Signore, sono pagano nel cuore … convertimi! – Gv 20, 19-31

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 18.04.1993

 

Tommaso per credere alla risurrezione di Gesù

ha voluto una prova

(Gv 20, 19-29)

 

“Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò” (Gv 20, 25).

 

  1. Per credere basta l’annunzio

Non si può pretendere la prova per credere, altrimenti ci sarebbe la constatazione del fatto, non la fede. La fede si basa sulla parola d’onore di colui che annunzia.

La virtù della fede è fondata sulla parola di Dio, sulla parola del Cristo, che non si inganna, perché è scienza infinita, è onnisciente, né ci può ingannare, perché è verità infinita.

“Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14, 6).

Quando Tommaso pretende di toccare per credere, intende dire: Io non ho fede in nessuno; voglio costatare di persona i fatti. Non credo sulla parola degli altri, credo solo a ciò che vedo, a ciò che sento e a ciò che tocco!

Chi crede alla Parola ha la fede, mentre chi crede ai fatti ha la constatazione storica. In altri termini Tommaso si è mosso fuori della fede. Ecco perché il Cristo gli dice: “Tommaso, perché mi hai veduto, hai creduto” (Gv 20, 29); ma questa non è fede! La fede è quando si crede senza vedere; ecco perché subito aggiunge: “Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno!” (Gv 20, 29).

La vostra fede su che cosa è fondata? Sull’autorità di Dio che rivela, sulla Parola di Dio, o è fondata su ciò che avete visto, che avete sentito o avete toccato? È questa la fede che il Cristo chiede a ciascuno di noi?

 

  1. Ai primi futuri annunziatori della sua risurrezione, il Cristo dà la prova personale

A coloro che dovevano essere i primi annunziatori della risurrezione di Gesù, il Cristo, per un atto della sua bontà, dà la prova personale, perché la loro fede doveva essere fondata su un fatto storico, anziché sulla parola. Gli apostoli infatti hanno controllato questo fatto storico attraverso i propri sensi: gli occhi, l’udito, il tatto, perché Gesù risorto doveva dare loro il massimo della certezza di ciò che avevano creduto, perché lo dovevano comunicare agli altri.

La difficoltà dei primi cristiani e la difficoltà di tutti i cristiani, consiste nel fatto che il Cristo non si è fatto vedere da tutti dopo la risurrezione, ma si è fatto vedere solo da alcuni uomini scelti. Si è rivelato soltanto a circa cinquecento persone, secondo il disegno prestabilito da Dio.

Così ha stabilito Dio e così è stato fatto, però dal punto di vista scientifico possiamo dire che, se il Cristo risorto si fosse fatto vedere da più di cinquecento persone, questo dato non avrebbe aggiunto niente alla certezza della risurrezione di Cristo, che è un fatto storico avvenuto e controllato. Noi diciamo che il Cristo risorto ci ha dato una prova “ad abbundantiam”, perché sarebbero bastate dieci persone o, secondo il diritto civile due testimoni della risurrezione di Cristo.

Il Signore ci ha dato cinquecento testimoni, lo dice san Paolo, e di queste cinquecento persone moltissime erano ancora viventi, quindi potevano essere interrogate.

La prima comunicazione della risurrezione di Gesù è avvenuta con l’annunzio. Infatti sono stati gli Angeli ad annunziare per primi la risurrezione di Cristo. Gesù stesso aveva parlato della sua risurrezione. Aveva detto:- Andiamo a Gerusalemme, mi metteranno in croce, ma dopo tre giorni risorgerò. Però a questo annunzio nessuno ha creduto. Gesù voleva la fede, voleva essere creduto, ma non lo hanno creduto!

Ha comunicato la sua risurrezione tramite gli Angeli, ma nemmeno gli Angeli sono stati creduti!

L’ha comunicato attraverso le pie donne e la Maddalena, ma nemmeno alle pie donne hanno creduto!

L’ha comunicato attraverso i soldati, ma nemmeno ai soldati è stata prestata fede!

Quando Gesù ha visto che la sua parola d’onore, le parole degli Angeli e la parola della gente semplice e genuina non è bastata, ha dovuto ricorrere alla prova dei sensi, per essere creduto. Si è fatto vedere risorto, ed è stato creduto solo da coloro che l’hanno visto, ma non da coloro che non l’hanno visto.

Si fa vedere dai due discepoli di Emmaus, ma non lo credono. Si fa vedere dagli Apostoli, ma Tommaso non crede che abbiano visto il Signore.

Alla fine si fa vedere da cinquecento persone sul Monte degli Ulivi, nel giorno dell’Ascensione, e ancora alcuni dubitavano della sua risurrezione, dice il vangelo.

Noi uomini non abbiamo creduto a Gesù; non abbiamo creduto nemmeno dinanzi all’evidenza dei fatti, ma quando ha dato la prova fisica della sua risurrezione, lo hanno creduto.

L’annunzio fatto dagli apostoli sulla risurrezione di Cristo diventa testimonianza.

San Pietro, nei suoi discorsi dice: Noi siamo i testimoni della risurrezione di Cristo! Lo dice dinanzi alla folla, dinanzi ai suoi nemici, dinanzi a tutti. Ogni volta che parlava della risurrezione di Gesù, aggiungeva sempre: “E noi tutti ne siamo testimoni” (At 2, 32).

San Giovanni dice: “Il Verbo della vita noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza” (1 Gv 1, 1-2).

Gesù ci ha dato la gioia di sapere che questa religione è vera, perché il Cristo è veramente Dio, l’inviato di Dio, il Messia, il Consacrato di Dio, che è venuto per salvarci. Attraverso la sua passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo ci ha salvati, e adesso è alla destra del Padre per intercedere per noi.

San Giovanni dice:- Quella gioia che il Cristo ha comunicato a noi, io la comunico a voi, affinché siate in unione con noi, con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

 

  1. La nostra fede nella risurrezione di Gesù e il nostro annunzio è basato sulla parola di Gesù e sulla testimonianza degli Apostoli

Noi non possiamo pretendere la stessa prova della risurrezione che il Cristo ha dato solo ad alcuni, secondo il disegno prestabilito di Dio. Noi dobbiamo solo credere. Il Cristo da noi pretende la fede e noi dobbiamo dargli la fede. Non possiamo pretendere la prova; ecco perché Gesù ha detto: “Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno!” (Gv 20, 29).

La nostra fede è basata sulla parola di Dio, sulla parola del Cristo, sulla parola autentica degli Apostoli, che hanno visto, creduto e annunziato. Noi siamo soltanto dei credenti e degli annunziatori; avremo la prova della risurrezione di Gesù soltanto alla fine, se vivremo la vita spirituale. Se seguiremo il Cristo in tutte le cose che ha detto, anche noi avremo la prova dell’esistenza dell’aldilà e dell’esistenza di Dio, del Cristo e della Madonna. Oggi noi crediamo e annunziamo, ma non pretendiamo una prova personale.

 

conclusione

L’incredulità di Tommaso è diventata la nostra fede. Quello che avremmo fatto noi al posto di Tommaso o degli apostoli o delle pie donne l’hanno fatto loro, per cui oggi noi crediamo nella risurrezione di Gesù e l’annunziamo. La nostra prova è credere alla parola di Dio che ci salva.

Le parole che mi colpiscono sempre nei discorsi di Pietro, di Giovanni, di Paolo sono queste: Il Cristo è risorto ed io l’ho visto, dunque cambiate vita, pentitevi, confessate i vostri peccati, ricevete lo Spirito Santo, vivete secondo Dio (cfr. At 3, 17-20).

In altri termini, se Gesù è risorto, dobbiamo cambiare vita e dobbiamo incominciare a camminare verso l’eternità, con la certezza che l’eternità c’è, perché il Cristo ce ne ha dato la prova!