Gesù mi segue… personalmente e con premura – Mc 6, 30-34

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 20.07.1997

GESU’ E’ IL VERO PASTORE DELLE ANIME

(Mc 6, 30-34)

  1. Gesù si commuove per le necessità delle anime

Gesù è il vero pastore delle anime. L’aveva predetto Geremia. Gesù è il pastore di tutte le anime ed è il pastore degli Apostoli.

Il vangelo di Marco dice: “Vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise ad insegnare loro molte cose” (Mc 6, 34).

La commozione è un sentimento profondo dell’anima. Gesù si commosse anche dinanzi alla tomba dell’amico Lazzaro, dove scoppiò a piangere.

Gesù ha avuto il sentimento di commozione sia per la situazione delle anime, sia per le esigenze temporali degli uomini; infatti si è commosso dinanzi al dolore e alle necessità dei propri figli o fratelli.

La commozione è un sentimento profondo che porta Gesù ad agire.

  1. Per le necessità delle anime, Gesù ha dato la parola di Dio

È necessaria sempre la presenza di chi si preoccupi delle esigenze delle anime e indichi la strada e la meta da raggiungere.

“Gesù si mise ad insegnare loro molte cose” (Mc 6, 34). Non c’è salvezza delle anime, se non c’è la predicazione. La salvezza viene dalla predicazione, fatta con la Parola di Dio!

Qual è il vostro dovere? Dice il vangelo: “Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero” (Mc 6, 33).

Il compito dei fedeli è andare ad ascoltare la Parola di Dio. Il peccato di oggi è non ascoltare la Parola di Dio.

Io vado ad ascoltare la Parola di Dio? Se l’ascolto mi converto e mi salvo.

 

  1. Gesù, pastore supremo delle anime, si preoccupa di formare gli Apostoli

Agli apostoli Gesù dice: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”  (Mc 6, 31).

Gesù aveva un modo di parlare per tutte le genti, compreso gli apostoli, però agli apostoli dedicava un insegnamento particolare, specifico, perché essi lo dovevano rappresentare e dovevano insegnare al popolo le verità dette da Lui.

Per esempio, la formazione alla sofferenza è degli apostoli, non di tutti; l’insegnamento dell’umiltà e proprio degli apostoli. Gesù ha insegnato loro che nel cristianesimo chi serve, comanda.

Agli apostoli Gesù chiede sempre la preghiera e momenti di riflessione, di meditazione, perché quello che devono annunziare agli altri, lo devono sentire nel cuore.

Tutto ciò che passa da Dio e dal cuore, lo potete annunziare. Gesù vi chiede la riflessione, la meditazione, i ritiri, gli esercizi spirituali, per accumulare il pensiero di Dio, per alimentarlo col cuore e poi darlo agli altri.

Dopo l’apostolato, Gesù vuol essere informato dagli apostoli, perché deve controllare se la dottrina che portano è l’autentico pensiero di Dio. Nell’apostolato c’è un’azione diretta e un’azione indiretta di Dio.

Chi dirige deve essere informato sull’apostolato, perché così può farsi un’idea di come vanno le cose e può dare delle indicazioni.

 

 

conclusione

Non annunziate mai una parola di Dio che non sia stata meditata e coltivata nel vostro cuore! La parola più efficace, che può uscire dalla vostra bocca è quella che voi avete provata nella vostra carne.