Manda annunziatori della Tua Parola – Mc 16, 15-20 – 1Pt 5, 5-14 – San Marco Evangelista

Mc 16, 15-20 – L’azione di Dio e della MdP nell’apostolato – San Marco

1Pt 5, 5-14 – Festa di San Marco

Mc 16, 15-20 San Marco 25.4.2012

da un ritiro tenuto da P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 25.04.1998

IL CRISTO RISORTO E’ PRESENTE NELLA SUA CHIESA

ED OPERA INSIEME A COLORO CHE ANNUNZIANO CON FEDE LA PAROLA DI DIO

(Mc 16, 15-20)

 

“Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano” (Mc 16, 20).

Gli apostoli, che avevano avuto l’ordine di annunciare il vangelo, predicavano dappertutto, e il Signore operava con loro, confermando la Parola con i prodigi.

Il Signore dunque è presente nella sua Chiesa ed opera insieme con coloro che annunziano la Parola di Dio con fede.

Quindi è con voi, Missionarie della Parola di Dio!

I. la necessità della fede in coloro che annunziano il vangelo, perché il Cristo risorto operi con loro

è necessaria la fede in colui che annunzia il Vangelo. Quindi per voi, Missionarie della Parola di Dio, è necessaria la fede. La Minima vive di fede, che è più che compiere atti di fede; vive di fede e di amore abbandonata in Dio. Quindi la fede è il fondamento della nostra spiritualità.

Perché il Signore operi con le Missionarie della Parola di Dio è necessario che annunzino il Vangelo con fede.

Io pensavo che la fede fosse necessaria solo per coloro che ascoltano. Gesù aveva detto: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16, 15).

Pensavo che dovessero avere fede solo coloro che ascoltano, ma non anche coloro che annunziano. Il Signore me lo ha fatto capire stamattina. È bellissimo seguire lo Spirito Santo, seguire giorno per giorno le sue ispirazioni, perché completano l’insegnamento che vi ho dato e nello stesso tempo sono un beneficio per me, perché mi fanno capire come devo vivere la mia vita. La mia prima interpretazione era esatta, ma incompleta.

Occorre sì la fede in coloro che ascoltano, ma anche in coloro che annunziano, perché, dice san Paolo: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere”. Ma perché Dio faccia crescere e renda efficace l’opera della piantagione e della irrigazione è necessario che il Signore sia con noi, e per essere con noi è necessario avere la fede.

La fede è la virtù per mezzo della quale ascoltiamo la Parola di Dio e la mettiamo in pratica, non perché la capiamo, ma perché quella Parola è stata detta da Dio, che non si inganna né ci inganna, che non si sbaglia né ci può far sbagliare, in quanto è verità infallibile e bontà infinita.

Dunque la fede è necessaria sia in colui che ascolta: “Chi crederà …”, sia in colui che annunzia, perché, dice il vangelo: “Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono nel mio nome: scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16, 17-18).

Colui che annunzia il vangelo lo deve ascoltare come parola di Dio, lo deve mettere in pratica e lo deve annunziare come parola di Dio che né inganna né s’inganna; perché se non è annunziato con questa convinzione di fede, come dice san Paolo, non sarà né potenza di Dio né sapienza di Dio, mentre per se stesso “è potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor 1, 24).

L’annunciatore deve credere nella Parola di Dio, solo così la sua fede viene comunicata agli altri. Gesù infatti ha detto: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”(Mc 16, 15), poi ha aggiunto: “Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8).

Voleva dire che tutto ciò che annunziate lo dovete prima vivere voi. E per essere autentici testimoni, Gesù promette l’aiuto dello Spirito Santo: “Avrete forza dallo Spirito Santo” (At 1, 8), che vi farà mettere in pratica la Parola e ve la farà annunziare, perché anche i vostri ascoltatori si salvino. Difatti se essi in seguito alla vostra predicazione crederanno, si salveranno, se non crederanno non si salveranno. Ecco la necessità della fede.

Io oggi sono molto felice perché ho conosciuto il segreto per avere con me Gesù e perché operi in me. Egli è sì presente: “Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20), ma soprattutto opera con me, se io gli credo.

Così anche gli altri, se ascoltando la parola di Dio crederanno, riceveranno la salvezza da parte di Gesù

 

II. i prodigi sono la conferma della presenza del Signore risorto con coloro che annunciano il vangelo con fede

Coloro che annunciano il Vangelo con fede sanno, per fede, che Gesù è presente e opera insieme a loro, però, essendo uomini, vogliono controllare la veridicità di questa affermazione attraverso dei segni.

I segni sono i prodigi, i miracoli che faranno. Se opererete questi prodigi significa che il vostro annunzio è un annunzio di fede.

Quali sono questi prodigi operati in coloro che ascoltano, e che sono segno esterno, visibile e da noi percepibile, della presenza e dell’azione del Cristo che non vediamo?

Il vangelo di oggi ci dà cinque segni, dai quali voi capirete se la vostra catechesi è secondo Dio.

Il vangelo di oggi inizia così: “Nel mio nome…”, cioè nel nome di Gesù; quindi quando fate catechesi dovete parlare con la Parola di Dio, che è Gesù. L’oggetto della vostra predicazione è una persona, è il Cristo, il Cristo risorto, e tutto ciò che ha detto e che ha fatto.

Coloro che annunceranno con fede nel suo nome: “scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16, 17-18).

Questi segni o prodigi hanno due significati: un significato letterale e un significato spirituale.

Che io abbia fatto tutti e cinque questi miracoli presi in senso letterale, annunziando la parola di Dio a voi, non l’ho constatato; però c’è anche il significato spirituale, che io e voi possiamo controllare come segno della presenza e dell’azione del Cristo risorto nella nostra predicazione.

  1. “Scacceranno i demoni”

Noi possiamo con la nostra predicazione scacciare il demonio dalle anime e metterle nella condizione di eliminare il peccato mortale; perché coloro che vivono nel peccato sono schiavi del demonio. Quindi se io metto l’altro nella condizione di eliminare il peccato, ho scacciato dall’anima sua il demonio.

E il demonio si scaccia:

  • Con il consiglio

A colui che sta nel peccato si consiglia di lasciare il male e fare il bene.

  • Con la predicazione

La predicazione deve avere sempre come fine la conversione. Conversione significa appunto lasciare il male e fare il bene.

  • Istruendo e portando i fratelli ai sacramenti

Col sacramento del battesimo e col sacramento della penitenza cacciamo il demonio, mentre con gli altri sacramenti facciamo in modo che il demonio cacciato dall’anima non vi entri più.

Dovete annunziare la Parola di Dio col fine della conversione, come ha detto Gesù: “Chi crederà…”. Credere significa accettare la parola di Dio così com’è per cambiare vita.

 

  1. “Parleranno lingue nuove”

è il secondo segno. Ci sono due lingue: la lingua del mondo con la dottrina e le massime del mondo, e la lingua di Dio con le massime evangeliche del Cristo.

Se noi predichiamo il vangelo, mettiamo gli altri nella condizione di parlare un altro linguaggio, quello della fede; avranno una nuova mentalità. Ieri dicevano: Padre, sono uno sfortunato perché soffro, perché sono ammalato, perché mio figlio ha un tumore. Oggi con l’annuncio del vangelo e con l’accettazione dei suoi principi hanno cambiato linguaggio, parlano secondo il pensiero di Dio, secondo la fede: Magari mio figlio si consacrasse al Signore! Beato te che preghi! Il Signore mi ha visitato con la sofferenza! Grazie, Signore!

Cambiano linguaggio, parlano una lingua nuova.

Se constaterete che i vostri ascoltatori parlano secondo l’insegnamento evangelico che voi avete dato, avete operato questo secondo miracolo. È la prova che avete insegnato con fede.

  1. “Prenderanno in mano i serpenti”

Il serpente in senso figurato o in senso spirituale è il malvagio. Questa espressione dunque significa che avremo a che fare con i malvagi, ma se crederemo alla parola di Dio, i malvagi non potranno farci del male, nessun male.

Il vero male è il peccato, è la dannazione, è passare dal regno di Dio al regno del demonio.

Ricordate le parole di Gesù? “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10, 28).

Non abbiate paura di lanciare nel mondo, perché facciano da soli, coloro che avranno ascoltato il vostro insegnamento, perché il compito del catechista è quello di rendere gli ascoltatori autonomi. È quello che io faccio nei vostri riguardi. Il mio compito è quello di rendervi autonome; non potete restare sempre legate all’abito del Padre, perché con la formazione dovete diventare autonome.

Questo stesso fine che io mi propongo con voi, dovete averlo anche voi nei confronti dei vostri ragazzi, i quali con la vostra catechesi devono diventare autonomi.

Potreste porre questa difficoltà: Padre, sono innocenti, avranno a che fare con i malvagi, con i cattivi! Non abbiate paura, perché anche se prenderanno in mano i serpenti, se cioè avranno a che fare con i malvagi, nessuno potrà fare loro del male. Questo l’ho constatato nella mia vita, come l’ho constatato nella vostra vita. Mi hanno minacciato anche di morte, ma nessuno mi ha mai fatto niente di male. E così è per voi. Magari in vostra presenza vi biasimano, vi minacciano; ma sempre gli stessi malvagi, in vostra assenza vi ammirano.

Se testimoniate durante la vostra vita gli insegnamenti che date, nessuno vi farà del male, eccetto il caso che il Signore non conceda a voi il martirio, che peraltro non è un male, ma il mezzo più spedito per arrivare subito in paradiso.

“Oggi stesso sarai con me in paradiso” vi dirà Gesù, se avrete accettato la sofferenza e l’avrete unita a quella di Gesù, così come disse al buon ladrone, il quale, avendo accettato la condanna, è diventato il secondo martire insieme al primo martire, il Cristo.

 

  1. “Se berranno qualche veleno, non recherà loro danno”

Il veleno, in senso spirituale, significa che se crederanno in buona fede a coloro che li ingannano non ne riceveranno alcun danno.

Quante volte mi è capitato, senza volerlo, di fare del male a qualcuno, ma non hanno ricevuto nessun danno, perché ho detto: Signore, quel male che ho fatto, cambialo in bene. Il Signore è capace di cambiare in bene il male!

Quella parola, è vero che era offensiva, ma non avendola detta per offendere, il Signore l’ha fatta accettare, e il sorriso che era scomparso dalle loro labbra ritorna, perché è il Signore che opera questo miracolo.

 

  1. “Imporranno le mani ai malati e questi guariranno”

Imporre le mani ai malati, in senso spirituale, significa dare la mano, guidare, consigliare, mettere fuori dalle occasioni prossime di peccato i propri ragazzi, aiutandoli a eliminare i vizi e le cattive abitudini.

Questo l’avete fatto, lo fate e lo farete.

Coloro che annunziano con fede sono dunque anche guide e consiglieri dei loro ascoltatori, che pertanto guariranno anche da vizi impossibili a togliersi.

conclusione

Concludo con queste parole di Gesù: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Gv 14, 1).

Gesù prima della sua passione e morte, e prima di partire per il cielo, ha detto queste parole.

Nell’ultima cena Gesù ha detto le parole più belle che sono uscite dalla sua bocca, io le paragono al meriggio, al mezzogiorno della liberazione. Al di fuori di quelle parole, non ce ne sono altre più piene di luce che possano guidare ciascuno di noi.

“Abbiate fede in Dio”. è necessaria la fede di colui che ascolta la parola di Dio ed è necessaria la fede di colui che annunzia la parola di Dio!

Io ringrazio il Signore che mi ha fatto capire questa grande verità, che ho potuto comunicare a voi.

Il Cristo, ora che io sto annunziando con fede, è presente con voi e con me, e sta operando nella vostra anima.

Ecco il consiglio di Gesù: “Abbiate fede in Dio” perché tutto dipende dalla fede, e poi ha aggiunto: “Abbiate fede anche in me”, perché “se avrete fede pari a un granellino di senapa, che è grande quanto la punta di un ago, potrete dire a questo monte: Spostati da qui a là, ed esso si sposterà”(Mt 17, 20).

Gesù poi aggiunge: “Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi” (Gv 14, 12).

Ne abbiamo l’esempio nel nostro san Francesco di Paola: ha fatto miracoli più grandi di quelli che ha fatto Gesù. Dunque tutto dipende dalla fede, sia che ascoltiamo la parola di Dio, sia che annunziamo la parola di Dio.

Oggi chiederemo la grazia della fede. Da quando ho capito che la fede è una virtù necessaria, perché è la virtù delle virtù, fondamento di tutte le virtù, mi sono dato solo alla conquista della fede, non alla conquista della carità né dell’umiltà né della penitenza.

Ogni mattina leggo la parola di Dio e dico: Signore, che cosa vuoi che io faccia? Perché bisogna ascoltarla per farla. Stamattina mi ha detto che devo annunziare con fede e che farò dei miracoli. E di questo dono lo ringrazio. I cinque segni di chi annunzia con fede li ho visti realizzati nel mio annuncio. Infatti voi state parlando un linguaggio nuovo, avete cacciato i demoni; non ho paura che andiate a finire nelle mani dei cattivi, perché ve la cavate sempre, non ho paura quando qualche volta senza volerlo qualcuno vi inganna senza che voi ve ne accorgiate. Avete bevuto sì questo veleno, ma il Signore vi ha liberato; come pure ho visto realizzato il segno di imporre le mani sugli ammalati. Eravate tutte ammalate e ho visto che siete guarite, e ne ringrazio il Signore con tutto il cuore. Ecco perché anch’io dirò col salmista: “Canterò senza fine le grazie del Signore, con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli” (Sal 88, 1).

Poiché tutto dipende dalla fede, incominciamo dalla fede e terminiamo con la fede, perché esercitandoci in una sola virtù ci esercitiamo in tutte le virtù.

Oggi in questa S. Messa io chiederò la fede per voi, e voi chiederete la fede per me. La Minima vive di fede e di amore abbandonata in Dio. Vive prima di fede, poi di amore, perché dalla fede viene l’amore; poi dalla fede e dall’amore viene l’abbandono, ma se togliete la fede non ci sarà né l’amore né l’abbandono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *