Portate a tutti il lieto annunzio – Mt 13, 31-33

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

30.07.1990

FAR CONOSCERE L’ISTITUTO DELLE MISSIONARIE

CON L’ESEMPIO E CON LA PAROLA

(Mt 13, 31-33)

“Il regno dei cieli è simile ad un granellino di senapa, che un uomo semina nel suo campo” (Mt 13, 31).

Il granellino di senapa è il più piccolo di tutti i semi ma una volta cresciuto diventa un albero tanto grande che gli uccelli del cielo si annidano tra i suoi rami.

“Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna impasta con tre misure di farina perché tutta si fermenti” (Mt 13, 33).

Gesù con queste due parabole certissimamente intendeva parlare della Chiesa, il regno dei cieli che voleva instaurare sulla terra e che sarebbe diventato un albero, rifugio di tutti i popoli e centro di attrazione.

Quando parlava del lievito, certissimamente intendeva parlare sempre della sua dottrina, del suo vangelo, della sua parola che avrebbe fermentato il mondo intero, cioè avrebbe cambiato l’impostazione di vita di tutti i popoli.

Io, nel piccolo, vedo in queste due parabole l’Istituto.

  1. L’Istituto – albero

Nel granellino di senapa che diventa albero io vedo il tronco e le radici dell’Istituto con le sue regole, le sue costituzioni, le sue norme pratiche, la sua spiritualità. Questo Istituto è nato per essere albero con rami, ramoscelli, foglie e frutti.

L’Istituto è un albero dove verranno altre anime a rifugiarsi e a fare il nido. E dopo aver dato altre sorelle prenderanno il via per andare altrove e formare le nuove generazioni.

Non soltanto consolerete quelle che vengono da voi, non soltanto annunzierete, ma formerete, attraverso l’annunzio della Parola di Dio, le nuove generazioni. È bello sapere questo: Dio vi ha destinate ad essere fonte di consolazione, ma soprattutto di formazione di altre catechiste. Non solo di catechiste che domani saranno vostre sorelle e che quindi apparterranno all’Istituto e diventeranno anche loro rami, foglie e frutti dell’Istituto, ma anche di altre catechiste che avranno la formazione da voi ed annunzieranno la Parola negli ambienti in cui vivono e ai ragazzi loro affidati.

Darete una formazione nel tempo presente per il futuro. Le future mamme di famiglia, i futuri professionisti, i futuri padri di famiglia, i futuri formatori, i futuri sacerdoti o religiosi saranno frutto del vostro albero Istituto. Ecco perché dovete dare le convinzioni. Non è la memoria che conta, né la ripetizione della lezione che conta, ma la fede, una fede che deve diventare vita. Dare non la preghiera, ma una vita di preghiera; la preghiera deve diventare vita. Dare l’ubbidienza, ma una ubbidienza che deve diventare vita.

Perché le verità di fede diventino convinzioni, dobbiamo parlare con autorità. Di Gesù, dice il vangelo: parla non come gli scribi e i farisei, ma con una autorità particolare per cui ciò che dice è accettato e trasformato.

L’autorità non è data dalle nostre parole, ma dall’annunzio della Parola di Dio.

La fede è fondata su colui che l’ha detta. Se voi mettete come autorità la vostra persona, è chiaro, sarà una parola che oggi c’è e domani non c’è; ma se invece mettete sulla parola che dite, l’autorità di Dio e la sapienza del Cristo, allora sarà accettata e rimarrà nella vita.

Non abbiate paura delle diverse vicende della vita che uno dovrà affrontare. Io ho conosciuto ragazzi formati da noi che si sono allontanati dalla Chiesa e dal Cristo, però dopo la tempesta sono ritornati. Tutto ciò che è seminato nella fanciullezza e nella giovinezza rimane per sempre.

Voi siete gli unici artefici della trasformazione dei cristiani di domani, i veri artefici dei cristiani di domani. Beato chi ha da Dio la missione di educare i piccoli, i fanciulli, gli adolescenti perché i giovani, gli adulti e i vecchi di domani dovranno fare ricorso alla fede ricevuta nei primi anni della loro fanciullezza e della loro adolescenza per poter continuare a vivere secondo Dio. Quando si accorgeranno che la vita che vivono è in contrasto con la vita che è stata insegnata loro, e che non hanno realizzato tutto quello che nel profondo del loro cuore sentivano, allora ritorneranno a Dio. Ricordate la conversione dell’Innominato?

Tutto ciò che scrivete, figlie mie, nella fanciullezza dei vostri ragazzi, tutto ciò che scrivete rimarrà per l’eternità. Se scriverete il bene rimarrà il bene, se scriverete il male rimarrà il male. Ma siccome voi non scrivete soltanto il bene, ma scriverete la Parola di Dio, quella Parola di Dio sarà potenza di Dio e sapienza di Dio.

Se avessimo dietro di noi gente votata a Dio, come siamo noi, che prendessero le redini di questi ragazzi che abbiamo portato fino alla giovinezza e continuassero la formazione che noi abbiamo dato fino alla giovinezza, e se ci fossero altri che li guidassero nell’età adulta, noi avremmo una Chiesa trasformata.

Sempre vi ho detto: state al posto vostro, compite la missione che Dio vi ha affidato. Anche se state senza far niente, continuate a stare senza far niente, però nella disponibilità di ubbidire alla Chiesa, di ubbidire al Cristo che vi vuole in un determinato momento subito al lavoro. Ma se non state nella disponibilità, la Chiesa non potrà disporre di voi, siete già andate via e avete fatto o fate altro, per cui, essendo occupate, non potete fare quello che Egli vi chiede.

Siate fedeli alla missione che Dio e il Cristo vi ha affidato. A voi è stata affidata la catechesi ai fanciulli e agli adolescenti. Certo non sarà il Padre a dirvi di lavorare per un’ora al giorno o un’ora ala settimana, ma sarete voi, per l’amore infinito verso il Cristo, a disporre di tutta la vostra giornata per la glorificazione di Dio e per la formazione delle nuove generazioni.

  1. L’Istituto – lievito

Mi piace vedere l’Istituto anche come fermento, come lievito. Ognuna di voi dev’essere testimone, questo è il lievito, testimone nell’ambiente in cui vive. Sarà testimone della Parola di Dio nella parrocchia, sarà testimone nel campo di lavoro, sarà testimone nella professione, nella famiglia, nel paese. In altri termini dovunque andrete sarete sempre una catechista che ha dentro, come la Vergine Santa in visita a santa Elisabetta, il Cristo che vuole camminare in mezzo agli uomini.

A voi non interessa la stima degli altri, ma essere missionarie, cioè essere le donne in viaggio per le vie del mondo, per portare con la propria parola il Cristo e le sue benedizioni.

Dovete essere testimoni non solo con la parola, ma soprattutto con l’esempio, sempre devono poter dire: ecco come un cristiano deve comportarsi dinanzi a questo problema. Io ho avuto una testimonianza di ciò quando un contadino mi ha fermato per la strada e mi ha parlato della morte del fratello di una di voi. Mi diceva: Io sono amico di famiglia e sono andato a dare le condoglianze ai familiari. Dovevate vedere la sorella del defunto, col sorriso sulle labbra accettava la sofferenza come un dono di Dio. Padre, in quella famiglia io ho capito che cos’è il dolore dinanzi a Dio. Non è la morte che conta, ma morire in grazia di Dio. Ci spiegava con serenità questa sorella ed era contenta che Dio aveva salvato il fratello e che quindi lo avrebbe rivisto.

Figlie mie, vale più l’esempio che la parola. È vero che noi siamo annunziatori della Parola di Dio, per cui la Parola di Dio per se stessa è potenza di Dio, è sapienza di Dio, però, se è data da uno che ci crede ha un effetto superiore che se è data da colui che non ci crede. Chi crede ha in mano la Parola di Dio come il giocatore di bocce che lancia la boccia con una violenza straordinaria, raggiungendo un buon traguardo; chi non crede, o non è testimone della parola che dice, è simile a colui che lancia la boccia con tanta poca convinzione e forza che non va molto lontana.

CONCLUSIONE

 Dovete essere lievito, e poi dovete preoccuparvi, occuparvi, soffrire per propagandare l’Istituto soprattutto tra coloro che hanno i segni vocazionali; poi a suo tempo raccoglieremo.

Dobbiamo aspettare l’ora di Dio per l’Istituto. Non dovete pensare che siamo degli abbandonati; Dio ha anche i suoi tempi, possiamo affrettarli, ma Dio ha i suoi tempi. Quando arriverà l’ora nostra, vedrete meraviglie.

Noi continuiamo a vivere di Cristo in attesa che Cristo compia nella sua Chiesa quello che ha deciso di fare.