Confrontiamo le nostre idee con quelle del Cristo e scaturisca coerenza- Mt 11, 20-24

Mt 11, 20-24 – Gesù rimprovera coloro che all’ascolto non fanno seguire la conversione

Mt 11, 20-24- L’ostinazione nel peccato

Mt 11, 20-24 E tu Cafarnao fino agli inferi precipiterai

Mt 11, 20-24 – Il rimprovero di Gesù

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 14.07.1981

 

I DUE RIMPROVERI DI GESU’:

PER L’OSTINAZIONE

E PER LA PRESUNZIONE

(Mt 11, 20-24)

Nel vangelo di oggi Gesù fa un rimprovero. Questo rimprovero lo fa a me e lo fa a voi, perché tra di noi ha compiuto il maggior numero di miracoli, però non ci siamo convertiti. Ha fatto anche i miracoli, perché Dio sa che l’uomo non crede alle parole ma crede ai fatti.

Gesù ha parlato perché dovevamo convertirci, cambiare rotta. Poiché non lo abbiamo ascoltato, ecco il rimprovero: “Guai a te!”, al posto di Corazin, al posto di Betsaida mettiamoci noi. “Guai a te …Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza”, si sarebbero convertiti.

I peccati di Corazin e di Betsaida erano due: l’ostinazione e la presunzione. Vediamo se anche noi abbiamo commesso questo peccato.

  1. L’ostinazione

Avevano delle idee e si sono ostinati a conservare quelle idee; si sono ostinati a fare secondo quelle idee, le hanno confrontate con quelle di Dio, hanno visto che le loro erano diverse e invece di cambiarle le hanno mantenute. La loro azione è coerente, ma è coerente secondo la loro idea. Poiché l’idea è sbagliata, l’azione è sbagliata.

Voi siete coerenti; ma un solo errore avete compiuto: non aver controllato se le idee erano secondo Dio o secondo il mondo, o erano contro Dio e secondo il demonio.

Il vostro errore sta nelle idee. Nel nome di Dio vi dico: confrontate le vostre idee con quelle di Dio, con quelle di Gesù, con la Parola di Dio, ma abbiate anche il coraggio di cambiare, se le vostre idee non sono conformi a quelle di Dio. Abbiatelo questo coraggio e lasciate tutta la forza della vostra volontà, tutta la vostra coerenza al pensiero di Dio. Non ostinatevi! L’ostinazione non rende gloria a Dio. L’ostinazione è un’espressione della superbia, un’espressione dell’egoismo: io, ma non Dio! La mia idea, ma non quella di Dio! La penso così e non me ne importa di come la pensa Dio!

Se avrete la duttilità, la docilità di cambiare, avverrà la conversione; allora veramente Dio costruirà in voi il suo capolavoro.

Dobbiamo fare questo esame di coscienza: sono disposto a cambiare secondo il pensiero di Dio?

Se le mie idee non sono conformi a quelle di Dio devo avere la forza e il coraggio di cambiare, altrimenti non mi salverò perché dispiaccio a Dio e riceverò il suo rimprovero. Al rimprovero poi è legata una punizione, la punizione eterna, la perdizione; non ci sarà la salvezza.

Il Dio che è venuto a salvarmi, a farmi santo, alla fine dirà: Va’ all’inferno!

Se mi domandate: Come farò a cambiare le idee? Vi rispondo: Confrontatele con quelle di Dio, confrontatele con quelle del Padre, che è la voce di Dio. Se le vostre idee sono conformi mantenetele, se sono difformi abbiate il coraggio di cambiarle. Così si costruisce l’edificio della santità. Questo significa docilità all’ispirazione divina, uniformità alla volontà di Dio.

Siete coerenti e siete forti nella volontà. Se riusciste a mettere questa forza di volontà e questa coerenza al servizio di Dio, in brevissimo tempo sareste sante. Peccato che la mettete a servizio del diavolo e del mondo, e poca di questa forza la mettete a servizio di Dio.

  1. La presunzione

Il secondo rimprovero che fa a noi il Signore è la presunzione.

Dice: “E tu, Cafarnao”, quindi: e tu, P. Chimienti, sarai forse innalzato fino al cielo? Ecco, presumere di essere uguale a Dio, presumere di avere tutti i doni, presumere di essere alzati fino al cielo!

Chi presume è superbo e chi è superbo avrà la stessa sorte di Lucifero, che fu precipitato nell’inferno. Salirò fino al trono di Dio, aveva detto Lucifero. Fino agli inferi precipiterai, è la risposta di Gesù.

La presunzione non è dei figli di Dio, ma dei figli del diavolo.

“Se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!”. Ecco il giudizio pesante di Dio, il giudizio pesante di Gesù per coloro che presumono.

È presunzione mettersi nell’occasione di peccato e avere la convinzione di farcela. Chi ama il pericolo cadrà in esso. È presunzione andare in cinque in una macchina dove si può andare in quattro, perché san Francesco non vi farà incontrare la polizia. Bel miracolo volete voi! È presunzione mettersi nelle occasioni ed esigere l’intervento straordinario di Dio. Gesù non si gettò dal pinnacolo del tempio, invece voi siete più forti di Gesù, voi vi gettate sempre dal pinnacolo del tempio perché voi siete giusti. Il piede mio non può vacillare!

Questa è pretesa, come la pretesa di Giacomo e Giovanni che volevano sedere uno alla destra e uno alla sinistra di Dio Padre.

CONCLUSIONE

L’ostinazione e la presunzione sono due peccati di superbia: ostinazione nelle proprie idee, nelle proprie azioni, nei propri desideri, non cambiare, non convertirsi; e presunzione di raggiungere il fine con le proprie forze, senza la forza di Dio. Presunzione di occupare posti che non sono i nostri. Ecco poi che da questo scaturiscono l’invidia e la gelosia, tutti frutti di questa grande madre che è la superbia. E voi di superbia ne avete da vendere; ma fatela la svendita una buona volta. Vendetela a meno prezzo, almeno i magazzini si svuotano e si può cominciare a ragionare col Signore.

Sappiatelo, questi due vizi li abbiamo tutti e due, sia io che voi, chi in misura maggiore, chi in misura minore, chi in forma palese, chi in forma nascosta, chi nelle azioni, chi nelle parole, ma ve lo assicuro nei pensieri tutti li abbiamo, io e voi.  È una brutta radice, per cui, oggi, nella preghiera ringrazieremo il Signore di tanti doni che ci ha dato; ma soprattutto diremo: Signore, sii tu il Signore, il padrone che distribuisce come vuole e quando vuole. I doni dalli agli altri, perché so che quando tu doni agli altri, doni anche a me. Io mi arricchirò dei doni degli altri. Come dico alle creature: cieli tutti, lodate il Signore; come dico agli alberi: alberi della foresta, lodate il Signore; come dico ai fenomeni naturali: folgori, tuoni e nubi, lodate il Signore; come dico agli animali: animali domestici e selvatici, lodate il Signore, così dirò: servi del Signore, lodate il Signore! Ma io mi unirò alla loro lode perché sia glorificato il tuo nome. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà!

Giovanni disse: “Che io diminuisca e che tu cresca”. Io dico: Che io sia nulla, purché gli altri siano tutto, purché gli altri manifestino la tua grandezza, la tua onnipotenza, la tua magnificenza, tutto il tuo essere. A me non interessa che sia io o l’altro, purché sia tuo.

Allora da egoisti diventeremo altruisti, generosi, caritatevoli, ed esalteremo la grandezza e la magnificenza di Dio. Allora la parola che Dio ci ha donato ed i miracoli che per noi ha compiuto non saranno vani.