Signore, la morte ma non il peccato – 2Mac 6, 26 – Lc 19, 1-10

 

 

LA FORTEZZA CRISTIANA

(2 Mac 6, 26)

La morte di un martire è un esempio di fortezza cristiana: un uomo muore per non trasgredire la legge di Dio.

Eleazaro scelse la morte, pur di non rinnegare la sua fede. E agli amici che per salvarlo gli proponevano di fingere di mangiare le carni suine, mentre gli avrebbero dato carni di cui era lecito cibarsi, rispose che non era degno della sua veneranda età fingere e scandalizzare i giovani. E aggiunse:

“Anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire né da vivo né da morto alle mani dell’Onnipotente”                  (2 Mac 6, 26).

In altri termini questo uomo pensava a Dio, non agli uomini. Gli uomini, diceva, possono essere imbrogliati, ma Dio non può essere imbrogliato.

  1. Avere dinanzi agli occhi il pensiero del giudizio di Dio

Il pensiero del giudizio finale, il pensiero dell’eternità, il pensiero di Dio ci fa fermare, o ci dovrebbe far fermare, in qualsiasi azione, anche se apparentemente è giudicata dagli uomini come buona, mentre da Dio è giudicata cattiva. Si può sfuggire al castigo degli uomini? Sì! C’è il rosso e passo con la macchina; non c’è un’altra macchina per cui sfuggo al castigo degli uomini, non ho la multa. Ma Dio ha visto quell’infrazione? Sì, che l’ha vista! Renderò conto di quella infrazione? Sì, renderò conto.

  1. Agire per Dio e non per gli uomini

Dobbiamo agire per Iddio, perché sarà lui a giudicarci nell’ultimo giorno.

Vi porto alcuni esempi: dovrei pagare trecentomila lire di gas; imbroglio e non pago, non vado in carcere e non succede niente. Quelle trecentomila lire le pagherò o non le pagherò mai? Le pagherò o nell’inferno o nel purgatorio, ma le pagherò!

Non hai denunziato venti  milioni  di  entrate, ma  hai  denunziato  un

milione di entrate. Nessuno ti ha detto niente! Sulla terra nessuno ti dice niente, ma in cielo sarà Dio che ti chiederà conto di questi soldi che tu non hai denunziato e di queste tasse che tu non hai pagato.

Tu hai fatto lo sciopero, e l’hai fatto in barba alla legge! Renderai conto di quello sciopero a Dio!

Ti sei messo in malattia, mentre non era vero; dinanzi agli uomini tutto è giusto perché hai presentato un certificato medico, ma a Dio renderai conto di quei cinque giorni, sette giorni, dieci giorni in cui non hai lavorato e hai percepito la mercede.

Vi siete fatti una coscienza tale, per cui anche i peccati più grossi, come sarebbero quelli del settimo comandamento: non rubare, non sono più niente. Difatti io sono da trent’anni confessore, e ancora non è venuto uno a dirmi che ha rubato, mentre io e voi tutti quanti rubiamo. Chi ruba la corrente elettrica; chi non paga le tasse; chi non dà la giusta mercede agli operai; chi fa sciopero ingiustamente; chi non lavora; chi si mette in aspettativa! Sono tutti furti. Chi dà soldi in prestito e chiede di più: è ladrocinio!

Siamo tutti manchevoli nel settimo comandamento, io e voi. Di questi delitti ne siamo tutti pieni: ma nessuno si confessa.

Anch’io ho avuto l’invito a non pagare l’I.V.A. sui lavori fatti nella chiesa, ma ho risposto: Noi due possiamo evadere l’I.V.A., ma quando io mi troverò dinanzi a Dio fra poco, perché i miei anni li ho vissuti, Dio mi chiederà: e l’I.V.A.? Preferisco pagare adesso, così quando sarà quel giorno non pagherò. Ho tanti debiti con Dio, devo aggiungere anche quello dei soldi? I fedeli mi danno i soldi e io li do allo Stato; veramente li do ai fedeli stessi, perché i soldi girano.

CONCLUSIONE

Dio è uguale per tutti; non guarda in faccia nessuno, né se siamo uomini, né se siamo donne; non guarda se siamo ricchi o ignoranti, né guarda se siamo potenti o poveri.

Ci sono due metri: uno è il metro degli uomini, e questo metro vale nel tempo; l’altro metro è quello di Dio e vale per l’eternità. Come Eleazaro ci conviene agire secondo il metro di Dio e non secondo il metro degli uomini.