Non temiamo di donare Gesù al nostro futuro… – Gs 24, 14-29 – Mt 19, 13-15

Gs 24,14-29 La scelta definitiva

Mt 19, 13-15 – Gesù e i bambini

L’IMPEGNO DELLA MISSIONARIA DELLA PAROLA DI DIO

 

“Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me”  (Mt 19, 14)

  1. La Missionaria della Parola di Dio deve impegnarsi con ogni sforzo per la formazione cristiana dei ragazzi, perché i ragazzi di oggi sono i cristiani di oggi e saranno i cristiani di domani

 I ragazzi sono cristiani perché sono stati battezzati, ma non sanno in che cosa si sono impegnati con il Battesimo. Al momento del Battesimo si sono impegnati per loro i genitori, ma essi ora sono cristiani, sono figli di Dio, sono eredi del Paradiso. In loro c’è il sigillo del Cristo: sacerdote, re e profeta, anche se non lo sanno, e saranno i cristiani di domani senza sapere in che cosa si sono impegnati col santo Battesimo. Con la catechesi lo sapranno, e saranno i cristiani che vivranno ciò che hanno saputo. Ma se non ci sarà la formazione, cristiani di Battesimo sono oggi e cristiani di Battesimo saranno domani; non saranno mai cristiani di vita. Li abbiamo chiamati i cristiani del neopaganesimo, cioè col Battesimo sacramento, ma di vita pagana.

Dobbiamo educare i ragazzi ad essere i cristiani di oggi e i cristiani di domani, cioè a mettere in pratica tutto ciò che la fede dice. Domani saranno cristiani con le convinzioni, se oggi saranno cristiani con le convinzioni e con la pratica; ma la pratica che scaturisce dalle convinzioni è frutto della catechesi.

Questo è il vostro compito: educare i ragazzi ad essere i cristiani di oggi e di domani, cioè a fare, a mettere in pratica ciò che la fede dice: pregare, andare a Messa, rispettare il riposo festivo, l’onestà, la giustizia, amare Dio, amare il prossimo, compiere il proprio dovere, osservare le leggi.

Durante l’anno catechistico non devono mancare alcune opere o manifestazioni esterne da fare insieme, perché hanno un grande valore: per l’oggi, perché si abituano, e per il domani, perché faranno senza la guida.

Ricordatelo, se non li abituiamo oggi a fare quelle cose che dovranno fare domani, non le faranno né oggi né domani. Questo è nella logica umana, anche se l’intervento straordinario di Dio può fare questo e altro. Però di Paolo, convertito sulla via di Damasco ce n’è uno; di Alfonso Ratisbonne, convertito a S. Andrea delle Fratte ce n’è uno; di eunuco che si incontra con Filippo e si converte ce n’è uno. Non dovete pensare che tutti quelli che camminano sulla via di Damasco sono convertiti o che tutti quelli che entrano in S. Andrea delle Fratte vengono convertiti! Ecco perché nell’anno catechistico non deve esserci mai un mese in cui non si faccia qualche iniziativa, insieme all’insegnamento della catechesi. Quale? Quelle importanti ed essenziali che servono per il cristiano di ogni tempo e di ogni luogo. Ad esempio: ad ottobre non manchi il rosario; a novembre la visita ai morti al cimitero; il presepe a dicembre; la festa della mamma e del papà, perché bisogna valorizzare l’amore e la riconoscenza per i genitori; la settimana santa, la lettura con drammatizzazione della Passione; la visita a Gesù Eucaristia, il giovedì santo; la via Crucis il venerdì santo; a Pasqua la narrazione della risurrezione di Gesù, dando convinzioni profonde: veramente Gesù è risuscitato e quindi anche noi morremo ma risorgeremo; a maggio la devozione alla Madonna, che è  segno di predestinazione ed è garanzia di fedeltà alla propria vocazione. La vocazione infatti non è solo quella religiosa o di consacrazione, ma anche quella alla maternità e paternità, alla professione. Come pure dovete valorizzare l’anniversario della prima Confessione e della prima Comunione.

            Di ogni attività bisogna dare le spiegazioni, dare le convinzioni. Questo è la catechesi: dare consigli, riprendere qualche cosa che va male. Tante volte devieranno e allora riprendere il filo del discorso e riportare sul binario giusto quello che loro hanno fatto, stanno facendo e devono fare. Da giovani e da grandi non ci sarà più nessuno che si metterà loro accanto per dire: Tu fai bene e tu fai male!

Domani si vergogneranno di voi, se oggi li avete ingannati; ma domani andranno orgogliosi di voi, se avrete insegnato rettamente e li avrete aiutati a fare ciò che insegnavate perché secondo la fede. Non allontanatevi mai dalla fede, cioè dall’insegnamento fatto da Gesù e dagli apostoli, e da ciò che la Chiesa insegna. Le idee e le teorie peregrine lasciatele ai peregrini; siate salde, ferme sulle basi degli apostoli, dei profeti e di Cristo pietra angolare; seguite la Chiesa! Date l’essenziale; lasciate stare le cose accidentali che non dicono niente. L’essenziale è la fede, l’essenziale è l’amore, l’essenziale è la grazia, l’essenziale è fuggire il peccato.

Domani potranno non mettere in pratica ciò che Dio ha detto e che voi avete ripetuto, ma sentiranno sempre il rimorso di coscienza e il desiderio di ritornare a Dio, Padre amoroso.

La parabola del figliuol prodigo si è ripetuta anche in me e, penso, anche in voi. Mi hanno insegnato ad osservare i dieci comandamenti, ma io un giorno non li ho osservati; me ne sono andato lontano dal Padre, da Dio Padre; ho sciupato tutti i doni che Dio mi ha dato, lontano da Lui. Ma dopo mi sono ricordato che c’era un Padre che mi aspettava, un Padre che mi aveva insegnato a fare il bene e ad evitare il male. Ho visto le conseguenze del male operato da me e ho detto: Non vale la pena!, e sono ritornato dal Padre, che mi aspettava e mi ha abbracciato con tutto l’amore perché non mi aveva mai dimenticato, ma mi aveva inseguito per mezzo della sua grazia.

Ho incontrato tanti giovani che da fanciulli avevano ricevuto una buona catechesi; poi si erano allontanati, ma dopo aver fatto l’esperienza amara del peccato, dopo dieci, venti anni sono ritornati e mi hanno detto: Padre, avevate ragione voi! Ho sciupato venti anni inutilmente.

Ma Dio è sempre misericordioso: “Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9, 13).

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Mt 9, 12).

Ricordatelo sempre:questi fanciulli saranno i padri e le madri di domani, gli insegnanti, i professori, le maestre, gli avvocati, i medici, i politici, i sacerdoti, le suore, le anime consacrate di domani. Avvicinatevi a loro con rispetto; trattateli con tutta la trepidazione e l’amore di Gesù. Li dovete avvicinare così come Gesù si è avvicinato ai bambini: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite” (Lc 19, 14).

“Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, sarebbe meglio per lui che gli passassero al collo una macina da asino e lo buttassero in mare” (Mc 9, 42).

“Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato” (Mc 9, 37).

Queste parole Gesù non le ha dette per i giovani, né per gli adulti e né per gli anziani, ma per i bambini, che ha accarezzato, ha benedetto, ha baciato, e dai quali si è fatto sporcare le vesti perché li ha stretti tra le sue braccia ed ha rimproverato gli apostoli che volevano allontanarli.

Dobbiamo incominciare dall’infanzia a formare il cristiano. La formazione non si rimanda alla giovinezza. Il giovane di oggi è il fanciullo di ieri. Il giovane di oggi deve approfondire ciò che ha ricevuto ieri. Ma se ieri non gli abbiamo dato niente non approfondirà niente, e continuerà a fare ciò che faceva da fanciullo, eliminando tante cose, ma non mettendo in pratica nulla. Avrà vergogna di leggere il Vangelo e avrà vergogna di andare in chiesa, perché non gli abbiamo dato le convinzioni, ma le cognizioni. Questa è la ragione perché il Cristo ha voluto un Istituto che formasse alla fede le future generazioni.

Siate riconoscenti al Signore di questa vostra missione! Non vedete quanto poco si raccoglie con i giovani perché non abbiamo incominciato a fare sul serio e con ogni sforzo il nostro apostolato coi fanciulli?

Guardate come fa lo Stato per l’istruzione: ha istituito le università, ma i fanciulli non li manda all’università, né li lascia in mezzo alla strada aspettando che abbiano diciotto anni per incominciare l’università. Lo Stato non incomincia con i giovani, ma con i piccoli. Prima c’è la scuola materna, poi gradatamente la scuola elementare, poi la media, quindi il liceo e poi si arriva all’università. Incomincia con i piccoli e continua con i giovani.

  1. La Missionaria della Parola di Dio deve dare ai ragazzi una formazione cristiana completa

Non basta per la Missionaria l’impegno e lo sforzo nella formazione dei ragazzi, ma è necessario anche dare una formazione cristiana completa.

Le linee fondamentali della formazione cristiana completa dei ragazzi sono contenute: nei libri di catechismo, basta sottolinearli volta per volta; nei libri di formazione delle Aspiranti.

Eccone alcuni: il Credo, le verità di fede, la legge di Dio, i dieci Comandamenti, i sacramenti, il peccato e la grazia, la virtù e il vizio, la verità e la menzogna, il Cristo, lo Spirito Santo, la Vergine, san Francesco, la Chiesa.