Custodi dei segreti del Re – Mt 11, 25-27

da un’omelia di P. Francesco Chimienti o.m.

05.07.1987

 

DIO RIVELA I SUOI MISTERI AGLI UMILI

(Mt 11, 25-30)

 

 

  1. Dio si piega sugli umili

Nel vangelo di oggi, Gesù sotto forma di preghiera ci dice una grande verità: Il Padre rivela i suoi misteri agli umili, “ai piccoli”.

Nella parola “piccoli” si intende qualsiasi persona: maschio o femmina, di qualsiasi età. Piccoli nella fede significa umili, coloro che non hanno pretese; nessuna pretesa.

Dio rivela i suoi misteri agli umili, ma li nasconde ai sapienti e agli intelligenti, cioè a coloro che fanno affidamento sulla loro sapienza, sulla loro intelligenza, sui loro studi. Questa è la verità che Gesù ci ha rivelato. Poi nella preghiera benedice il Padre; gli dice: Grazie, che fai così, perché gli umili saranno esaltati, mentre i superbi saranno umiliati.

 

  1. Gli umili hanno la sapienza di Dio

Io non vi spiego queste parole, le dovete sperimentare per vedere se sono vere. Datevi a Dio e Dio con la sua grazia, con i suoi doni: sapienza, intelletto, consiglio, scienza, fortezza, pietà, timore di Dio, vi rivelerà i suoi misteri.

Mentre leggevo questa pagina pensavo al mio Santo Padre, san Francesco di Paola, non è stato un uomo di studio; ha saputo leggere e scrivere, questo sì, ma non è stato un teologo; ma ciò che lui ha detto nella sua vita e ciò che lui ha scritto, non l’ha scritto nessun teologo e non me l’ha detto nessuno scienziato; non solo, ma io vi dico che le parti si cambiano. Durante la sua vita erano gli scienziati, i teologi che andavano da lui per domandare spiegazioni su determinati misteri di Dio; non è stato lui ad andare dai teologi per chiedere spiegazioni sui misteri di Dio. Tanto è vero che quando lui andò a Roma – Roma è stato sempre il centro degli studi teologici e filosofici della Chiesa – erano i Cardinali, erano i Vescovi, erano i teologi che andavano da lui a chiedere consiglio e a chiedere spiegazioni. Dice la storia che rimanevano meravigliati della sapienza che usciva dalla sua bocca. Quelle stesse parole che si dicono di Gesù, quando andò all’età di dodici anni nel tempio, e lì ascoltava e interrogava i dottori, quelle stesse parole sono state dette di san Francesco di Paola.

Noi minimi abbiamo avuto a Roma il Beato Nicola Saggio, che era un fratello laico come san Francesco di Paola; non aveva studiato, era un contadino di professione, sapeva leggere e scrivere soltanto e faceva il portinaio. Ebbene a Roma i teologi e i filosofi andavano da lui a chiedere spiegazioni su determinate questioni difficili che loro non riuscivano a capire. Egli parlava della SS. Trinità con una facilità e semplicità tale da sbalordire i più grandi teologi. La sua era una scienza non intellettuale, ma una scienza sperimentale.

  1. I bambini hanno la fede dono

La prova che Dio si rivela ai piccoli io l’ho avuta soprattutto e soltanto con una categoria di persone, quando andavo ad insegnare il catechismo nelle scuole elementari. Le risposte che mi davano i bambini di prima, di seconda, di terza , di quarta, di quinta elementare non me l’ha mai dato nessun teologo. Poi, quando incominciano a frequentare la prima e la seconda Media non capiscono più niente, proprio niente, perché incomincia la scienza umana. E la scienza umana confonde e annulla la scienza divina. Prima c’è la fede dono, poi la fede si deve conquistare.

Non so se voi avete avuto la stessa esperienza nelle vostre classi di catechismo. Ogni qualvolta io ho fatto ai fanciulli delle domande che non avevano niente a che fare col catechismo, quando cioè ragionavamo insieme, davano risposte degne solo dello Spirito Santo.

“Ti benedico, o Padre, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te” (Mt 11, 25).

 

          CONCLUSIONE

In altri termini, se volete la sapienza divina dovete farvi piccoli. Così ha stabilito Dio, e così è. E questo piano di Dio non si cambierà giammai.

E noi? Fatevi piccoli e avrete la stessa sapienza.