Vieni, Signore Gesù e salvami! – Lc 21, 12-19

 

LA FINE DEL MONDO:

COME PREPARARSI

ALL’INCONTRO CON GESU’

(Lc 21, 12-19)

 

 

  1. Questo mondo finirà, ma non sappiamo quando

 Alla fine dell’anno ecclesiastico, che finisce domenica prossima e poi ricomincia con la domenica di Avvento, il pensiero della Chiesa è: la considerazione della fine del mondo.

Di questo argomento Gesù non ha parlato una sola volta ma moltissime volte. Gli apostoli hanno ascoltato e capito così bene questo insegnamento che ne hanno fatto un punto fondamentale della loro predicazione, e lo deve essere anche per noi, perché se i cristiani capiranno che questo mondo finirà e la vita sulla terra anche finirà, non sarà eterna, la vita qui sulla terra avrà un altro orientamento, tutto diverso da quello di oggi.

Gesù ha parlato della fine del mondo, ma quando questo mondo finirà non ce l’ha detto. Né questa sera ve lo posso dire io. Né domani mattina potranno venire i testimoni di Geova a dirvi che fra venticinque anni finirà il mondo. Non lo sa nessuno, né lo saprà mai nessuno, perché questo è uno dei segreti che Gesù ha detto che non sa nessuno, né il Padre lo ha rivelato al Figlio come uomo, né il Signore lo ha rivelato a nessuno dei suoi profeti, né dei suoi santi.

Gesù ci ha voluto dire che il mondo finirà, che queste creature a cui siamo tanto attaccati finiranno. Uno solo non finirà mai, e questo è Dio.

Allora, ha detto Gesù: Non attaccatevi alle creature, attaccatevi al Creatore, perché le creature oggi ci sono e domani non ci saranno.

 

  1. La nostra vita finirà, ma non sappiamo quando

 Quando finirà il mondo non lo so, ma anche io certamente finirò di vivere su questa terra. Non so se qualcuno di voi è convinto del contrario, perché l’altra volta, mentre io parlavo di questo argomento qualcuno faceva dei segni con le mani, certi segni speciali, perché non voleva morire. No, figli miei, morrete voi e morrò io, potete fare tutti gli scongiuri che volete. E non vi rivelo una cosa straordinaria, perché la morte la viviamo ogni giorno. Però anche sulla fine di ognuno di noi Gesù ha detto:Non vi dico né il giorno né l’ora. Mentre sto parlando potrei cadere per terra e morire colpito da un infarto. Ma io non lo so. Quanti sacerdoti sono morti mentre predicavano e mentre celebravano la S. Messa.

Ecco la rivelazione da parte di Gesù: Morrete, però io non vi dico né il giorno né l’ora. Chi ha superato i cinquant’anni, come li ho superati anch’io, incominciasse a prendere la corona in mano e a dire rosari per prepararsi a ben morire. Non vi dico poi chi ha superato i sessantacinque anni e ha avuto la pensione; se ne venisse ogni giorno in chiesa, si ascoltasse la Messa, si confessasse, si prendesse la comunione e si preparasse a ben morire. Io prima dicevo un solo rosario, ora dico molti rosari perché voglio consegnarmi a Dio nel migliore dei modi. Tra voi ci sono anche dei giovani, ma non è detto che i giovani vivranno in eterno; anche loro morranno. Questo ci ha voluto dire Gesù: voi morrete. E allora come dobbiamo vivere la vita di oggi?

 

  1. Dobbiamo vivere nell’attesa del Signore

 Dobbiamo vivere la vita di oggi nell’attesa di questo incontro col nostro Dio, col nostro Gesù. E l’incontro sarà un incontro di giustizia.

Voi siete abituati alla carità, all’amore, alla misericordia; è vero, ma stasera vi devo dire che l’ultimo incontro sarà un incontro di giustizia; ci incontreremo con un Dio giudice.

Dio conosce tutti i segreti del nostro cuore e ci dirà tutti i pensieri, tutti i sentimenti, tutte le parole dette o non dette, tutti i pensieri fatti e non realizzati nelle azioni, ci dirà tutte le azioni fatte, che siano buone o che siano cattive, e tutte le azioni che dovevamo fare e che non abbiamo fatto.

Dio registra tutto, non gli sfugge nemmeno il respiro dell’uomo. Dice la S. Scrittura: prima che la tua parola esca dalla bocca, già Dio la conosce. I cristiani che hanno sentito la predicazione degli apostoli, hanno pensato: questa terra non è la nostra residenza. Sulla terra siamo pellegrini, dice san Paolo, siamo stranieri, forestieri. Guardiamoci in faccia, siamo tutti forestieri, perché la nostra patria è il cielo.

 

conclusione

Siamo pellegrini in viaggio verso l’eternità.

In quale condizione mi trovo oggi dinanzi a Dio? Se Dio oggi mi chiamasse, in quale condizione mi troverebbe? Se volete un giudizio di assoluzione dovete andare al confessionale per avere dal sacerdote, nel nome di Dio, il giudizio di assoluzione. Non rimandate, perché non c’è da rimandare. La vita vale in proporzione alla visione dell’aldilà. Questo è il cristiano.

Gesù dice delle parole, ma sono parole che mi hanno fatto venire i brividi quando le ho lette. Dice così: Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti, dagli amici. Tremendo! Io non posso pensare a mia madre e a mio padre che mi tradiranno, ai miei fratelli! Ma l’ha detto Gesù.

E allora la tribolazione di oggi, dinanzi alla gioia di domani sarà veramente un nulla. Dobbiamo dire le parole di Gesù: Beati coloro che soffrono, perché saranno consolati. Beati coloro che oggi soffrono per amore della giustizia, perché avranno come ricompensa il cielo, ma soprattutto Dio.

Vale la pena di vivere la vita così. Da parte mia vi dico: vale la pena.