata: Signore, te l’offro, e la mangi ugualmente.

Trasformiamo ogni azione in preghiera con la rettitudine d’intenzione. Avere l’intenzione retta significa dire al Signore: Lo faccio per te. Quindi scopando, stirando, leggendo un giornale, ascoltando una melodia particolare che a voi piace, ripetete sempre: Signore, lo faccio per te!

Si prega sempre anche con le giaculatorie, cioè con pochissime parole, che si possono esprimere in due secondi, tre secondi: Gesù ti amo! Credo in te! Spero in te! Aiutami! Benedicimi! Cuore di Gesù, confido in te!

La giaculatoria è una preghiera continua, perché trasforma quell’azione che stai facendo in un atto di amore.

San Paolo, nella lettera ai Corinzi e ai Colossesi, ce l’ha detto più volte di fare ogni cosa nel nome del Signore, perché possiamo così trasformare le azioni della giornata in una continua preghiera. Però dovete salvaguardare innanzitutto la preghiera propriamente detta. E a voi chiedo due ore e mezza di preghiera.

 

            Osservazioni

 Le vostre difficoltà sono due:

 La prima difficoltà è quella di mettere al primo posto i vostri interessi o preoccupazioni o amori o idoli. Questa si chiama: non retta intenzione.

  1. La seconda difficoltà è di non ricordarvi, volta per volta, azione per azione, di rivolgere il pensiero al Signore.

Ho fatto quattro ore d’insegnamento, ma mi sono dimenticato di dire: Signore, te l’offro. In queste quattro ore non ho mai detto: Signore ti amo, confido in te! Aiutami! Benedicimi! Sono stata a stirare, ma mai ho pensato al Signore; ero preoccupata, avevo altre cose per la testa.

Io ho capito la retta intenzione e la non retta intenzione in questo modo. Ve lo dico perché più di una di voi mi ha chiesto che cosa significa la retta intenzione e che significa la non retta intenzione. Prima di capirla io credevo di avere sempre la retta intenzione, mentre ho visto che la retta intenzione non ce l’ho quasi mai.

Un giorno il Signore me l’ha fatto capire così. Io dovevo andare a passeggio e la chiesa era aperta. Ho visto una macchina e ho pensato che fosse arrivata una mia figlia. Allora sono entrato in chiesa per vedere se c’era. Poi ho fatto la genuflessione, la visita a Gesù Sacramentato e me ne sono andato. Questa è la non retta intenzione! Infatti il motivo che mi ha spinto ad andare in chiesa non era la visita a Gesù, ma vedere se c’era una di voi. Se non avessi visto quella macchina non sarei entrato in chiesa, ma sarei andato a passeggio.

Quante volte io ho mangiato per l’appetito, ma non per Iddio; ho scritto per fare bella figura e non per Iddio; sono arrivato in anticipo o in orario a scuola per il preside; non sono uscita di casa per la mamma; sono andato in chiesa per il parroco, ma non per Dio! Io invece dicevo che facevo ogni cosa anche per Dio, quindi la mia intenzione non era retta.

La seconda difficoltà è quella di non avere l’abitudine dell’intenzione attuale. Si supera ricorrendo agli stratagemmi: mettere le scarpe storte; una sedia fuori posto, una cartolina del Cuore di Gesù nel libro, un orologio storto sul tavolino. Così quando vi alzate e vedete l’orologio storto subito penserete al perché l’avete messo così.

 

 

  • pregare con insistenza

 Gesù dice di pregare sempre, senza stancarci e con insistenza:

  1. per ringraziare il Signore di tutti i beni che lui ci ha dato.

Poiché siamo pieni di beni e tutto ciò che abbiamo viene dal Signore dovremmo fare come consiglia san Paolo, il quale dice: “Ringraziate continuamente il Signore”.

Per ringraziarlo continuamente di tutti i beni che ci dà dovremmo pregare continuamente, perché continuamente Dio ci assiste e ci benedice.

 

  1. Per ottenere il perdono e ottenere le grazie

Gesù per dirci questo ci ha raccontato la parabola del giudice e della vedova (Lc 18, 1-8).

Se un giudice iniquo concede delle grazie solo perché ha incontrato una persona che con insistenza ha chiesto, immaginate il Padre vostro che è nei cieli, che non è iniquo ma buono, infinitamente buono, come vi esaudirà! Egli vi esaudirà presto. Infatti la S. Scrittura dice che il Signore ci ascolta e ci esaudisce subito, non appena apriamo la bocca. Però la realizzazione della grazia, che egli dà avviene nel tempo, perché non è un prepotente che schiaccia gli altri per concederci la grazia; ma agisce in modo che liberamente l’uomo possa accettare quello che Dio dice e vuole.

 

  Osservazioni

 Le vostre difficoltà sono tre:

 

  1. La prima è l’incoerenza, che consiste nel dire “sì, sì” e fate “no, no”.

Dite di essere le spose di Gesù e fate le adultere; dite di osservare i voti e poi li tenete lontani da voi mille miglia. Dite che Gesù è il vostro sposo, che dovete consumare la vita con il vostro sposo e non la consumate.

 

  1. La seconda difficoltà è l’incostanza

Nella vostra vita c’è la giornata in cui andate a messa, fate la visita, il ritiro … e c’è il mese in cui non vi ricordate mai di Gesù.

 

  1. La terza difficoltà è la mancanza di amore

Non amate! L’incoerenza e l’incostanza dipendono da questo. Chi ama va in capo al mondo.

 

 

conclusione

 

Quando san Francesco, steso sulla stuoia, stava per morire, ai frati che, ieri come oggi, gli trovavano la famosa difficoltà dell’osservanza del voto di vita quaresimale, disse così: Avete ragione di dire che questo voto non si può osservare, però “a chi ama tutto è possibile”. Dovete amare, dovete avere un alto livello di amore per Dio, allora tutte le difficoltà spariranno come la nebbia dinanzi al sole. Ma a chi non ama, anche la mosca, anzi un moscerino, gli sembrerà un’aquila. Invece a chi ama tutto è possibile, va in capo al mondo. Io l’ho notato con voi. Quando vi presento una difficoltà e dico che è difficile, voi mi rispondete che non lo è perché c’è l’amore. Guardate le vostre mamme, quando amano e non quando sono egoiste: non esistono difficoltà per risolvere i problemi dei figli. Ma quando non amano e quando noi non amiamo siamo dei mostri.

Non si può vivere la vita di consacrazione senza l’amore. È vero che il nostro Sposo è invisibile ma c’è; esiste e si è fatto vedere mille volte, in mille modi, da ciascuno di noi. Amatelo perdutamente e le difficoltà spariranno, come sparisce la nebbia dinanzi al sole.