O Signore, amante delle tue creature e …mio amante – Sap 13, 1-9

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

IL PECCATO DI QUESTO SECOLO E’ L’INCREDULITA’

(Sap 13, 1-9)

“Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere” (Sap 13, 1).

  1. La S. Scrittura chiama stolti coloro che scambiano le creature per il vero Dio

Oggi il libro della Sapienza ci dice che quegli uomini, che non riuscirono ad arrivare alla sapienza di Dio, del vero Dio, attraverso la contemplazione della creazione, la bellezza e la potenza delle creature sono stolti, sciocchi. Hanno considerato la bellezza e la grandezza della creazione, ma hanno creduto che queste creature fossero il Dio vero ed hanno quindi adorato la luna, il sole, le stelle.

Dice la S. Scrittura: Siete stolti, voi che vivete nell’ignoranza di Dio, voi che attraverso lo studio non siete arrivati al vero Dio. Avete scrutato tutte le cose, ma non siete arrivati al Creatore.

Il Signore li chiama stolti e fa loro un leggero rimprovero perché si sono ingannati, però non sono scusabili perché se hanno approfondito le cause ultime dell’universo, perché non hanno trovato il creatore? Ecco perché li chiama stolti.

  1. L’incredulità è il peccato peggiore

Gli uomini di oggi hanno scambiato il vero Dio o lo hanno negato? Lo hanno negato.

Se quegli uomini furono chiamati stolti da Dio, questi, gli increduli, gli atei, come saranno chiamati da Dio? Malvagi.

Vedete, il demonio ha tutti i peccati sulla coscienza, ma non ha il peccato dell’incredulità. Il demonio crede in Dio? Sì! Crede e teme dinanzi a Lui, anche se non lo ama. Invece l’uomo è stato capace anche di negare l’esistenza di Dio.

Gesù, quando parlava di questi uomini, diceva: Tutti i peccati vi saranno perdonati, ma non vi sarà perdonato il peccato dell’incredulità, perché è il peccato contro lo Spirito Santo                  (cfr. Mt 12, 31-32).

Lo Spirito Santo ci fa vedere con chiarezza l’esistenza del vero Dio e noi, con la caparbietà degna di un uomo libero, rifiutiamo queste grazie da Dio.

La regina di Saba, diceva Gesù parlando di questo argomento, per ascoltare Salomone è venuta da lontano, voi mi avete in mezzo a voi, ma non mi credete, eppure io sono più grande e più sapiente di Salomone (cfr. Mt 12, 42).

  1. Gesù si è adirato dinanzi all’incredulità

Quando Gesù si è trovato dinanzi all’incredulità, quando ha visto che non credevano alla sua Onnipotenza divina, dice la S. Scrittura, dinanzi all’accecamento di questi uomini che ad ogni costo non gli volevano credere, Gesù non soltanto si è addolorato, ma si è anche adirato.

Due episodi il vangelo racconta dell’ira di Gesù. Non riguardano la cacciata dei ladroni dal tempio, perché la S. Scrittura non dice che si adirò; prese la mazza e li cacciò fuori, ma non si adirò. Due volte invece si è adirato: una volta quando gli apostoli cacciarono via i bambini che volevano far chiasso dinanzi a Gesù, volevano baciarlo, tirargli la barba. Gesù si adirò e disse: Lasciate che i bambini vengano a me. Non avete capito niente di ciò che vi sto insegnando! Un’altra volta si è adirato quando, volendo fare il miracolo a colui che aveva la mano destra inaridita, disse: Posso fare questo miracolo? Quelli non si commossero; non credevano all’Onnipotenza divina. Gesù si adirò.

Voi alle rivelazioni potete dare tutto il peso che volete, però le rivelazioni di Fatima sono state approvate dalla Chiesa, sono state accettate dalla Chiesa, quindi sono vere. La Madonna ai tre pastorelli disse le stesse cose che aveva detto Gesù; come vedete non c’è niente di nuovo, tutto ci è stato rivelato. Piangendo parlava del peccato degli atei, di coloro che non credono in Gesù, come del più grande dei peccati. Poi soggiunse: Pregate col S. Rosario, perché così si convertiranno. Iddio avrà misericordia di questi uomini.

CONCLUSIONE

Il peccato di questo secolo è il peccato dell’incredulità. Se Dio chiamava stolti i Giudei, come chiamerà gli uomini di oggi? Malvagi. È un peccato gravissimo che dobbiamo riparare. Io a voi chiedo proprio questo: quando pregate, pensate sì ai peccatori, pensate a riparare i peccati dei vostri fratelli, ma soprattutto i peccati di coloro che non credono in Dio e non vogliono credere in Dio, perché l’esistenza di Dio è di una evidenza così grande, che anche i ciechi la vedono.

Pregate e riparate.