Accogli la Parola…rinnoverà il tuo cuore – Is 55, 10-11 – Mt 13, 1-9

Is 55, 10-11 – LA PAROLA DI DIO ILLUMINA E CONVERTE – I meditazione

Is 55, 10-11 – PAROLA DI DIO è FONTE DI TANTE OPERE BUONE – II meditazione

Mt 13, 18-23 – L’incostanza

Mt 13, 18-23 I motivi della non produttività del seme della PdD

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 12.07.1981

 

LE DIFFICOLTA’ CHE OSTACOLANO

L’ATTUAZIONE DELLA PAROLA DI DIO IN NOI

(Mt 13, 3-23)

Nella parabola del seminatore, Gesù ci prospetta le difficoltà che noi troviamo lungo il corso della nostra vita, difficoltà che ostacolano il cammino della Parola di Dio nel nostro cuore per cui non ci facciamo santi.

Vediamo quali sono i nemici delle diverse qualità di terreno.

  1. Il demonio

Al demonio nessuno ci crede; non so se voi ci credete, ma anche se ci credete certamente non sapete discernere la sua azione dalla vostra azione. Il mezzo sicuro per conoscere l’azione del demonio in ciascuno di noi è la ribellione.

Tutte le volte che vi ribellate, tutte le volte che non ubbidite seguite certamente il demonio, perché il demonio è il primo ribelle, il primo insubordinato. Tutti quelli che si ribellano alla volontà di Dio, che si ribellano all’insegnamento di Dio, che non accettano l’insegnamento di Dio, che non seguono l’insegnamento di Dio certamente seguono il demonio.

C’è una distinzione tra gli altri pericoli e questo. Le preoccupazioni del mondo, le tribolazioni, le sofferenze le conosciamo e le vediamo, non sono nemici che non ci fanno capire la Parola di Dio. La Parola si capisce, però non si mette in pratica. Invece l’azione del demonio non la vediamo, ma si può distinguere in maniera chiarissima. Il segno è la ribellione.

La ribellione alla Parola di Dio non è azione vostra, è azione del demonio, per cui se lo seguite nella ribellione diventate ottime seguaci del demonio, siete degne figlie di questo grande angelo ribelle.

Il Cristo è stato ubbidiente fino alla morte, e tutti quelli che ubbidiscono sono seguaci autentici del Cristo. Invece il demonio è il disubbidiente per antonomasia; si ribella sempre al piano di Dio. Si è ribellato ed è rimasto in questo stato di ribellione. Quindi tutte le volte che ci ribelliamo a Dio e al suo insegnamento seguiamo non il Cristo che è l’ubbidiente, ma il demonio che è il disubbidiente.

Questa è l’azione del demonio. Quindi non si tratta di azione esterna, ma di ribellione.

Noi intendiamo fare veramente quello che Dio vuole, ma quando ci ribelliamo seguiamo il demonio; ecco perché la Parola di Dio non porta frutto. Non può portare frutto, non può produrre opere di conversione in me, perché mi ribello.

  1. La tribolazione

Un’altra difficoltà al frutto della Parola di Dio, quindi all’opera di conversione e di santificazione dell’anima nostra è la tribolazione e la sofferenza.

La sofferenza veramente distrugge tante anime buone. Ve ne accorgete da queste domande:- Perché Dio ha fatto morire mio figlio? Perché Dio ha fatto morire mia madre? Perché ha fatto avvenire lo scontro? Perché ha fatto venire il temporale? Perché ha distrutto il mio vigneto? Perché, perché? Significa che non si ha fede.

Dinanzi al problema della tribolazione e della sofferenza non si crede più a Dio. Non credendo, è chiaro che il frutto non viene. Dio non paga di sabato. Dio ha dato la parola ed è un uomo d’onore, la mantiene. Noi entriamo in crisi perché Dio lo aspettiamo il primo giorno, lo aspettiamo il secondo giorno, lo aspettiamo il terzo giorno, ma vedendo che la sua parola non si è avverata, lo lasciamo e andiamo con l’altro. Questa è la crisi dell’uomo: non crede perché si trova dinanzi al problema del dolore, dinanzi al quale problema non sa dare una risposta, mentre noi per fede sappiamo che c’è una risposta d’amore; bisogna solo saper attendere. Dio ha bisogno di fede.

  1. Le preoccupazioni

Un’altra causa dell’inefficacia della Parola di Dio nell’anima nostra è la preoccupazione.

Gesù parla di preoccupazioni del mondo e preoccupazioni della vita: la preoccupazione di vestire, di mangiare, di crescere i figli, di mandarli a scuola, di essere promossi; del lavoro, del posto, del divertimento, di vivere e non di morire.

Le preoccupazioni di ogni giorno ci allontanano da Dio, tanto da dimenticare i suoi insegnamenti. Voi dite: ma possiamo vivere fuori dalla realtà di questo mondo? No, no! Noi dobbiamo vivere nella realtà di questo mondo, ma con lo sguardo fisso in Dio. Quando ci sono due interessi, prima Dio e poi quello della nostra vita di ordinaria amministrazione; ma le preoccupazioni del mondo e della nostra vita non devono essere tali da far tacere la preoccupazione dell’anima, e far tacere la voce della volontà di Dio.

Chi è preoccupato di lavorare, lavorare, lavorare, alla fine si troverà senza Dio. Chi è preoccupato di divertirsi, alla fine si troverà senza Dio. Chi è preoccupato di mangiare, alla fine si troverà senza Dio. Se tu sei stata otto ore per preparare un pranzo e quattro ore per consumarlo, certo che non hai il tempo di andare a Messa la domenica o non hai il tempo per dire il rosario. Hai dato alla preoccupazione del mondo otto ore, mentre dovevi darne sette e almeno una a Dio. Se sei stata così presa dalla bella figura che volevi fare con gli ospiti che hai preparato, preparato, preparato, ti sei sfiancata, ti sei stancata, ma a Dio non hai dato niente. Hai perduto anche l’anima tua. Quella non deve essere una preoccupazione da eclissare i doveri che noi abbiamo verso Dio, ma da integrare. Vivere sì il lavoro, ma quelle ore e basta. Divertirsi, ma quelle ore e basta. Non siamo fuori della realtà del mondo, ma siamo nella realtà del mondo; però se la realtà del mondo ci prende fino a distruggere gli interessi dell’anima nostra, è chiaro che la Parola di Dio non può convertirci, salvarci, santificarci.

Gesù ha parlato anche della preoccupazione delle ricchezze.

Ognuno di noi faccia il suo esame di coscienza: se vuoi diventare ricco, è chiaro che farai di tutto per trascurare Dio, perché la ricchezza, il denaro è in contrasto completo con Dio.

Gesù ha detto: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 3); ma ha anche detto: “Guai a voi ricchi” (Lc 6, 24), “è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio” (Lc 18, 25).

Poiché siamo tutti ricchi, san Pietro dice:- Signore, allora chi è che si salva? “Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio” (Lc 18, 27).

Vi potete salvare anche se avete la preoccupazione delle ricchezze, è chiaro subordinando la preoccupazione delle ricchezze al regno dei cieli.

4. L’incredulità

Se oggi ascolterete la sua voce non indurite il cuore, dice il Salmista.

La difficoltà più grande per l’ascolto della Parola di Dio è l’incredulità. Chi crede si salva, chi non crede non si può salvare. Il vero ostacolo alla santità nell’anima nostra è l’incredulità. Chi non crede ascolta le stesse parole di chi crede, soltanto che quelle parole a chi non crede non producono niente; chi crede invece diventa santo. è il terreno buono.

Mettetevi in questa disponibilità di fede e vedrete quanto frutto riceverete. Chiedete al Signore questo grande dono, il dono della fede, perché solo questo darà un significato alla vostra vita spirituale.

        CONCLUSIONE

La condizione per far fruttificare la Parola di Dio, oltre alla fede è la semplicità di cuore.

Chi ha la semplicità di cuore si troverà nella condizione di poter veramente glorificare il suo Dio.

Dio semina? Sì. Dio semina continuamente. Quando semina parte del seme cade sulla terra, e parte cade invano.

Io a voi dico: beate voi per questo seme che il Signore semina abbondantemente sulla vostra terra e nelle anime vostre. Possiate raccogliere anche un poco di questo seme, perché questo seme ha la potenza di trasformare un’anima e di farla santa.