L’uomo con la preghiera è onnipotente … come Dio – Mc 9, 14-29

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M

LA FEDE UNITA ALLA PREGHIERA OPERA I MIRACOLI

(Mc 9, 14-29)

Nel vangelo di oggi non è l’azione di Gesù che mi ha colpito, ma l’insegnamento.

Sono due gli insegnamenti:

  1. A chi crede tutto è possibile

“«Signore, se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede»” (Mc 9, 22-23).

Ecco il primo insegnamento: se vogliamo i miracoli da Dio dobbiamo credergli, dobbiamo credere nella sua onnipotenza.

A chi crede tutto è possibile. L’emorroissa non aveva detto nemmeno una parola a Gesù, aveva soltanto creduto: se io toccherò un lembo del suo mantello, lui mi farà il miracolo. Ha toccato il lembo e ha avuto il miracolo, perché ha creduto.

La Cananea era una pagana, però ha creduto che se andava da Gesù, gli esponeva il suo caso e lui accettava la sua preghiera, sua figlia sarebbe guarita. È andata; è stata rifiutata da Gesù; lei ha continuato a credere che Gesù le poteva fare quel miracolo, e il miracolo gliel’ha fatto: grande, donna, è la tua fede. Mi hai strappato il miracolo dalle mani, perché hai creduto.

Se volete i miracoli dovete credere; chi non crede, non avrà mai i miracoli, perché Dio vuole essere creduto.

Difatti Gesù li rimproverò: “Generazione incredula!”. Se avete tanta fede quanto un granellino di senapa, e direte a questa montagna: Spostati!, la montagna si sposterà (cfr. Mt 17, 20).

Ci vuole fede. Ecco perché Gesù non accetta la preghiera del padre di questo ragazzo che gli dice: Signore, se tu puoi!

E no, io posso tutto!

Se noi andiamo da Gesù, andiamo da Dio, e nell’esporre la nostra preghiera diciamo: Signore, se tu puoi farmi questo favore, fammelo!, non l’avremo mai, perché abbiamo dubitato della sua possibilità di fare ogni cosa. Dobbiamo credere che è Dio, e che può fare tutto.

Ecco il primo insegnamento: andare da Lui con fede; credergli.

  1. Dio concede il dono dei miracoli all’uomo che prega

Gesù entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?

I discepoli avevano fatto tanti miracoli, ma questo non l’avevano potuto fare. Ed egli disse loro: Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera.

Se volete fare i miracoli dovete pregare.

Dio a noi può dare dei doni particolari? Sì. Noi oggi li chiamiamo carismi. Come si mantengono, come si esercitano questi doni, qualsiasi dono, anche il dono dei miracoli, come l’ha avuto il nostro san Francesco? Con la preghiera.

Non si fanno i miracoli senza la preghiera, perché chi fa il miracolo è Dio, non l’uomo. L’uomo opera verso il suo fratello, se è unito strettamente a Dio.

Noi diciamo in teologia che l’uomo è la causa strumentale. Noi siamo strumento, noi siamo il martello nelle mani dell’uomo che deve spaccare la pietra.

L’autore principale è Dio! L’uomo diventa strumento nelle mani di Dio per operare un determinato miracolo.

Dio poteva operare le guarigioni senza san Francesco di Paola? Sì, perché no? Però per operare certi miracoli ha avuto bisogno di san Francesco di Paola. Ma san Francesco doveva essere unito a Dio, non solo con la grazia, ma anche con la preghiera, perché l’unione dell’uomo con Dio avviene nella preghiera. Nella preghiera noi chiediamo.

Qualunque cosa che voi chiederete al Padre, e avrete fede, lui ve la darà, ha detto Gesù. E poi ci ha svelato un segreto: qualunque cosa voi chiederete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.

I doni Dio li dà a chi prega. Ecco perché san Francesco di Paola, nella grotta, pregava sempre.

Il suo lavoro era la preghiera; la sua giornata lavorativa la passava in preghiera. Anzi pregava più della giornata lavorativa, più di otto ore, però quando usciva dalla grotta e si metteva in comunicazione con i fedeli, che erano andati da lui per chiedere anche delle grazie particolari, quel Dio che aveva dentro e del quale si era riempito, lo consegnava agli altri.

«Ho visto in te Dio; Dio ha operato in te», potevano dire, e l’hanno detto tante volte i fedeli che avevano i miracoli da san Francesco.

Ecco il segreto. Se volete fare i miracoli, dovete essere uniti a Dio per mezzo della preghiera.

Chi vuole il miracolo lo deve chiedere; chi invece lo vuole fare deve pregare.

conclusione

Datevi da fare a pregare e a pregare molto, perché abbiamo bisogno proprio di gente che preghi, e soprattutto che allevi le sofferenze dei fratelli.

Mancano i taumaturghi, ma soprattutto coloro che, pieni dei doni di Dio, li danno ai fratelli.

Ce ne sono? Sì che ce ne sono, ma sono pochi in confronto ai miliardi di uomini che esistono sulla faccia della terra. Perché? Perché c’è poca gente che prega. Molti parlano, ma pochi pregano. Ma Dio non concede le grazie a coloro che parlano; le grazie le concede a coloro che pregano.

La preghiera è un aspetto particolare della nostra spiritualità minima, che sarebbe la grande strada che ci ha aperto san Francesco di Paola, il quale non è stato soltanto l’uomo della preghiera, ma ci ha insegnato a pregare.

Il Minimo parla poco e prega molto.