Ha sete di te, Signore, l’anima mia! – Gv 6, 30-35

Gv 6, 35 – Io sono il pane della vita

Gv 6, 30-35 – Io sono la manna di Dio

Gv 6, 30-35 – Io sono il pane

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 31.07.1988

L’EUCARISTIA è IL PANE DELLA VITA

(Gv 6, 24-35)

Il vangelo di oggi ci parla della promessa dell’Eucaristia. Io mi fermo soltanto su queste parole di Gesù: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6, 35).

Queste parole mi hanno fatto ricordare quelle che Gesù aveva detto all’inizio della sua vita pubblica: “Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia (cioè di santità), perché saranno saziati” (Mt 5, 6).

Gesù aveva detto queste parole, ma gli ascoltatori non l’avevano capito. Gesù voleva dire: Beati coloro che vogliono diventare santi. Egli aveva parlato di fame e aveva parlato di sete, e con il vangelo di oggi il Signore Gesù ci dà la risposta: Questa fame e questa sete saranno soddisfatte dal mio corpo e dal mio sangue, perché io sono il pane disceso dal cielo, il pane della vita, per cui chi viene a me non avrà più fame, e chi crede in me non avrà più sete.

  1. “Chi crede in me non avrà più sete”

L’uomo è stato creato da Dio in anima e corpo. L’anima ha due facoltà: l’intelletto e la volontà. Dio per salvare quest’anima e per farla diventare santa ha bisogno di illuminarla.

Dice il Cristo: Io, e soltanto io, la posso illuminare, perché io sono la parola di vita. Io dico una parola che dà la vita eterna.

E allora non solo bisogna ascoltare la Parola, ma bisogna metterla in pratica. Quando un uomo l’ascolta e la mette in pratica crede, e se crede non avrà più sete, perché l’uomo è veramente assetato di conoscenza.

L’intelletto ha bisogno di capire, ha bisogno di conoscere le verità che riguardano l’uomo e riguardano Dio, perché se riuscirà a capire potrà orientare la sua vita secondo le sue conoscenze.

Il Signore Gesù ci dà la chiave per risolvere i nostri problemi, dicendoci: Ascoltatemi, perché io risolverò tutti i problemi in maniera divina. Dopo avermi ascoltato, credetemi. Credendomi soddisferete la vostra sete ardente di conoscenza, quindi di salvezza e di santità.

  1. “Io sono il pane di vita; chi crede in me non avrà più fame”

Io non sono soltanto parola che soddisfa il vostro intelletto, dice Gesù, sono anche manna discesa dal cielo per soddisfarvi nella vostra fame, perché se viene a mancare questo cibo, voi non avrete la forza di vivere.

Per vivere cristianamente, cioè per fare ciò che abbiamo capito tramite la Parola, il Signore si presenta a noi sotto forma di cibo e dice:- Venite a me e mangiatemi!

Quanti cristiani, oggi che è domenica, non vanno neppure a Messa! Oggi è la festa del Signore. Ha preparato il banchetto, ha preparato come carne il suo corpo, ma sono pochi quelli che vanno a mangiare, e tra questi ci siamo noi.

Noi abbiamo capito ciò che il Signore vuole e lo vogliamo fare, però giorno per giorno constatiamo che per mettere in pratica la sua parola occorre una forza particolare, che ci sostenga nella lotta contro i nemici. Questa forza ci è data attraverso il cibo eucaristico, che il Signore Gesù ci dà, che è la sua carne.

Il Figlio di Dio è la seconda persona della SS. Trinità che si è incarnata, è il Verbo, cioè la parola di Dio, ma il Figlio di Dio è anche il cibo per noi. Infatti egli ha detto: Venite a me e non avrete più fame; credete in me e non avrete più sete. Se mi mangerete avrete la forza di mettere in pratica ciò che vi ho detto, perché io sono il pane della vita, non della vita temporale, ma della vita eterna. Quindi venite a me, satollatevi. Questa è la sete che dobbiamo sentire!

Beati coloro che hanno sete di ascoltare la parola di Dio, perché saranno saziati. Beati coloro che mangeranno il pane del cielo, che avranno fame del Cristo, perché mangiandolo saranno saziati. Avranno tanta luce che capiranno ogni cosa, e avranno tanta forza che faranno ogni cosa, il possibile e l’impossibile.

Beati coloro che si avvicinano a questo cibo e lo mangiano con le dovute disposizioni, perché così realizzano nella loro vita quel Cristo del quale si sono cibati.

conclusione

Se volete assimilare lo spirito del Cristo, perché mangiare il Cristo significa diventare simile a lui, vivere dello spirito del Cristo, dovete: vivere alla presenza di Dio, fare ogni cosa per amore di Dio e nel migliore dei modi.

Così ha vissuto il Cristo la sua vita terrena. Egli stava sempre in intima unione col Padre; invece noi dobbiamo vivere alla presenza di Dio. Più vivremo alla sua presenza, più lo sentiremo presente e meglio vivremo lo spirito del Cristo.

Il Cristo ha fatto ogni cosa per amore del Padre e per amore nostro, perché in noi vedeva il Padre, e ha fatto ogni cosa nel migliore dei modi. Chi farà questo avrà lo spirito del Cristo, vivrà dello spirito del Cristo, agirà come agiva il Cristo.

Non c’è modo migliore per vivere la vita cristiana sulla terra che viverla alla presenza di Dio, con amore e facendo ogni cosa nel migliore dei modi.

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