Signore, tu non inganni! Che perdita grande non crederti… – Gv 6, 60-69

da un’omelia  di P. Francesco Chimienti O.M. del 26.08.1979

 

L’EUCARISTIA

(Gv 6, 61-70)

 

  1. Gesù ci chiede la fede

“Volete andarvene anche voi?”. “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”.

Sono parole che possono essere applicate ad ogni posizione che Gesù ha preso e ad ogni parola che ha detto.

Gesù ha parlato; qualche cosa l’abbiamo capita, moltissime cose non le abbiamo capite, perché non siamo in grado di capirle, per questo ci ha chiesto la fede, non ci ha chiesto l’intelligenza.

La fede ce l’ha chiesta come condizione, senza della quale non si può stare con lui, tanto è vero che non ha temuto la reazione dei suoi discepoli, che erano persone a lui care. Li ha visti andare via, ma non è venuto a compromesso su ciò che aveva detto.

 

  1. La fede è la condizione senza della quale non si può entrare nel regno di Dio

Gesù vuole la fede, la esige. È tanto necessaria la fede nella sua parola, che ha provocato, o se volete ha sfidato le persone più care, gli apostoli, molto vicini a lui. Ha provocato l’atto di fede per restare con lui. Questi se ne sono andati perché non hanno creduto alle parole che ha detto. Volete andarvene anche voi? Rimarrò solo, ma continuerò ad annunziare il regno di Dio così com’è dinanzi a Dio e così come provocherà la vostra salvezza.

Pietro gli disse: “Signore, da chi andremo?”. Lui una cosa aveva capito, che Gesù era un galantuomo; solo questo aveva capito, il resto non l’aveva capito, lo capirà con la discesa dello Spirito Santo. Questo aveva capito e questo l’ha salvato: Gesù è un galantuomo, quando dice una parola è vera, anche se a volte il suo linguaggio è duro.

“Il regno dei cieli lo conquistano solo i violenti”. “Chi vuole venire dietro di me rinneghi se stesso”. È duro!

“Chi vuole essere mio discepolo, venda tutto quello che ha, lo dia ai poveri, poi venga con me”.

“Chi vuole essere mio discepolo deve rinnegare suo padre, sua madre e anche se stesso”. È un linguaggio duro come quando, mostrando un pezzo di pane, ha detto: Questo è il mio corpo!

“La porta che mena alla perdizione è larga, mentre quella che mena alla salvezza è stretta, piena di difficoltà”. “Prendi la croce ogni giorno”. È duro!

“Da chi andremo? Soltanto tu hai parole di vita eterna”, ed io ti seguo perché voglio la vita eterna, dice san Pietro.

 

  1. La fede fa volare nella via della santità

Se vi metterete in questo atteggiamento di fede: credere e basta, voi volerete, perché la fede è come le altre virtù, può essere piccola, grande, grandissima.

La fede è la virtù delle virtù. La condizione per mettersi con Dio è credergli; la condizione per ricevere da lui è credergli. Se gli credete vi fa i miracoli, se non gli credete non ve li fa.

Il capo della sinagoga si recò da Gesù e gli chiese la guarigione della sua figliola. Gesù gli disse: Verrò e la guarirò. Mentre andavano verso casa, gli vennero incontro gli amici e gli dissero:- è morta! Gesù, che conosceva la fede di quel padre, continua il suo cammino verso la casa e quando giunge dice:- Uscite fuori! Perché state piangendo? Non è morta, ma dorme. Poi dice: Fanciulla, te lo dico io, alzati!

Quel padre ha creduto. Non sapeva quello che Gesù avrebbe fatto, ma sapeva che sarebbe arrivato alla conclusione della risurrezione. Come avrebbe fatto non lo sapeva, ma lo seguiva attentamente.

Tu avanti, Gesù, e io dietro! Tu tracci la strada che mi porta alla salvezza eterna, alla realizzazione del piano di Dio.

Gesù, quando scese dal monte Tabor e vide che gli apostoli non erano riusciti a guarire il lunatico, disse:- O generazione perversa e malvagia, fino a quando dovrò sopportarvi?

– Signore, disse quel padre, tu sei capace?

– A me vieni a dire se sono capace? Mi vuoi mettere allo stesso livello degli apostoli? Figlio mio, se credi può avvenire il miracolo, se non credi, come non credono i miei apostoli, il miracolo non si compie, perché non è una combinazione di elementi umani, è un intervento di Dio.

Nel primo episodio Gesù ha detto:Tu continua a credere, mentre in questo è intervenuto col rimprovero, perché l’intervento di Dio non era avvenuto, mentre lui aveva dato la facoltà agli apostoli di fare i miracoli. Era venuta a mancare una condizione, e li ha dovuti rimproverare: – Generazione malvagia! Poi al padre chiede la fede.

La fede è la scintilla che provoca l’intervento di Dio. Come una scintilla può provocare l’incendio, così la fede provoca l’intervento dell’onnipotenza di Dio.

 

conclusione

Vorrei convincervi di questo: premessa della vostra azione spirituale è la fede, ed è veramente la scintilla che provoca l’incendio. L’amore non c’è, se non c’è la fede. Alla base di tutte le virtù c’è la fede. C’è da credere. Se crediamo ciecamente tutto avviene, se non crediamo non è la parola sua che non è vera, ma siamo noi che non facciamo sprigionare la scintilla che provoca l’avveramento di tutte le parole di Gesù.

Tutto dipende dalla fede che si ha. “Signore, tu solo hai parole di vita eterna!”. Io ti credo!

Ci vuole una fede grande, e allora anch’io potrò muovere le montagne. Il miracolo Dio lo dà come dono, ma non lo dà così a casaccio, lo dà a chi crede. Chi crede ha il dono dei miracoli. Chiediamo il dono della fede.