Non pensare che l’ipocrisia sia lontana da te… è dentro di te. Distruggila! – Lc 12, 1-7

Video dell’omelia tenuta dal Padre sul brano di Lc 12, 1-7

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 17.10.2004

DUE CONSIGLI DEL CRISTO

FONDATI SULLA FIDUCIA IN DIO:

GUARDATEVI DALL’IPOCRISIA

E NON TEMETE GLI UOMINI MA DIO

(Lc 12, 1-7)

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“Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri»” (Lc 12, 1-7).

I. primo consiglio: “guardatevi dall’ipocrisia”

 

Gesù ci invita a guardarci dall’essere falsi tra quello che diciamo, che siamo e quello che facciamo. Questo peccato lo possiamo fare in due settori: nella predicazione o nella vita; oppure in tutti e due.

  1. L’ipocrisia nella predicazione

Nella predicazione non c’è nulla di nascosto; non c’è nulla di segreto.

Dice Gesù: Di ciò che vi ho detto non c’è nulla di segreto. Potete dire tutto. E non c’è nulla da nascondere! Ciò che ho detto nelle tenebre, quindi in una stanza all’oscuro a una persona soltanto, in segreto, sarà udito in piena luce. Tutto ciò che ho detto, sarà manifesto.

Ciò che avete detto all’orecchio, nelle stanze più interne, sarà annunziato sopra i tetti!

Quante volte Gesù nella sua vita ha detto di non dire niente a nessuno, ma tutto ciò che lui ha detto, tutto ciò che lui ha fatto, anche quelle cose sulle quali lui si è raccomandato di non farle sapere per quel momento, tutto è stato saputo. A noi ha detto di annunziare il vangelo con chiarezza. Dobbiamo annunziare all’altoparlante, alla radio, tramite internet anche le cose che dispiacciono.

Nella predicazione non ci deve essere niente di falso, non dobbiamo nascondere nulla, ci deve essere il massimo della chiarezza o, come si dice oggi, della trasparenza.

  1. L’ipocrisia nella vita

Vi voglio parlare dell’ipocrisia nella vita. Nella vita ci deve essere coerenza!

Vi presento due aspetti della vita su cui dovete fare l’esame di coscienza. Nella vita ci deve essere coerenza tra quello che diciamo e quello che facciamo, tra quello che siamo e quello che facciamo.

Queste sono le due coerenze di cui vi voglio parlare. Quante volte ci siamo vergognati della discordanza che c’è tra quello che diciamo e quello che facciamo nella vita, tra quello che siamo e quello che facciamo! Non so se voi vi siete mai vergognate della vostra incoerenza, io mi sono vergognato moltissime volte. Il più grande rimorso di coscienza che io sento è quando dico a voi: siate puri e io non lo sono; siate pazienti ed io non lo sono; pregate per almeno due ore e mezzo al giorno ed io non lo faccio.

Il vero esame di coscienza io non lo faccio la sera, ma mentre compio l’azione.

Il nostro san Francesco diceva di essere un miserabilissimo peccatore, perché faceva l’esame di coscienza sui peccati di omissione. Io dico tante cose belle, vedo che voi vi entusiasmate per le cose che vi dico e pensate: il Padre è un santo, perché ha detto cose belle e quindi le fa. Invece lo Spirito Santo mi dice: le cose belle le sai dire; perché non le fai?

Ci deve essere coerenza tra quello che diciamo e quello che facciamo, altrimenti siamo ipocriti. Tanto è vero che io ho deciso che tutte le volte che devo annunziare qualche cosa che non faccio, non l’annunzio, però bisogna dirla nel nome di Dio: Non c’è niente di nascosto e di segreto che non debba essere detto, anzi deve essere detto sui tetti!

L’altra coerenza è tra quello che siamo e quello che facciamo.

Se voi leggete san Paolo o san Pietro, notate che insistono moltissimo sulla vocazione cristiana e quindi sugli impegni dei cristiani. Come cristiani siamo seguaci di Cristo.

E tu sei un alter Christus sulla terra, fai tutto quello che lui ha fatto, dici tutto quello che lui ha detto?

Tu sei una Missionaria della Parola di Dio, e lo sei quando vivi e quando muori, quando sei sveglia e quando dormi, quando stai a scuola e quando stai per la strada. Come Missionaria annunzi la Parola di Dio o ti vergogni di annunziarla?

Ti sei impegnata fino allo spasimo a meditare la Parola di Dio? Ad imparare e a spiegare la Parola di Dio? A confortare con la Parola di Dio, perché dovunque vai sei una Missionaria?

Tu sei una consacrata, dunque una sposa di Cristo. Lo hai mai rinnegato, lo rinneghi? Veramente vivi con lui, mangi con lui, dormi con lui, gioisci con lui, avvicini tutti quelli che lui ha avvicinato? Come tratti il tuo Sposo?

Tu sei una Minima, una penitente. La prima penitenza è lasciare il peccato mortale e poi il peccato veniale. Vivi sempre in grazia, frequenti il sacramento della penitenza? Quale penitenza particolare fai ogni giorno? Ti lasci vincere da certe golosità, da certi atteggiamenti, da certi peccati o sei una vincitrice?

Tu sei una Minima. La Minima è la specialista dell’umiltà, della carità e della preghiera. Preghi? O sei ipocrita?

Io penso che Gesù di me direbbe: guardatevi dall’ipocrisia del Padre. Non vi offendete se vi dico che siamo tutti ipocriti. Per non essere ipocriti, falsi, sepolcri imbiancati, dobbiamo mostrare al di fuori ciò che siamo al di dentro. Cioè dobbiamo essere testimoni del Cristo. Così ha detto lui: “Andate, predicate il vangelo ad ogni creatura e siate miei testimoni” (cfr. Mc 16, 15 e At 1, 8).

Io penso con quanto entusiasmo dite queste parole ai ragazzi di seconda e di terza media che devono ricevere il sacramento della cresima! Dite loro di essere testimoni di Gesù, ma voi siete testimoni di quello che dite?

II. secondo consiglio: temete Dio e non gli uomini

Gesù dice: “Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono fare più nulla. Temete Colui che ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, vi dico, temete Costui”  (Lc 12, 5).

Non guardate gli uomini, che spesso ci condizionano. Noi li temiamo, soprattutto quando esprimono un giudizio su di noi. E se il giudizio è negativo e non è conforme al giudizio del Cristo, abbiamo tanta paura. Soffriamo, vogliamo cambiare le carte in tavola, vogliamo andare dagli avvocati, dai giudici. Invece Gesù ha detto: Non temeteli! Che cosa vi possono fare? Vi possono calunniare, vi possono mandare in carcere, vi possono uccidere. Ma dopo che vi hanno ucciso non possono fare più niente. Invece dovete temere Colui che ha il potere di gettarvi nella Geenna, dopo la morte.

Ecco perché dobbiamo fare tutto per Iddio, per amore di Dio e non per gli uomini. Purtroppo gli uomini non ci considerano mai, ma Gesù ce l’ha detto prima.

Ogni uomo agisce per un fine: alcuni per interessi soltanto temporali, altri per interessi spirituali o per tutti e due.

Gesù parla ai suoi discepoli, a coloro che vivono nel tempo con gli occhi rivolti al cielo.

San Paolo dirà: “Cercate le cose di lassù; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra”      (Col 3, 1-2).

Ai suoi discepoli Gesù dice che poiché vivono nel tempo avranno a che fare non soltanto con Dio che li aspetta in cielo, ma anche con gli uomini.

Quando fate le cose per gli uomini, tenete presente i vostri interessi spirituali. Cercate le cose di lassù, assaporate le cose di lassù, non quelle della terra! E non temete gli uomini! Uccidono sì, ma poi non possono fare più nulla. Noi oggi cantiamo alla sorte di Padre Kolbe e di santa Teresa Benedetta dalla Croce. Sono morti martiri, ma dopo che li hanno uccisi non hanno potuto spegnere sui libri di storia la memoria della crudeltà degli uccisori e dell’eroismo dei martiri. Dei primi nessuno più parla, dei secondi non solo ne parlano, ma sono stati proclamati santi e dobbiamo raccomandarci a loro per avere le grazie speciali da parte di Dio.

Sono pochi quelli che non temono gli uomini. Anche nel campo ecclesiastico la stragrande maggioranza teme gli uomini. La maggior parte di voi ancora teme gli uomini! Stasera prendete la decisione di calpestare l’opinione degli uomini, perché così diventerete certamente sante nello spazio di poco tempo.

Non preoccupatevi di ciò che dicono il papà, la mamma, la nonna, la zia, i parenti e il vicino di casa; possono uccidere il corpo, ma non hanno il potere di gettare nella Geenna. Quindi la vera iattura per un cristiano, secondo Gesù, è il peccato, perché ci fa meritare l’inferno.

Le conseguenze del temere Dio e non gli uomini sono il martirio, se si muore; se non si muore, si va incontro alla santità, all’eroismo in ogni virtù.

I santi sono coloro che calpestano l’opinione degli uomini e tengono sempre presente, di giorno e di notte, quando stanno soli e quando stanno in compagnia, gli interessi di Dio. Si soffre, ma non si cede!

L’eroe sta sempre in prima linea, pronto a morire. Se non c’è il martirio, c’è l’eroismo in ogni virtù: nell’ubbidienza, nell’umiltà, nella carità, nella preghiera … Fermi al proprio posto!

conclusione

I due consigli di Gesù sono fondati sulla fiducia in Dio, perché ciò che ci chiede è superiore alle nostre forze.

Nemmeno uno dei passeri è dimenticato dinanzi a Dio. E anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete! Voi valete più di molti passeri. Se Dio si preoccupa dei passeri che valgono poco nella vita, immaginate se non deve preoccuparsi di noi, che per lui siamo tutto, tanto è vero che ha mandato il suo Figlio per salvarci. Ci ha amati di un amore di tenerezza infinita!

Il fondamento della nostra testimonianza o della nostra santità o martirio è la fiducia in Dio.

Diceva san Paolo: “Tutto posso in Colui che mi dà la forza”, in quel Dio che si preoccupa di tutti e soprattutto si preoccupa di noi.

Dice Gesù: “Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta”              (Lc 12, 31).

E quando vi verrà qualche dubbio, Gesù dice: “Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete!” (Lc 12, 27. 24).

Sappiate sempre dire: Cuore di Gesù, confido in te!