Signore, glorifica il tuo servo – Gv 12, 24-26

da un’omelia di P.Francesco Chimienti O.m.

Martina Franca, 20.03.1994

 

ALLA GLORIA SI GIUNGE ATTRAVERSO LA CROCE

(Gv 12, 20-33)

 

  1. La croce è la gloria di Gesù

“Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome” (Gv 12, 27-28).

Da queste parole capiamo come Gesù guardava la croce. Egli non dice: Padre, toglimi la croce!, ma: Per questo sono giunto a quest’ora, perché accetti questa croce. Padre, glorifica il tuo nome. Quindi era sicuro che al di là della croce c’era la gloria!

Sant’Agostino poi dirà: “Ad lucem per crucem”, cioè alla gloria si giunge attraverso la croce.

Gesù ci spiega qual è la sua gloria: la crocifissione. Infatti dice: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32).

Poteva Gesù dire: Padre, allontana da me la croce, se la croce sarebbe stata la causa della salvezza per tutti gli uomini? Gesù ha guardato la croce come la sua glorificazione.

  1. Guardate la croce come la vostra gloria

La vostra gloria personale è la croce, perché la glorificazione in paradiso sarà in proporzione della sofferenza che avete accettata, sopportata e offerta a Dio. Anche la salvezza delle anime che vi avvicinano, o che voi avvicinate, dipende dall’accettazione della vostra croce, della vostra sofferenza. Se sapeste quante grazie sono legate alla sofferenza che il Signore vi dà, grazie per voi e per coloro che vi avvicinano, voi stareste sempre a baciare quella croce che il Signore vi ha dato.

È vero che Gesù ha detto: L’anima mia adesso è turbata, però ha aggiunto subito: Signore, non ti dico salvami da quest’ora, perché sono giunto a quest’ora per essere glorificato; infatti, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me, e non vedo l’ora di essere innalzato sulla croce, perché attraverso la croce avrò la glorificazione, cioè trionferò in tutte le anime, sconfiggerò il regno del demonio, darò la grazia a tutti, darò la salvezza a tutti, e tutti, guardando il Crocifisso, si batteranno il petto.

Gesù vide questo inizio di glorificazione proprio il giorno che moriva sul Calvario, quando le persone, battendosi il petto, si convertivano e dicevano:- Veramente costui è il Figlio di Dio! Signore perdona i nostri peccati, perché abbiamo inchiodato sulla croce un innocente!

 

  1. La sofferenza accettata è obbedienza a Dio

“Nei giorni della sua vita terrena, dirà san Paolo agli Ebrei, Cristo offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà”                (Eb 5, 7).

Gesù non fu liberato dalla morte “ic et nunc”, nell’istante in cui lo chiedeva, infatti è morto sulla croce, ma con la risurrezione il Padre gli diede la gloria della sua passione e morte. Lo esaudì perché con la sua risurrezione Gesù vive in eterno, non muore più, trionfa su tutti i suoi nemici ora e sempre.

Dice l’autore della lettera agli Ebrei: “Imparò l’obbedienza dalle cose che patì” (Eb 5, 8).

Se accetterete la sofferenza, allora soltanto potrete dire di aver ubbidito a Dio, perché solo la sofferenza vi dà la misura della vera e autentica obbedienza, che si trasforma in salvezza per voi e per gli altri.

Gesù è stato sempre esaudito, e anche noi siamo sempre esauditi dal Padre, anche se non ci esaudisce in quelle cose che noi chiediamo, in quanto Dio va al di là e ci dà molto di più di quello che chiediamo.

 

 

conclusione

Accettate la sofferenza e offritela al Signore, perché non basta accettarla, occorre anche offrirla, perché abbia il doppio merito: quello della sofferenza, perché soffrite, e quello dell’unione della vostra sofferenza alla sofferenza del Cristo, in modo che diventi sacrificio redentivo.

San Paolo diceva: “Offrite a Dio sacrifici spirituali graditi a Dio” (Rm 12, 1).

Quali sono questi sacrifici graditi a Dio? Sono quelle sofferenze che lui vi dà. E quando ve le dà dovete solo accettarle. Se le accettate, ubbidite al Signore. Infatti dice l’autore della lettera agli Ebrei: Dalle cose che patì, Cristo imparò l’obbedienza, che divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, cioè che lo seguono, che fanno come lui ha detto.

Ecco quello che io vi consegno: non siate turbate dalla sofferenza, ma dite: Signore glorificami, dammi quelle anime che tu hai stabilito che siano salvate attraverso il mio sacrificio!