Chiamati a gioire anche nel dolore – Gv 15,2

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 11.07.1991

 

LA POTATURA DI DIO

(Gv 15, 2)

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Dice Gesù: “Ogni tralcio che porta frutto, il Padre lo pota perché porti più frutto” (Gv 15, 2).

Che cosa è la potatura di Dio? è l’intervento di Dio nella storia personale dell’anima, perché Dio è colui che deve curare la vostra santità.

È Dio in persona che, vedendo che voi vivete nel Cristo suo Figlio con la grazia di Dio, si compiace di voi e allora vi circonda di tutte le sue cure, perché, se vi lasciasse così come siete, sareste un tralcio selvatico. È necessaria l’azione del vignaiolo, perché il tralcio porti frutto e porti molto frutto.

L’azione del vignaiolo è un’azione continua, che avviene in vari modi.

Ho diviso la potatura di Dio in tre specie:

 

  1. La potatura che avviene con la meditazione e con le ispirazioni

Quando ascoltate la Parola di Dio e vi confrontate con essa formulate un proposito per fare secondo quanto Dio vi ha detto ciò che prima facevate in un altro modo.

La potatura si ha quando fate la meditazione e Dio vi suggerisce di togliere una determinata abitudine cattiva e di esercitarvi nella virtù contraria.

Quindi la Parola di Dio vi trasforma e vi fa portare molto frutto.

Questa trasformazione è operata da Dio. Infatti, se non c’è l’azione dello Spirito Santo, nell’ascolto della Parola di Dio, nella lettura e nella meditazione della Parola, non abbiamo nessun buon pensiero.

Se ci fate caso, nella maggior parte delle meditazioni, il Signore fa vedere sempre o quasi sempre gli aspetti negativi da correggere. Questa è la potatura di Dio! Il Signore ci dice quali aspetti negativi devono essere eliminati, tagliati perché al posto di quel ramo deve spuntarne un altro, cioè al posto del vizio dobbiamo mettere la virtù, al posto dei difetti dobbiamo mettere dei pregi. Il Signore ci fa anche vedere che dobbiamo fare meglio le azioni buone che già facciamo.

Un altro intervento di Dio per potare l’anima nostra sono le ispirazioni.

Lo Spirito Santo, volta per volta, durante la nostra giornata, fatta di lavoro, di riposo, di nutrimento e di tante altre cose, sia quando viviamo a contatto con gli amici o con i nemici, sia quando dobbiamo compiere i nostri doveri, sia quando ci divertiamo, ci suggerisce di fare il bene e di evitare il male. Infatti mentre stiamo facendo un’azione cattiva, o un’azione che non è proprio perfetta, ci dice: Questo non lo devi fare!

Volta per volta ci suggerisce di non fare alcune cose, come ci suggerisce di farne altre; ci suggerisce di fare in un modo e non in un altro modo, di agire non per amor proprio ma per amore di Dio. Quindi ci suggerisce anche il modo di fare un’azione. Questa è la potatura dello Spirito Santo, la potatura di Dio.

 

  1. La potatura che avviene con l’esame di coscienza, le mortificazioni e le rinunce

Questa è una potatura sempre di origine divina, ma richiede l’intervento umano.

È l’uomo che con l’esame di coscienza deve vedere come ha agito, deve vedere se ha trasgredito la legge di Dio e deve fare il proposito di non trasgredirla più; ma se ha fatto del bene deve impegnarsi a farlo nel modo migliore.

Non trascurate l’esame di coscienza!

Potreste pure trascurare l’azione diretta dello Spirito Santo quando fate la meditazione, con la scusa che non avete nessun buon pensiero. Però sappiate che Dio parla sempre, non tace, siete voi che non vi siete messe nella condizione di ricevere l’ispirazione. Però sull’esame di coscienza non ci sono scuse, perché siete voi che dovete farlo.

L’esame di coscienza è un elemento fondamentale per il progresso spirituale dell’anima, per cui non lo potete trascurare. Dobbiamo fare sia l’esame di coscienza generale, che riguarda tutta la nostra vita, i nostri doveri nei diversi campi della nostra vita quotidiana, sia l’esame particolare per vincere un determinato vizio. Vi ho consigliato di individuare il vizio che volete togliere e vedere settimana per settimana, mese per mese, se c’è un progresso, se c’è un impegno, se ci sono più cadute o meno cadute, se ci sono più vittorie o meno vittorie.

Nell’esame di coscienza occorre l’impegno personale di ciascuno.

Un’altra forma di potatura è la mortificazione. E voi nella mortificazione dovete essere specialiste. Dovete mortificare la lingua, gli occhi, l’udito, i vostri piaceri, le vostre preferenze.

Un’altra specie di potatura è la rinuncia, non soltanto a ciò che è illecito, difatti la mortificazione serve in modo particolare a non far prevalere l’illecito sul lecito, ma anche alle cose lecite.

Per la Minima è una norma di vita rinunziare a tutto ciò che piace. Dovete trasformare in vita questo insegnamento!

Io non accetto i tre vostri grandi vizi: l’egoismo, la gelosia e l’invidia.

L’egoismo è contrario all’amore di Dio, che è diffusivo di sé. Infatti Dio è amore che dona e non riceve niente: dà sempre e dà tutto.

Dovete avere come modello Dio che dà sempre e dà tutto, per cui dovete dare sempre e tutto. Dovete arrivare alla consumazione di voi stesse.

Con l’egoismo vi costruite un monumento e volete che tutti gli altri stiano ai vostri piedi e diventino pietre per innalzare il vostro monumento.

Dio non accetta l’egoismo, che si manifesta nei rapporti con Dio e nei rapporti col prossimo. Avete costruito la vostra statua, ma quando esse entra in contatto con la statua dell’altro, dovete essere voi a cadere; da questo si vede se siete egoiste o caritatevoli.

L’altro vizio che io non accetto è la vostra gelosia, che consiste nell’avere dei doni che si tengono per sé, invece di metterli a disposizione degli altri con spirito altruistico.

Ha detto Gesù: I grandi di questa terra comandano e si fanno servire dagli altri; ma i miei seguaci, i miei discepoli devono servire (cfr. Mt 20, 25-28). Il vostro regnare deve essere il servizio dei fratelli. Quanto più state al servizio degli altri tanto più vi donate, e quindi viene a mancare la gelosia, che è contraria all’amore. Chi ha la gelosia custodisce gelosamente i suoi doni senza metterli al servizio degli altri; ma Dio non vi ha dato i talenti perché li mettiate sotto terra. Infatti Dio ha chiesto conto al servo dei talenti che gli aveva affidato e l’ha punito, perché non li aveva depositati nemmeno in banca.

La punizione consiste nell’essere gettati nel fuoco, dove ci sarà pianto e stridore di denti.

L’invidia è un vizio contro Dio, infatti è la caratteristica del diavolo, il quale, scacciato dal paradiso e gettato nell’inferno, è uscito dall’inferno per andare a tentare Adamo ed Eva, che avevano la grazia di Dio che a lui mancava.

Dice la S. Scrittura che satana per invidia contro Dio tentò l’uomo al male.

L’invidia consiste nel mettere l’altro nella condizione di fare il male, oppure di godere del male dell’altro; consiste anche nel mettere l’altro nella condizione di non fare il bene, oppure, se è stato fatto, ci si dispiace.

Quando Dio ha creato l’universo, l’ha fatto per effondere se stesso su tutte le creature, per gioire con le creature, però le creature spesso rinunziano all’amore di Dio e alla gioia.

Questi tre vizi devono essere smantellati, sradicati, bisogna togliere le loro radici, perché solo allora non ci saranno più.

Il vivere con gli altri, e voi vivete la vita sociale, serve proprio a vedere se siete egoiste, se siete gelose, se siete invidiose; o se siete altruiste, generose, totali e amorose.

Quando ricevete siete egoiste; ma quando date, allora siete altruiste.

La potatura di Dio, che si manifesta con la rinunzia, è una potatura in cui ci deve essere la collaborazione dell’uomo, l’impegno dell’uomo.

Per la Minima tutta la vita è una rinunzia, infatti per lei è norma di vita rinunziare non solo alle cose illecite, ma anche alle cose che più le piacciono, per donarle a Dio per mezzo dei fratelli.

 

  1. La potatura che avviene con le correzioni dei superiori e delle sorelle

Questa potatura avviene per mezzo dei fratelli che ci vogliono bene, infatti si chiama correzione.

Coloro che non ci vogliono bene non ci correggono, ma ci criticano, ci giudicano e mormorano contro di noi, guardandosi bene dal dirci le cose in faccia, perché in tal modo noi potremmo correggerci e diventare migliori. Invece essi non ci dicono nulla e gioiscono nel vederci cattivi e
sempre più cattivi.

La correzione è segno di amore; però io non voglio mai fare le correzioni. Le faccio solo alle mie figlie, perché la S. Scrittura dice che la correzione è un atto di amore, ed io ci credo.

Se Dio non avesse detto questo, io non avrei mai corretto nessuno perché tutte le volte che correggo una persona, mi diventa nemica e a me non piace farmi dei nemici.

Io non farei la correzione nemmeno per cento milioni; la faccio solo per fede, perché Dio ha detto che la correzione è un atto di amore. Quindi la faccio, anche se vedo le conseguenze negative, che si riversano su di me.

La correzione è una potatura fatta dagli altri. Questi altri sono o i superiori o le vostre sorelle o le vostre amiche.

I superiori devono fare la correzione per dovere, però la norma dei superiori è questa: vedere tutto, far finta di non vedere molte cose e correggere poche cose. Quindi, quando diventate superiori, non dovete stare a sparare continuamente con la mitragliatrice trecento colpi al secondo, perché non permettete neppure il battere del ciglio, ma dovete fare delle rarissime correzioni.

Noi dobbiamo credere nell’impegno personale dei nostri sudditi, che vogliono diventare santi, ed inoltre dobbiamo rispettare la personalità altrui sia nel bene che nel male. Solo quando vediamo che i nostri sudditi commettono errori grossi dobbiamo correggere.

Vi ripeto: dovete correggere poche cose, altrimenti si diventa insopportabili. Questa norma vale per i superiori in generale. Io, invece, che vi sono Padre, vi correggo tutto e non vi permetto neppure un moscerino, cioè un piccolo errore.

Se volete conoscere quali sono le sorelle che vi amano, sappiate che non sono quelle che vi portano il gelato, ma sono quelle che vi correggono.

Se una sorella vuole bene a colei che nel parlare ripete sempre una parola, le apre gli occhi e le dice: – Guarda che tu dici sempre: è vero, è vero … oppure: cioè, cioè …, e la sorella si corregge. La sorella che ama, corregge; sa correggere, in quanto sa fare l’osservazione con amore e discrezione.

Gesù dice:- Quando devi fare una correzione, chiama il tuo fratello a tu per tu, in disparte e con amore fa la correzione. In tal modo si dimostra che si corregge per amore e non per ripicca, cioè per dare una umiliazione.

Nell’Istituto ci devono essere le correzioni: i superiori le faranno per dovere, le sodali per amore.

Uno dei più grandi benefici che io ho ricevuto nello stare nel mio Ordine è stato quello di essere corretto, anche nel galateo. La stessa cosa è per voi nell’Istituto. Per voi tutto è lecito, tutto è possibile e tutto si deve fare, invece ci sono tante cose che non si devono dire o che non si devono fare, ecco perché vi dovete correggere fra di voi.

Ci sono stati dei Santi che, non avendo dei fratelli o delle sorelle che li correggessero, hanno pregato il Signore che mettesse al loro fianco qualcuno che aprisse loro gli occhi per vedere i quotidiani difetti. La bisaccia dei nostri difetti infatti sta dietro le nostre spalle, ecco perché non li vediamo.

Qualche altro Santo si è messo d’accordo con un suo amico e ha detto:- Per favore, quando noti in me qualche cosa che non va, fammelo sapere, in modo che io possa correggermi.

La correzione deve essere uno scambio di amore, non uno scambio di invettive, di odio, di rancore.

Questa è la potatura di Dio! Beato chi riceve questa potatura, perché diventa un albero perfetto, ma soprattutto che porta frutto e molto frutto, anzi frutti prelibati. Infatti le migliori olive escono dagli alberi potati, i migliori grappoli di uva nascono dalle viti potate e curate per bene in tutte le loro fasi di sviluppo e di maturazione.

Sarete veramente delle anime sante, se userete queste tre forme di potatura: la potatura diretta di Dio; la potatura voluta da voi con l’esame di coscienza, con le mortificazioni e con le rinunce; la potatura delle correzioni dei superiori e dei vostri fratelli.

 

conclusione

 

Vi consiglio di avere al vostro fianco qualcuno che vi indichi, volta per volta, i vostri difetti, senza ottenere quell’effetto di inimicizia che io ho sempre ottenuto dalle mie figlie.

Immaginate che cosa succederebbe se facessi una osservazione a qualcuno uguale a me!

Tuttavia io continuo a credere alla Parola di Dio che dice: All’inizio la correzione è amara per il proprio fratello, però dopo che la correzione è avvenuta e dopo che il fratello si è corretto, ne viene

una grande gioia, che è la gioia di stare prima di tutto in grazia di Dio, e poi di portare frutti copiosi e saporiti.