Dio per noi vuole il bene… non rifiutarlo! – Ger 18,1-6

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

IL PIANO DI DIO SULL’UOMO

è SEMPRE DI SALVEZZA

(Ger 18, 1-6)

Questa mattina mi fermo sulle parole del profeta Geremia che sono veramente di una grandissima consolazione per me. E penso che lo saranno anche per voi.

Il Signore per far capire a Geremia, e quindi anche a me la grande verità che il piano di Dio sull’uomo è sempre di salvezza, ha detto: Scendi nella bottega del vasaio e vedi che cosa fa quando col tornio e con la creta modella i vasi.

Io sono veramente andato, a Grottaglie, nella bottega di un vasaio, pensando proprio a queste parole del profeta Geremia, a vedere il vasaio al lavoro. Egli prendeva la creta e cercava di fare il vaso così come lui pensava di farlo. Certe volte riusciva e lo raffinava; altre volte, invece, non riusciva, allora prendeva la creta, la gettava e ne prendeva dell’altra per rifare lo stesso vaso. Altre volte riammassava tutta la creta, ne faceva una massa e poi ricominciava a lavorarla, tentando di fare un altro vaso come ai suoi occhi pareva giusto.

Il Signore dice al profeta Geremia: “Forse non potrei agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio? Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani” (Ger 18, 6).

  1. Sono tre i comportamenti umani: 

  1. L’uomo si ribella a Dio e rimane nella ribellione

Dio vuole che tutti gli uomini si salvino. Quando l’uomo si ribella al piano di Dio è come se dicesse: Io non mi voglio salvare.

Se l’uomo rimane nella ribellione, Dio non può far niente, non può dare alcuna forma a questa creta, cioè non lo può salvare, perché Dio, l’Onnipotente, ha creato l’uomo libero e vuole che collabori con lui alla sua salvezza. Dio ci dà tutto, però la salvezza è sempre un dono che dà all’uomo che dice: Signore, voglio fare tutto ciò che tu vuoi che io faccia!

In altri termini, quando Dio si avvicina all’uomo e gli dice che lo vuole salvare, non lo prende per i capelli e lo costringe a salvarsi, ma si avvicina a lui e gli fa una domanda: Vuoi salvarti? Se risponde di sì, lo salva, altrimenti Dio rimane impotente dinanzi all’uomo, e la creta rimane creta.

Il vero problema sta nella libertà dell’uomo, per cui la colpa della dannazione dell’uomo non è di Dio, ma dell’uomo stesso che non vuole salvarsi. Infatti sappiamo per fede che l’uomo è stato predestinato ad essere conforme all’immagine del Figlio di Dio, cioè è stato predestinato alla salvezza, non alla dannazione. Poiché Dio ha destinato l’uomo alla salvezza lo ha chiamato, e poiché lo ha chiamato lo ha giustificato e gli ha dato tutti i mezzi per essere giusto.

L’uomo col battesimo vive nella grazia, nella giustizia; se pecca, con il sacramento della penitenza ritorna ad essere giusto. Dopo che Dio ha giustificato l’uomo, lo ha anche glorificato, infatti gli dà in premio la glorificazione, il Paradiso.

Questo è il piano di Dio, ma se l’uomo non entra in questo piano, Dio non può far niente. In altri termini l’uomo è capace di guastare il piano di Dio, e lo può guastare definitivamente. Quando ci sarà il giudizio universale i dannati diranno: Noi andiamo all’inferno, perché abbiamo voluto andarci, in quanto ci siamo opposti a tutti i piani di salvezza del Signore.

  1. L’uomo si ribella a Dio, ma poi si converte

L’uomo che si è ribellato a Dio, ma decide di tornare sulla retta via, si pone il problema di che cosa ne sarà di lui. Sappiate che Dio rifà il suo piano di salvezza su di lui. Poiché si era ribellato, il Signore lo ha lasciato libero di andare all’inferno, pur sollecitando la sua intelligenza, la sua volontà e il suo cuore a tornare indietro, perché non poteva fare altro; però se torna indietro, fa un altro piano, che è sempre un piano di salvezza. Infatti il Signore dice: Anche se per vent’anni, trent’anni, quarant’anni sei stato lontano da me, tutti questi anni vissuti in peccato per me non esistono più. Tu mi sei un figlio caro, carissimo come quando eri piccolo, e poiché mi sei tanto caro ho istituito il sacramento della confessione, per mezzo del quale ti lavo l’anima e la rendo bella, pura, immacolata, santa nell’amore, perché destinata ad essere conforme all’immagine del Figlio.

Questa è la verità più consolante che io abbia potuto leggere nella S. Scrittura! Dio non distrugge la libertà dell’uomo, ma la sollecita. Una volta che l’uomo accetta la sollecitazione di Dio e ritorna sulla retta via, Dio lo accoglie e lo fa ritornare nella situazione precedente al peccato. Si realizza per ogni peccatore che si converte la parabola del figliuol prodigo. Il Padre quando ritrova il figlio perduto fa festa. Questa è la storia di tutta l’umanità.

Figli miei carissimi, questa è la mia storia e forse sarà anche la vostra storia! Meno male che il Signore ha tutto dimenticato ed ha rifatto su di me un altro piano, per mezzo del quale adesso io mi salvo, così come Dio mi avrebbe salvato prima! Quindi Dio non mi abbandona definitivamente, ma aspetta sempre il mio ritorno.

Quanto vale la decisione dell’uomo, quanto vale la volontà e la libertà dell’uomo! Io sono l’artefice della mia felicità, ed io sono l’artefice della mia infelicità.

L’atteggiamento di Dio è sempre revocabile. Se l’uomo pecca Dio lo minaccia. Si avvereranno queste minacce di Dio? Sì, se l’uomo continuerà a camminare nel male; no, se l’uomo tornerà un’altra volta ad essere il suo figlio. Ecco la ragione perché vi dico: Osservate i dieci comandamenti e sarete benedetti. Se non li avete osservati, basta tornare indietro e dire: Signore, ho peccato, ho fatto male, ma da questo momento in poi dico no al male! Allora Iddio ti riceve di nuovo come figlio prediletto, ti toglie la maledizione e ti dà le benedizioni. Questo è il bello di Dio, mentre voi pensavate che ritornando sareste state sempre le pecore nere, non è così: si ritorna ad essere i figli prediletti di Dio.

Dice il Signore: Io ho gettato in fondo al mare i tuoi peccati, ho gettato i tuoi peccati dietro le mie spalle, ho calpestato i tuoi peccati, non li ricordo più, li ho cancellati. Sono tutte espressioni della S. Scrittura, attraverso le quali sappiamo che il peccato passato, se deplorato, non conta più e non è un ostacolo alla santità. Se ho riconosciuto un’azione come peccato e l’ho cancellato per mezzo della confessione, questo peccato dinanzi a Dio non c’è più. Sono ritornato ad essere santo!

  1. L’uomo è fedele a Dio e rimane fedele

Questo è il terzo caso; è il caso dell’uomo che è nella santità: si è sforzato di osservare i dieci comandamenti, non ha commesso colpe gravi e intende camminare nella via della perfezione.

Se voi siete fedeli al Signore rinnovate i vostri propositi di impegno nella via della santità, perché il Signore non vi lascia così come siete, ma vi abbellisce, vi perfeziona, vi rende veramente il suo capolavoro.

Io ho visto che il vasaio, dopo aver fatto il vaso lo ha aggiustato, lo ha cotto, e dopo la cottura lo ha portato dentro la sua bottega ed ha incominciato a fare i lavori esterni, a dipingere i fiori o altre figure, per fare il suo capolavoro!

Dio, di ogni anima che s’impegna nella via della santità, fa un capolavoro, e nei suoi capolavori non si ripete mai. Ecco perché i santi non si ripetono mai! Ogni santo è sempre un capolavoro di Dio.

Se l’anima è fedele, Dio non solo le rimane fedele, ma si compiace e sta lì a lavorarla per renderla più perfetta.

È questo il lavoro che Dio opera in voi, alcune volte usando l’ascia, altre volte la pialla, altre volte la sega o il martello. Il paragone in questo caso non è con il vaso di creta, ma col pezzo di marmo che lo scultore trasforma in statua.

Questo lavoro è tutto lavoro di sofferenza! Ecco perché Gesù ha detto: “Beati coloro che soffrono!”.

La sofferenza è il lavoro diretto di Dio sull’anima, che non potrà mai modificarsi, se non c’è questo intervento divino.

Con l’anima Dio usa il martello, l’ascia, la sega, lo scalpello, la carta vetrata, cioè le dà la sofferenza esteriore ed interiore. Solo così Dio può lavorare le anime! Ecco perché vi dico: Beati voi che soffrite, perché se soffrite, Dio sta facendo di voi il suo capolavoro!

Ricordate che, se non ci modifichiamo sulla terra, saremo modificati nel purgatorio, perché non entreremo in paradiso, se non avremo modellato in noi, a perfezione, l’immagine del Cristo crocifisso; non del Cristo glorioso, ma del Cristo crocifisso!

Se non avremo riprodotto a perfezione tutte le sue virtù dentro di noi, con la grazia di Dio saremo capaci di riprodurle.

Diceva san Paolo: Non io ho fatto questo, ma la grazia di Dio che è in me. Quando Paolo si lamentava col Cristo, una volta si rivelò e gli disse:

“Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12, 9).

Ecco perché poi san Paolo esclamerà: “Quando sono debole è allora che sono forte” (2 Cor 12, 10).

Fatevi lavorare da Dio. Se pensate che il lavoratore dell’anima vostra e il perfezionatore dell’anima vostra è il Padre, sbagliate, perché non sono io a perfezionare, a lavorare l’anima vostra, ma è il Signore. Lasciategli fare il suo lavoro! Io vi posso solo dire se ciò che accade in voi è opera di Dio o del diavolo, se collaborate o meno con Dio.

Il padrone che sta lavorando l’anima vostra non sono io, ma il Signore, che vuole da ogni anima l’amore. Ogni atto di amore è un atto libero, perciò dategli tutti i permessi.

Abbiate gli occhi fissi sul Cristo, gli occhi fissi su Dio e non sui fratelli! Andremo ai fratelli, ma per dare loro Dio! Il modello di ogni cristiano è il Cristo, il modello di ogni cristiano è Dio. Abbiate gli occhi fissi su Dio, gli occhi fissi sul Cristo, perché sul Cristo ci dobbiamo modellare e non sui fratelli, perché purtroppo non sempre i fratelli ci aiutano ad essere figli autentici di Dio.

CONCLUSIONE

Sono felice e contento di sapere che il piano di Dio su di me è sempre revocabile. Infatti dice il Signore: Forse non potrei agire con voi come questo vasaio?

Il piano di Dio è sempre revocabile, però rimane sempre un piano di amore e di salvezza.

Collaborate con Dio e vi troverete bene!