Gesù non ci lascia soli… non lasciamolo! – Gv 10, 1-10

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Grottaglie, 1981

LE VOCAZIONI

SACERDOTALI, RELIGIOSE E LAICALI

(Gv 10, 1-10)

[…]

  1. Ci sono tante specie di vocazioni

C’è la chiamata al sacerdozio, la chiamata alla vita religiosa e adesso c’è anche la chiamata alla consacrazione secolare. Sono tre le chiamate, perché Dio ha bisogno di queste tre specie di pastori, per salvare le anime dei fedeli.

  • La chiamata al sacerdozio

I sacerdoti sono coloro che annunziano il Vangelo, celebrano la S. Messa e assolvono i peccati.

Se non c’è il sacerdote, non c’è nella Chiesa la rinnovazione del sacrificio della croce. Come pure, se viene a mancare il sacerdote, viene a mancare colui che toglie il peccato e quindi non ci possiamo salvare.

L’annunzio della parola di Dio, quantunque è un compito di tutti i fedeli, lo è in modo specifico dei sacerdoti.

  • La chiamata alla vita religiosa

La vocazione alla vita religiosa è di quelle anime che sono chiamate da Dio a mettersi al suo totale servizio per tutto ciò che lui vuole. Poiché voi vi interessate del marito e dei figli e poi anche di Dio, perché non potete lasciare moglie e figli, o marito e figli, o il vostro lavoro per essere al completo servizio di Dio, il vostro servizio per il Signore non è a metà ma a un quarto, a un sesto. Anche coloro che sono generosi danno qualche cosa, ma non tutto a Dio. Il Signore vuole altre anime che siano al suo totale servizio, sono i religiosi.

Tra i religiosi ce ne sono alcuni che noi chiamiamo i sepolti vivi: sono i religiosi di clausura, che, entrati in monastero, non escono più. Non fanno vita attiva, ma contemplativa.

Il secondo Ordine dei Minimi sono le suore di clausura che, chiuse nel monastero, pensano a Dio e basta. Non hanno alcun contatto col mondo, tranne quello verbale, infatti se andate a visitarle, potete parlare con loro.

Questi religiosi, una volta che hanno lasciato papà e mamma, non escono più dal loro convento, anche se adesso, col Vaticano II, è permessa qualche eccezione.

Ci sono poi i religiosi di vita attiva e contemplativa. Vivono parte della loro vita in convento, parte fuori del convento. Io sono uno di questi: sto in convento, ma qualche volta mi vedete anche per via XXV Luglio o nella campagna.

I sacerdoti religiosi sono quelli che vanno là dove sono chiamati, mentre i sacerdoti secolari vivono sempre in una determinata parrocchia e non sono soggetti a vari spostamenti, come invece i religiosi. Anche di questi il Signore ha bisogno.

  • La chiamata alla consacrazione secolare

Poi ci sono altre anime che appartengono agli Istituti secolari. Sono dei laici che vivono nel mondo. Anche questi, dopo aver servito se stessi e gli altri, con gli impegni professionali e familiari, offrono e mettono al servizio del Signore il resto della loro giornata.

  1. Perché non si risponde affermativamente alla chiamata di Dio?

Ci sono due ragioni fondamentali: una riguarda la famiglia, l’altra la persona chiamata.

La prima difficoltà è dovuta alla famiglia, perché Dio chiama un figlio che vive in una famiglia, e anche se la famiglia è cristiana la maggior parte dei genitori, ai figli che dicono di volersi donare completamente a Dio, si oppongono.

Quando io sono stato chiamato da Dio, mio padre e i miei fratelli si sono messi contro. Solo mia madre era favorevole al piano di Dio su di me.

Però ogni genitore che si oppone esprime le sue ragioni. Mio padre diceva che io dovevo lavorare.

Quindi la prima difficoltà è dovuta alla famiglia. Le nostre famiglie, a cui appartiene anche la mia famiglia, dopo un po’ di discussioni cedono alla richiesta dei figli, perché Dio con la sua grazia agisce nella famiglia e cambia il cuore dei genitori. Infatti ad un certo momento mio padre si è convinto a farmi partire per Paola, io mi sono fatto monaco e adesso sto parlando a voi.

Ricordo che quando da sacerdote andavo al mio paese, mio padre, quando ritornava a casa alle dodici per mangiare, mi diceva sempre: Oggi tanta gente mi ha salutato! E poi aggiungeva: Credo che mi salutava perché sono tuo padre. Oppure diceva: Tanta gente oggi mi ha salutato, a che ora hai celebrato la Messa?

Una volta che i genitori vedono realizzata la vocazione dei figli, poi si sentono onorati di essere i genitori dei figli sacerdoti o religiosi.

L’altra difficoltà è la poca generosità della persona chiamata. Per seguire Gesù bisogna lasciare la casa, gli affetti, i propri interessi. E questo richiede sacrificio. Gesù ha detto: Chi non rinnega se stesso non può essere mio discepolo. E pochi sono disposti a questo. Ecco perché Gesù ha detto: Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.

conclusione

Beato chi risponde con generosità alla chiamata di Dio, avrà il centuplo su questa terra e la vita eterna nell’altra.

Beate quelle famiglie a cui Dio fa il dono di un figlio sacerdote o religioso, perché Dio non si fa vincere in generosità. Saranno benedette sulla terra e avranno il Paradiso nell’altra.