Signore, aprici… per la tua misericordia – Lc 13, 22-30

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M

1983

LA SALVEZZA è DONO DI DIO

(Lc 13, 22-30)

 

  1. Nessuno può salvarsi da solo

 Pongono a Gesù una domanda: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. La risposta di Gesù ve la prendo da un altro passo del vangelo: Nessuno può salvarsi con le proprie forze. Nessuno! Né io, né voi, né le suore, nessuno!

È impossibile all’uomo salvarsi, questa è la risposta vera; né pochi, né molti, perché la salvezza è un dono di Dio, e ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. è Dio che ci salva. Non si entra in paradiso con le tessere, né del partito comunista, né del partito democratico cristiano.

Nessuno può salvarsi, se Dio non lo salva; ed è la grazia che noi chiediamo ogni giorno quando celebriamo la S. Messa. Se partecipate ogni giorno, la chiedete anche voi col sacerdote. Io ogni volta che celebro la Messa, chiedo la grazia di salvarmi, perché so che chi mi salverà è Dio.

  1. La salvezza non è un privilegio di popolo, né di nazione, né di associazione

 La salvezza non era privilegio del popolo di Israele, né oggi è privilegio del popolo italiano. Tutti i popoli sono chiamati alla salvezza.

Nessuno può dire: Io appartengo all’associazione catechistica, dunque mi salverò perché ho insegnato la Parola di Dio, ho aiutato le anime a salvarsi. Né io mi presenterò al Signore e gli dirò: Io sono un sacerdote, dunque devo entrare in paradiso. Oppure presenterò l’altra tessera, quella dell’Ordine dei Minimi: Io mi sono consacrato a te, ho fatto quattro voti: ubbidienza, povertà, castità, vita quaresimale; adesso devo entrare in paradiso. Né perché sono sacerdote, né perché sono religioso, né perché sono un’anima consacrata posso andare in paradiso, né perché appartengo all’associazione catechistica o a qualsiasi associazione cattolica.

Né vanno in paradiso soltanto coloro che sono cristiani o che sono cattolici, o che hanno ricevuto il sacramento del battesimo, della cresima, dell’Eucaristia o del matrimonio o dell’estrema unzione. No, la salvezza non è privilegio di nessuno, perché quando andremo in paradiso e busseremo alla porta, Gesù dirà: “Non vi conosco, non so di dove siete”.

Come? Arriva P. Chimienti: Io sono figlio di san Francesco di Paola, sono stato sacerdote per trentatre anni, ho celebrato la Messa, ho mangiato e bevuto in tua presenza, ho fatto la comunione, ho battezzato, ho fatto le prime comunioni, ho insegnato nelle piazze, ho predicato corsi di esercizi spirituali! Lui risponderà: Non ti conosco. Non so di dove sei. Allontanatevi da me voi tutti operatori di iniquità.

Non sa neppure di dove siamo! Quindi non è un privilegio. È tremendo! Bussi alla porta e la porta non si apre!

 

  1. La salvezza è un dono che Dio dà a chi si impegna

  “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno” (Lc 13, 24). Un’altra volta Gesù ha usato questa espressione: Il regno dei cieli lo rapiscono i violenti.

Bisogna sforzarsi, impegnarsi, far violenza a se stessi. Volere, sempre volere, fortissimamente volere! Il Signore a questi dà il dono, perché dice Gesù: Molti dicono che vogliono salvarsi, che vogliono farsi santi, tra cui ci siete voi, però dopo si mettono a dormire. Vi siete fatte il vostro nido, la vostra stanza, la vostra tana, vi siete appollaiate, mangiate, bevete e dormite e non vi date più da fare. Dite: Signore mio, ti ho detto che mi volevo fare santa, ma adesso non mi seccare! Dammi una vita senza sofferenza, una vita di dolcezza, una vita di soldi, di comodità, senza ostacoli, senza difficoltà, una vita agiata, senza malattia; una vita in carrozza.

No, ha detto Gesù: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Dovete affrontare la penitenza e la mortificazione. Ed è un impegno di ogni giorno. Dovete fare la cura dimagrante. Dovete avere gli occhi mortificati, la lingua mortificata, l’orgoglio e la superbia calpestati. Costi quel che costi! Sforzatevi!

Quindi prima ci vuole impegno e poi perseveranza. Volete andare in paradiso senza nessuno sforzo? Sforzatevi, la porta è stretta, la perfezione è una montagna, bisogna sudare. Ogni mattina bisogna alzarsi, bisogna affrontare le intemperie della vita. Se cadi alzati, se sudi asciugati il sudore, se ti fai una ferita fasciala, ma cammina. Arriveremo alla porta camminando, sforzandoci.

 

  1. Entrerà in paradiso chi presenterà le opere buone

 Se non avremo fatto il bene, il Signore ci dirà: Non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori di iniquità. Non vi conosco perché non avete fatto il bene; avete fatto il male. Eri sacerdote; ma che hai fatto? Eri religioso; ma hai fatto il religioso? Eri catechista; ma hai fatto la catechista? Eri professoressa; ma hai fatto la professoressa? Eri domestica; ma hai fatto la domestica? Hai fatto il tuo dovere? Hai osservato i dieci comandamenti? Sei stato veramente cristiano? Hai osservato il vangelo? Ti sei sforzato?

«Ma io sono piena di peccati!». Ve l’ho detto sempre e ve lo ripeto: la bandiera gloriosa non è mai stata la bandiera pulita. La bandiera sporca di fango, sporca di sangue e lacerata è la bandiera della vittoria; è la bandiera che ha combattuto. Il miglior soldato non è quello di caserma, ma quello della trincea, della prima linea, che è ferito, si è sporcato, ha la barba lunga perché non ha avuto il tempo di radersi, che è sporco e non ha fatto il bagno da due mesi. Il vero soldato è quello che tiene il mitra e ha sparato, si è difeso, ha combattuto ed è rimasto con una gamba sola. Voglio entrare in paradiso con una gamba sola, anziché con tutte e due le gambe. Il peccato ci dà la certezza che noi, da soli, non potremo raggiungere il paradiso; però c’è la misericordia infinita di Dio. Al peccatore Dio dà la misericordia, ma al fannullone dà la punizione.

Sono peccatore! E chi non è peccatore? Vieni e ti lavo, vieni e ti purifico, vieni e ti salvo, perché hai tentato, hai ritentato, hai fatto la prova e la riprova, ti sei impegnato, hai dato tutto te stesso, ora c’è il premio. Agli altri invece dirà: Operatori di iniquità, allontanatevi da me! Verranno da oriente e da occidente i pagani, da settentrione e da mezzogiorno e si siederanno a mensa nel regno di Dio.

Gesù questo esempio ce l’ha dato durante la sua vita, mangiando con i peccatori, con le prostitute e con i pubblicani. E a quelli che si meravigliavano ha detto: Non sono venuto per i sani (voi siete sani e la misericordia non è per voi), io sono venuto per i peccatori; la mia misericordia è per i peccatori. Quelli che voi non avete considerato, quelli che avete disprezzato entreranno in paradiso, e voi che eravate santi, voi siete fuori del regno di Dio.

 

            conclusione

Vi siete messe a dormire! Pregate sì, ma siete completamente distratte, pensate ancora alle galline che avete lasciato a casa vostra. Col corpo state qui, ma con la mente dove state?

Vi siete fermate. Dovete riprendere il cammino. La perfezione è una tensione verso il bello, il grande, l’ardito non il facile, l’impossibile, perché la santità è impossibile all’uomo. Ebbene noi saremo gli arditi della santità. Alzatevi. Volete il bastone? Prendete il bastone, ma camminate. All’uomo è impossibile, ma Dio gli dà la forza di intraprendere questo cammino e di raggiungere vette impossibili con la sua grazia.

Per la grazia di Dio sono quello che sono, diceva san Paolo, e la grazia di Dio non è stata vana in me. E voi potete dire: la grazia di Dio non è stata vana in me?