Chiamati a portare la Verità – Mt 10, 24-33

Mt 10, 24-33 – Annunciare agli altri la Parola di Dio senza alcun timore

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.m. 12.07.2003

ANNUNCIARE AGLI ALTRI

LA PAROLA DI DIO SENZA ALCUN TIMORE

(Mt 10, 26-33)

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Ogni rigo di questo vangelo è degno di essere commentato per essere vissuto. È un vangelo che ha tutto di pratico e niente di teorico. Io mi sono fermato soltanto su due frasi:

  “Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti, poiché non v’è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato” (Mt 10. 26-27)

  1. “Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce”

Tutto ciò che Dio ci ha detto nella S. Scrittura non dobbiamo temere di dirlo ad alta voce.

Ciò che Dio ha detto e ciò che il Cristo ha detto dispiace a me e dispiace anche a voi che mi ascoltate. Altrimenti Gesù non avrebbe detto che il regno dei cieli subisce violenza e solo i violenti se ne impadroniscono. Non avrebbe detto che ci sono due strade: una larga e un’altra irta. Non avrebbe detto che ci sono due porte: una stretta e un’altra larga, e che sono pochi quelli che prendono la strada stretta perché non piace.

Io nella mia vita sacerdotale ho notato che quando annuncio la Parola di Dio, chi mi fa l’obiezione vorrebbe adattare la parola alla sua vita, ma non come Dio l’ha detta, ma secondo le sue esigenze, per cui Dio, tramite me, dovrebbe fare un’eccezione per lui.

Adesso è all’ordine del giorno il matrimonio sfasciato, il divorzio o la separazione. Lui che lascia lei o lei che lascia lui, e portano sempre le ragioni perché lui può lasciare lei e lei può lasciare lui, e vogliono continuare a dire che sono cristiani.

Io dico: se il tuo caso doveva essere una eccezione, lo doveva dire Gesù; ma Gesù non l’ha detto. Ha detto che prima c’era un’eccezione: l’adulterio. Se uno dei due coniugi tradiva il marito o la moglie c’era il libello del ripudio, poteva chiedere la separazione, “ma adesso non sarà più così”.

 

  1. “Quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti”

Ciò che lo Spirito Santo vi ha detto nella vostra meditazione personale andatelo a predicare a tutti. Non c’è nulla di segreto che non debba essere manifestato.

Quello che io vi dico nelle tenebre, dice Gesù, ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti. Tutto ciò che di personale io do a voi, lo do a tutto il mondo.

Io ammiro Davide nel Salmo 50, perché non cerca attenuanti al suo peccato: “Quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto”.

Gesù ha detto che i sacerdoti devono essere poveri. È l’unica qualità che ha chiesto! Io devo essere povero e voi me lo dovete dire che devo essere povero, perché così ha detto Gesù. E voi con i vostri regali mi avete reso ricco! Ecco perché la Chiesa ha voluto dai parroci che devono rendere conto delle entrate e delle uscite. Io sono rimasto meravigliato e ammirato quando ho saputo che Pio XII da papa, più di una volta le suore hanno trovato il suo letto non disfatto, perché aveva dormito per terra per chiedere al Signore determinate grazie.

Dovete ripetere le parole di Gesù in modo autentico, riferendole sempre non come proprie ma come sue. Ciò che Dio ha detto a voi nella vostra meditazione, non abbiate paura di dirlo anche agli altri, perché tramite quelle ispirazioni che il Signore ha dato a voi nella meditazione, vuol parlare anche a loro. Ditelo pure, non abbiate paura, perché quello deve essere l’argomento della vostra catechesi. Ma che sia però la sua parola, il commento autentico alla sua parola, l’attualizzazione di quella sua parola per le anime che vi ascoltano.

“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10, 28)

Gesù ha messo al primo posto Dio, al secondo posto l’uomo. Sappiate mettere sempre al primo posto Dio, e, se volete, al secondo posto l’uomo; ma se lo mettete al terzo, al quarto, al quinto posto è meglio, perché al secondo posto dovete mettere voi stessi, perché Gesù così ha detto: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Dunque prima amerai il Signore Dio tuo, secondo amerai te stesso, e alla luce dell’amore che tu hai verso te stesso amerai il prossimo.

Gesù ha messo la scala dei valori anche nelle verità: prima del corpo viene l’anima. Allora al secondo posto viene l’anima tua. Cercherai di salvarti e poi penserai al tuo corpo; anzi, ha detto Gesù, chi pensa ad amare Dio e a salvare l’anima propria non deve preoccuparsi di altro, perché al resto ci penserà lui.

Lo dice Gesù, proprio in questo vangelo: “Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore” (Mt 10, 30-31).

“Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia …Ebbene voi valete più di molti passeri!” (Mt 10, 29. 31).

Queste parole, credute, hanno reso i cristiani di ieri e di oggi capaci di testimoniare la fede con la vita.

Noi abbiamo sempre parlato dei cristiani dei primi tempi; fortunatamente il Vaticano II ha suggerito al Papa di pensare ai martiri di questi tempi.

Ci sono i martiri del Comunismo. In Spagna abbiamo avuto molti frati uccisi. Hanno ucciso le monache del Secondo Ordine, hanno incendiato e distrutto le nostre chiese! Le monache del Secondo Ordine erano numerose, le hanno uccise e hanno incendiato i monasteri. Hanno affrontato con coraggio il martirio perché credevano in queste parole: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non hanno il potere di uccidere l’anima; abbiate piuttosto paura di colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna.

Queste sono le parole che hanno dato il coraggio ai martiri e che devono dare il coraggio a voi.

CONCLUSIONE

La parola di Dio è la parola di fede che non inganna mai.

Ricordate le parole di Gesù: il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Voi, come Missionarie della Parola di Dio, dovete essere le testimoni di questa Parola di Dio, di questo vangelo, di questa parola di Gesù, perché il cielo e la terra passeranno, ma la parola di Dio non passerà.

E con la parola di Dio testimoniata non passeremo nemmeno noi. Staremo in cielo in eterno, tanto in ogni Messa diciamo sempre: Padre santo, vogliamo venire con te nella vita eterna, con la Beata Vergine Maria, tutti i Santi e tutti i Martiri e san Francesco di Paola. Vogliamo godere la vita eterna!