Il mio Dio… innamorato di me pazzamente – Gv 6, 58

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Taranto, 1978 (Festa del Corpus Domini)

L’EUCARISTIA è PAZZIA D’AMORE

(Gv 6,58)

Storia e significato del culto al Cuore Eucaristico di Gesù ...

  1. Lo scandalo dell’Eucaristia

Quando gli uomini hanno saputo che Gesù era il Dio fatto uomo, non hanno creduto. E quando Gesù ha insistito nell’affermare che lui non era soltanto uomo, ma era anche Dio, la seconda Persona della SS. Trinità, il Dio fatto uomo, l’hanno preso e l’hanno messo in croce. L’hanno ucciso; è morto a trentatre anni. È stata una morte violenta quella che ha subito Gesù.

Quando poi Gesù ha detto: Questo pane sono io, è il mio corpo, questo vino è il mio sangue, gli uomini non ci hanno visto più, si sono scandalizzati e l’hanno preso per pazzo. Sì, era pazzo, ma di amore.

Oggi noi invece,  a queste parole dette da Gesù,  gli diciamo: Grazie, perché ci hai dato un pane che ci dà la vita, non la vita nel tempo, ma la vita nell’eternità. 

Quando i Giudei si sono scandalizzati, Gesù ha ribadito ciò che aveva detto: Questo pane, che è la mia carne, è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda.

  1. Effetti dell’Eucaristia

Voi vi scandalizzate?, ha detto Gesù, ma io vi dico che chi mangerà la mia carne e berrà il mio sangue avrà la vita eterna. Poi, per farlo capire meglio, ha detto: Chi non mangerà questo pane e non berrà questo sangue non avrà la vita eterna.

Chi ne mangerà, ha detto anche, non solo avrà la vita, ma avrà il segno, la caparra della risurrezione.

Il nostro corpo è destinato alla corruzione e alla disintegrazione, ma poiché ha ricevuto il corpo di Gesù, che non è stato destinato alla corruzione ma alla risurrezione, l’Eucaristia è diventato il pegno della nostra risurrezione.

Questo corpo, che in un primo momento sarà destinato alla corruzione, alla terra, perché vengo dalla polvere e ritornerò in polvere, dopo un periodo di tempo, stabilito da Dio, si ricomporrà e ridiventerà il mio corpo glorioso, trasformato. Ma la glorificazione, la risurrezione è dovuta proprio all’Eucaristia.

Venendo Gesù come cibo nel mio corpo lascia la grande potenza della risurrezione; non solo, ma Gesù ha detto una cosa ancora più bella: Chi mangerà questa carne e berrà questo sangue starà in me, abiterà in me ed io abiterò in lui.

Chi fa la comunione diventa tempio di Dio, perché nel tempio abita Dio; diventa tabernacolo di Gesù, perché nel tabernacolo c’è Gesù. Nel mio corpo c’è Gesù; ma è ancora più bello sapere che la mia goccia d’acqua, la mia anima si perde, se posso dire questa espressione, nell’oceano della divinità.

Diventiamo, secondo l’espressione di san Pietro, altrettanti dei, perché Gesù è in noi. Per questo Gesù al giudizio universale ci dirà: Qualunque cosa hai fatto al più piccolo dei miei fratelli lo hai fatto a me, e tutto ciò che non hai fatto al più piccolo dei miei fratelli non l’hai fatto a me.

Io, cibandomi dell’Eucaristia, divento Gesù sulla terra: lui dimora in me ed io dimoro in lui, abito in lui, c’è una trasfusione della sua divinità nella mia umanità, divento il Dio che cammina.

  1. L’Eucaristia è il cibo dell’anima

Ogni nostra parola non potrà mai esprimere l’abisso dell’amore infinito di Dio che ci ha dato il suo corpo e il suo sangue, sotto le apparenze del pane e del vino, perché ne potessimo mangiare e bere. Non ci sono parole!

Come la vita del corpo non può svilupparsi, non può sussistere senza il cibo, così la vita cristiana, la vita dell’anima non potrà conservarsi né svilupparsi se viene a mancare questo cibo.

Ogni giorno Gesù prepara, per i suoi figli prediletti, questo cibo. Nella S. Messa egli imbandisce un banchetto e dà come cibo la sua carne e come bevanda il suo sangue. Tutti siamo invitati, e tutti, se non vogliamo essere degli scostumati, dovremmo avvicinarci e cibarci di questa carne, perché è il segreto più grande della santità di un’anima.

Mangiate Gesù e diventerete altri Gesù. Mangiate l’Eucaristia e avrete la forza di affrontare qualsiasi pericolo, di superare qualsiasi difficoltà, avrete la forza di perseverare nel bene e di rifiutare ogni giorno gli allettamenti del male.

conclusione

Il segreto della santità sta nell’Eucaristia. San Francesco di Paola, che come tutti i santi era un uomo che aveva capito veramente la vita, la sua cella a Paola se l’era costruita sopra la chiesa. Nel muro si era fatta una finestra che si affacciava proprio in direzione dell’altare maggiore dove stava il tabernacolo, così dalla cella poteva stare sempre in preghiera dinanzi a Gesù Sacramentato.

L’ardore del suo cuore, la fiamma del suo amore era talmente grande che quando doveva accendere le candele per la celebrazione della S. Messa, le accendeva col suo dito. Quante volte ha acceso così la lampada che doveva ardere dinanzi a Gesù Sacramentato!

E quando una volta arrivarono i soldati da Paterno per farlo prigioniero, perché secondo l’accusa si era ribellato al re di Napoli, affrontò questa difficoltà così grande stando in ginocchio dinanzi a Gesù Sacramentato. E Gesù Eucaristia gli fece il miracolo di renderlo invisibile.

I soldati passarono moltissime volte in chiesa dinanzi a lui ma non lo videro, lo videro solo quando minacciarono di prendere i frati e di portarli tutti prigionieri dal re di Napoli. Fu allora che si alzò e disse: Prendete me, sono qui.

San Francesco è stato l’innamorato di Gesù Eucaristia. A quei tempi non si poteva fare la comunione ogni giorno. Francesco di Paola si confessava ogni giorno per poter fare la comunione ogni giorno.