Seminiamo amore… e raccoglieremo amore – Mt 13, 26-43

Mt 13, 31-35 Come il Padre vuole l’Istituto

Mt 13,33 – Il lievito

Mt 13, 24-43 – Dio sulla terra non fa giustizia

Mt 13, 24-53 – Il bene e il male

Mt 13, 24-30 – Il regno dei cieli è come un uomo che ha seminato del buon seme

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 18.07.1993

 

DOBBIAMO CONVIVERE

CON COLORO CHE FANNO IL MALE

(Mt 13, 24-30)

 

Prima di dirvi il pensiero fondamentale contenuto nella parabola della zizzania, vi vorrei parlare dei figli di Dio e dei figli del diavolo, perché dobbiamo avere dei concetti precisi in modo da evitare scrupoli di coscienza e, soprattutto, scoraggiamenti.

 

  • i figli di Dio e i figli del diavolo

 

  1. I giusti

I figli di Dio sono i giusti, cioè coloro che hanno ricevuto il Battesimo e hanno mantenuto la parola di fedeltà ad esso. Hanno vissuto nella innocenza battesimale, cioè non hanno peccato gravemente dopo il Battesimo. Il nostro san Francesco appartiene a questa categoria di persone: figlio di Dio, giusto. Dopo che il peccato originale gli era stato cancellato dal battesimo, non ha commesso più alcun peccato mortale.

 

  1. I peccatori

Sono figli di Dio anche i peccatori, cioè coloro che peccano dopo il santo Battesimo, però riconoscono il proprio peccato e chiedono perdono a Dio, usando il secondo sacramento di salvezza che si chiama Penitenza.

 

  1. I malvagi

I malvagi sono coloro che pensano di fare il male, lo fanno e non si pentono di averlo fatto. Quindi sono malvagi, empi, pervertiti; essi sono i figli del diavolo. Bisogna però tener presente che il malvagio è un uomo libero ed un giorno potrebbe diventare giusto, riconoscendo il suo peccato e chiedendo perdono a Dio col sacramento della Penitenza. Di conseguenza sulla terra il malvagio puro, cioè colui che dalla nascita alla morte è sempre malvagio o empio, non esiste, in quanto anche chi fa il male può sempre ricredersi con la grazia di Dio, e quindi salvarsi.

Quindi non c’è nessun uomo predestinato all’inferno.

Vi ho presentato queste tre categorie: i giusti, i peccatori e i malvagi, perché dovete riflettere a quale di esse appartenete.

 

  • i figli di Dio e i figli del diavolo devono convivere insieme

 

Il messaggio fondamentale della parabola è la necessità da parte dei buoni di convivere con coloro che fanno il male.

È bene sapere che si deve convivere con i cattivi per due motivi:

 

  1. Per non fare del male a loro e a noi

Gesù dice: “perché non succeda che cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano” (Mt 13, 29).

Perché è sottolineato un simile comportamento? Il motivo è semplice: nella nostra vita anche noi siamo stati peccatori, e persino malvagi.

Non esiste nessun predestinato alla dannazione, per cui tutti possono salvarsi. E noi possiamo pregare sia per la nostra salvezza che per quella dei peccatori, perché anch’essi si salvino.

L’apostolo Pietro, rivolto ai cattivi e ai buoni, diceva: “Il Signore non ritarda nell’adempire la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2 Pt 3, 9).

Noi misuriamo col secondo, col minuto e con l’ora, ma Dio misura con l’eternità, perché “mille anni dinanzi a lui sono come il giorno di ieri che è passato” (Sal 89, 4).

Immaginate che cos’è la nostra vita, cosa sono i nostri sessanta, settanta, ottanta o anche cento anni! Solo “un soffio” (Sal 89, 9).

Non imprecate mai contro gli altri, accettateli così come sono, perché tutti possono sbagliare. Usate sempre misericordia, così come il Signore è sempre misericordioso, e abbiate pazienza come lui.

Ma, detto ciò, è bene ricordare, che anche dopo cento anni arriverà l’ora di Dio, e chi non si pentirà dinanzi a lui non si salverà. Si avvereranno, allora le parole di Gesù: Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno la zizzania, cioè i malvagi, e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti (cfr. Mt 13, 41-42). Certo non auguro ciò né a me, né a voi, né ad alcuno. Per questo bisogna pregare per tutti gli uomini, perché possano convertirsi, e quindi salvarsi.

 

  1. Bisogna convivere con i cattivi anche per ottenere tutto il bene possibile

Dice Gesù: “Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura” (Mt 13, 30).

San Paolo, parlando del medesimo argomento, rivolto a coloro che da peccatori sono diventati giusti per la misericordia di Dio e per il sangue preziosissimo di Cristo, dice: “Fate tutto senza mormorazione e senza critiche” (Fil 2, 14). Non giudicate i vostri fratelli! Se giudicate i vostri fratelli, infatti, giudicate voi stessi (cfr. Rm 2, 1).

E ancora: “Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio?” (Rm 2, 3).

San Paolo intende dire: Tu non sei scusato, perché hai commesso gli stessi peccati che commettono i tuoi fratelli. è una storia che si ripete. Magari gli altri hanno trasgredito il primo comandamento e tu il secondo, gli altri il terzo e tu il quarto, ma i comandamenti li hanno trasgredito loro ed anche tu, e quindi degni tutti del fuoco eterno.

Ecco il motivo della raccomandazione: “Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche”. Nella vostra giornata ci sono mai mormorazioni? Ci sono mai critiche o giudizi? Ci sono mai condanne?

Vi auguro con tutto il cuore che non ve ne siano. Se non volete commettere tali errori, il segreto consiste nel chiudere gli occhi, perché gli occhi sono la finestra del nostro cuore. Se chiudete gli occhi nulla entra nel cuore, e di conseguenza non giudicate. Se invece tenete gli occhi aperti, qualcosa arriverà nel cuore e di ciò direte certamente o bene o male. Ma noi, più che bene, diciamo sempre male: ecco la mormorazione, la critica, il giudizio, l’insopportabilità o l’impazienza.

San Paolo ammoniva ad essere “irreprensibili e semplici” (Fil 2, 15).

“Irreprensibili” significa che non si deve fare il male, mentre con l’aggettivo “semplici” s’intende che, come i bambini, bisogna vedere negli altri solo il bene, ignorando il male.

 

 

Il nostro atteggiamento è dunque quello di essere luce.

Ma in che modo possiamo esserlo? “Tenendo alta la parola di vita”, cioè la Parola di Dio         (Fil 2, 16).

Ecco la nostra missione: dobbiamo splendere come luce, illuminando noi stessi e gli altri con la Parola di Dio.

È vero che Gesù disse: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8, 12), però poi aggiunse: “Voi siete la luce del mondo e il sale della terra” (Mt 5, 13-14). Quindi come luce dobbiamo illuminare, come sale della terra dobbiamo essere testimoni di quella parola che diciamo agli altri.

Ecco come Gesù ha risolto il problema del male contrapposto al bene! Esiste un’altra soluzione? No, non c’è. Gli uomini hanno trovato delle altre soluzioni, ma nessuna si è dimostrata soddisfacente, e seguendo ora questa ora quella teoria, il mondo è andato di male in peggio.

Questa è la vera ed unica soluzione: Siamo condannati a convivere con coloro che fanno il male e dobbiamo accettare questo stato di cose per non danneggiare né loro né noi, anzi per fare del bene a loro e a noi.

 

 

CONCLUSIONE

 

  1. Accettate di convivere con coloro che fanno il male senza mormorazioni e senza critiche, e soprattutto senza giudizi e senza condanne!

 

  1. Santificatevi in questa situazione, perché non ci saranno modifiche a questo stato di cose, né oggi, né domani, né dopodomani.

Il grano sarà sempre grano in cielo. La zizzania sarà sempre zizzania all’inferno. Solo alla nostra morte saremo confermati nel male, se abbiamo fatto il male e saremo confermati nel bene, se avremo fatto il bene. Quelli che hanno fatto il male, rimarranno sempre nel male; mentre quelli che hanno fatto il bene rimarranno sempre nel bene, senza pericolo di trasgredire la legge di Dio. Hanno cominciato a cantare alla misericordia di Dio e nessuno fermerà questo canto.

A voi consiglio di cominciare a cantarlo sulla terra per continuarlo poi in cielo.