Signore non sono un tuo docile strumento, perdonami! – 2Sam 1,1-27 – Mc 3, 20-21

La Missionaria della Parola di Dio,

quando compie la sua missione profetica con fiducia,

dimentica la stanchezza e perfino i suoi bisogni naturali

Questo si dice dell’apostolato profetico del Cristo e degli Apostoli nel Vangelo di Marco: “Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo, poiché dicevano: E’ fuori di sé.” (Mt 3, 20-21)

La stanchezza è la grande ed usuale scusa portata dall’Apostolo quando alza le mani per interrompere il lavoro catechistico, o quando lo lascia definitivamente.

Il vero Apostolo non dice mai basta. Continua nella sua azione fidando in Dio. Non hanno fatto così il Cristo, gli Apostoli, S. Paolo? Non fanno così i santi del tempo di oggi? La stessa cosa dicasi dei propri bisogni.

Nella catechesi ci vuole generosità, spirito di sacrificio. All’azione bisogna unire sempre la sofferenza. L’apostolato non porta l’Apostolo in carrozza, né per lui ci sono soltanto rose. Alle rose unisce le spine. Il vero Apostolo non dà la precedenza alle cose della terra, ma a quelle del Cielo, non alle proprie cose, ma a quelle di Dio e alle anime.

Che cosa è la sua stanchezza dinanzi alla necessità di fare il bene, di dire la buona parola che convince e che salva?

Che cos’è la stanchezza dinanzi alla necessità di illuminare coloro che sono nelle tenebre, di consolare chi è afflitto, di sollevare coloro che sono scoraggiati?

Che cosa contano i propri bisogni dinanzi ai bisogni spirituali e impellenti di coloro che sono assetati di ascoltare al Parola di Dio e che con sacrificio sono venuti e rimangono volentieri ad ascoltare? Ecco la spiegazione delle tre azioni di coloro che hanno fiducia in Dio! Vi do alcune norme spirituali:

“L’essenziale per la Minima è mettersi nelle mani e nel cuore di Dio, vivere abbandonata e disposta a tutto. Nulla di umano ci deve essere in lei. La Minima si lascia guidare e condurre con docilità dal Signore per essere luce per molti ” (V. 376).

“La Missionaria vive abbandonata, seguendo lo Spirito di Dio che in ogni momento, per ogni cosa, le suggerisce come deve agire ” (V. 377).

“Grande è il compito della Missionaria, per cui neppure un attimo dei suoi giorni deve andare perduto ” (C. 232).

“La Missionaria annunzierà il Vangelo con la Parola e con la vita, arricchita dalla conoscenza della spiritualità minima ” (M. 503).

“Sia questo l’agire della Missionaria: fidarsi di Dio; disporre la propria giornata nella linea del servizio e della collaborazione al suo progetto; essere sempre pronta a ciò che Dio le chiede; riconoscerlo negli avvenimenti ” (A. 305).

“L’anima generosa va a Dio e non si cura degli ostacoli, sostiene privazioni, incomodi, disagi, ma compie il suo dovere con gioia. Ella non vuole che Dio e la sua perfezione. Tutto il resto è nulla ” (D. 950).

“Niente si fa di bello e di grande senza la sofferenza. Perfino nelle cose di questo mondo non si ottiene nessun successo importante senza lo sforzo che costa sacrificio, e senza la perseveranza, che è una pazienza prolungata. Anche la semplice ragione lo fa comprendere ” (S. 21).

“Dio ha bisogno di anime generose disposte al sacrificio, pronte in ogni istante ” (S. 27).

“La Minima con sacrificio e sforzo compie il suo dovere, senza rifuggire la sofferenza ” (S.  42).

“La Minima lavora con sacrificio, disinteresse e altruismo ” (S. 43).

“La Minima ricorda sempre che le anime indurite si conquistano al Cristo col sacrificio. Tale conquista si fa col dolore, con la lotta; per questo accetta sempre tutto ” (S. 30).