Nelle tue mani è la mia vita… Custodiscimi, ti prego! 1Re 17, 10-16 – Mc 12, 38-44

La confidenza in Dio e la dipendenza perfetta dalla sua Provvidenza rendono l’uomo onnipotente (Il Padre)

 

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

10.06.1980

 

LA FEDE DI ELIA E DELLA VEDOVA DI ZAREPTA

(1 Re 17, 7-16)

Elia a Sarepta | AndreinaGuzmanBlog

  1. La fede di Elia

Dio parla; l’uomo prima ascolta e poi esegue, questa è la fede.

Non ci può essere fede se non c’è un Dio che parla e se non c’è un uomo che ascolta e che, dopo aver ascoltato, esegue. È incredulo colui che ascolta Dio e non esegue.

Noi diciamo, con parole difficili, che la fede è aderire a ciò che Dio dice; però bisogna avere la certezza che Dio parla, altrimenti invece di avere la fede, saremmo dei creduloni.

Il credulone è colui che, se gli dicono che sta volando un asino ci crede. L’uomo di fede non è un uomo credulone, ecco perché bisogna avere la certezza che Dio parla, che Dio ha parlato; poi sta a noi il compito di eseguire o non eseguire quello che Dio dice.

Non sempre però si vede la logicità del pensiero di Dio. Umanamente parlando io posso avere la certezza che Dio ha parlato, ma posso non vedere la logicità di ciò che Dio ha detto.

Vedete, quando Dio parla a Elia e gli dice: il torrente non scorre più, acqua non ce n’è, vai a Zarepta, lì troverai una vedova la quale ti darà dell’acqua; in quest’ordine c’è la logicità della fede, della parola che Dio dice.

L’uomo Elia avrebbe potuto girare chissà quanti altri luoghi e poi avrebbe trovato l’acqua. Invece pensa: me l’ha detto Dio, vado a Zarepta, credo che troverò quella donna, perché me l’ha detto Dio.

C’è una logicità in quest’ordine del Signore, però c’è sempre un’avventura: sarà vero? È logico che io trovi l’acqua, ma non è chiaro, è un’avventura. Devo andare e devo vedere se le cose stanno così come Dio ha detto.

 

  1. La fede della vedova di Zarepta

Il profeta le dice: Figlia, mi dai dell’acqua? Poi aggiunge: Portami anche un po’ di pane.

Figlio mio, risponde la donna, ne ho tanto quanto basta per me e per mio figlio, e poi moriremo.

Io ti dico, nel nome del Signore, dallo a me quel pane e vedrai che ne rimarrà per me e anche per voi, e non soltanto per oggi ma per tanto tempo, fino a quando non verrà la pioggia e quindi l’altro grano.

È logico questo pensiero di Dio? Non è logico, perché due meno due fa zero, non fa quattro.

Viene Dio e dice: se tu sottrai il tuo pane per darlo a un altro, io ti assicuro che non ti troverai senza niente, ma avrai tanto pane, perché te lo dico io.

Questa fede è illogica nelle conseguenze, ma sempre un’avventura. Avventura nel primo caso, avventura nell’altro.

         La fede consiste nell’aderire, nel fare come Dio ti ha rivelato, sia che l’ordine segua una logica, sia che l’ordine non segua una logica.

Allora su che cosa è fondata la fede? È fondata sulla parola di Dio, di un essere onnipotente e veggente, che vede il passato, e lo vedo pure io; che vede il presente, e lo vedo pure io; ma che soprattutto vede il futuro, che io non vedo.

Se credete, se aderite, sia che l’ordine è logico, sia che l’ordine è illogico, vi troverete bene; se non aderite vi troverete male, ma è sempre un’avventura: Credo alla tua parola!

 

  1. La nostra fede

La nostra attuale situazione è una situazione di fede: Dio ci parla, noi ascoltiamo; però ciò che ci chiede è un’avventura.

Qualcuno vede la sua vita di oggi, in relazione al prossimo che lo circonda, confronta l’ordine di Dio con la sua vita di oggi e la vede illogica; qualche altro la vede logica, però dice: Che ne sarà di me? Che ne sarà di me tra dieci anni?

Ve lo posso assicurare, in nome di Dio: sarà il meglio per la tua vita qui sulla terra. Avrai il coraggio di credere a questo Dio? Se avrai questo coraggio camminerai, se non avrai questo coraggio ti fermerai.

A qualche altro il Signore ha detto: lascia il tuo nido, la tua professione. È logico? No. Che ne sarà di me? Lascio il certo e vado verso l’incerto.

Chi è che cammina? Colui che ha fede, colui che dice: tu lo hai detto e io lo faccio! Questa donna, lasciamo stare se era credente o era pagana, aveva il concetto di Dio, ma non del Dio vero; dinanzi alla parola del profeta dice: Dio lo ha detto e io lo faccio! Io non l’avrei fatto; questa l’ha fatto.   

 

         CONCLUSIONE

Vedere il pensiero di Dio e farlo, questa è fede.

Possiamo vedere con la mente umana la logicità del suo pensiero e possiamo vedere l’illogicità del suo pensiero; nonostante tutto la risposta dell’uomo è sempre un’avventura, un camminare al buio.

Ciò che Dio ci comanda è sempre un’avventura, quindi c’è sempre dell’illogico nella fede. E allora perché mi muovo? Perché credo che tu sei Onniveggente: tu vedi e io no. Credo che tu puoi far tutto, sei Onnipotente. Metto la mia mano nella tua e cammino sicuro, perché tu vedi e io non vedo. Questa è la diversità tra la fede umana e la fede divina.

Io vi auguro che possiate avere questa fede divina. La chiederemo come dono al Signore in questa S. Messa.