Nel cuore e nelle parole la Verità – Mc 12, 14

Mc 12, 13-17 – Maestro, ti seguo perchè sei veritiero

Mc 12, 13-17 – Un brutto peccato è l’ipocrisia

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 21.10.1990

 

 

LA CATECHISTA  CHE FA LA CATECHESI

(Mc 12, 14)

Le parole che mi hanno colpito stamattina, quando ho fatto la meditazione, sono: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio” (Mc 12, 14).

Queste parole mi hanno colpito, perché dovrebbero essere il programma di vita di me sacerdote, come predicatore e come profeta, e il programma di vita di voi catechiste, che dovete testimoniare con la vostra vita le verità in cui credete.

Quando voi morrete, di voi devono poter dire: Era una catechista che insegnava la via di Dio secondo verità; era una catechista che non aveva soggezione di nessuno, perché quando parlava non guardava in faccia ad alcuno.

Io penso che queste parole costituiscono il più alto elogio, che si possa fare di un uomo che è al servizio di Dio.

 

  1. Essere veritiera

Di voi devono poter dire: Era una catechista veritiera, diceva sempre la verità.

L’uomo non sempre può dire la verità. La nostra intelligenza è limitata, quindi tante volte possiamo non dire la verità, non perché volutamente vogliamo ingannare il prossimo, ma perché non abbiamo capito quel determinato problema nella sua essenza.

Il modo di parlare dell’uomo è sempre discutibile. Chi ha studiato un po’ di filosofia sa che ci sono stati pensatori di grandissima fama, prima di Cristo, che hanno detto tante cose, ma che si sono tra di loro contraddetti; infatti l’uno demoliva quello che l’altro prima di lui aveva affermato. La stessa cosa è avvenuta per i pensatori che sono venuti dopo Cristo.

Di Cristo si poteva dire che era veritiero, perché ha sempre detto la verità, in quanto nella sua mente non c’è stata mai l’ignoranza, né la falsità. In Lui non c’è stata ignoranza, perché il suo intelletto era infinito, in quanto Dio; per cui aveva una perfetta conoscenza di tutte le cose.

Il Cristo non poteva essere menzognero, né poteva ingannarci, perché è amore infinito. Poiché conosceva la verità, ce l’ha detta.

Noi possiamo essere veritieri per partecipazione, non per le nostre capacità intellettive. Questa partecipazione avviene quando ripetiamo il pensiero di Dio con la Parola di Dio.

Tutte le volte che ripetete agli uomini il pensiero di Dio, con la Parola di Dio, partecipate sia della scienza che dell’intelligenza infinita di Dio, sia della sua santità che del suo amore.

 

  1. Insegnare la via di Dio secondo verità

Il compito della catechista è insegnare le vie di Dio, senza togliere o aggiungere niente.

Poiché la via di Dio può essere percorsa: prima togliendo il male e poi facendo il bene, la catechista nel suo insegnamento dice sempre: lasciate il male, cioè lasciate il peccato e fate il bene!

La norma suprema che dobbiamo dare nella catechesi è quella di lasciare il male, cioè di non fare più il peccato e di convertirsi.

Bisogna lasciare il male per fare il bene; infatti il contadino non solo dissoda il terreno, toglie le sterpi, le radici, le spine e i sassi, ma pianta pure, per raccogliere qualcosa.

La via di Dio è un lungo cammino, è il cammino della verità, della santità e della perfezione; è il cammino di Dio.

La catechista insegna anche a fare il bene, infatti insegna ad osservare i comandamenti, a pregare, ad ubbidire, ad essere umili, ad operare nella carità, a credere e sperare.

 

  1. Non avere soggezione di nessuno

Essere veritieri e insegnare la via di Dio secondo verità non è difficile; è difficile invece fare queste cose senza avere soggezione di nessuno.

Se ci sono stati e se ci sono dei profeti che hanno tradito la loro missione, l’hanno tradita soltanto per questo motivo: hanno avuto timore di qualcuno, hanno temuto che dicendo quella verità avrebbero scomodato chi poteva fare loro del male, e allora sono venuti a compromesso.

Gesù ha detto: Ciò che avete ascoltato nel segreto e nel silenzio, ditelo sui tetti, cioè fatelo sapere a tutti (cfr. Mt 10, 27). E ancora: Fino a questo momento ci sono stati dei segreti, ma verrà il momento in cui non ci sarà nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto        (cfr. Lc 12, 28).

Il catechista non ha soggezione di nessuno.

Il profeta deve sapere che se dirà la verità morirà impiccato, così come morirono i due profeti di cui parla l’Apocalisse, che, dopo essere stati impiccati, furono esposti in mezzo alla piazza al ludibrio delle genti (cfr. Ap 11, 3-13).

Se il catechista dirà la verità, farà la stessa fine del più grande dei profeti, che è il Cristo crocifisso; se dirà la verità farà la stessa fine dei profeti che ci hanno preceduto.

Disse Gesù: Adesso innalzate i monumenti ai profeti, ma ieri non li avete ascoltati e li avete uccisi (cfr. Lc 11, 47-51).

Se volete dire la verità, non dovete pensare a voi stesse, ma dovete pensare al vostro Dio, che ha parlato e che non deve essere tradito, al vostro Dio che vuole parlare e che vuole comunicare per intero il suo pensiero. Non dovete avere soggezione di nessuno, ma dovete ricordare le parole di Gesù che ha detto: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono fare più nulla. Temete piuttosto colui che ha il potere di gettare nella Geenna e il corpo e l’anima. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nessuno di essi è dimenticato dinanzi a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati, ma neppure uno di essi cadrà senza l’intervento di Dio. Non temete, voi valete più di molti passeri (cfr. Lc 12, 4-7).

Noi, quando annunciamo la Parola di Dio, non guardiamo coloro che ci ascoltano se sono dotti o ignoranti, uomini o donne, sapienti e intelligenti o ignoranti, piccoli o grandi, noi guardiamo in chi ci ascolta, l’anima redenta dal Cristo per mezzo del suo sangue prezioso. Il Cristo ha fatto tutto quello che doveva fare per la redenzione dell’uomo, ma adesso vuole la nostra collaborazione. Se noi collaboreremo con lui, Dio sarà felice, ci dirà il suo grazie, ma soprattutto ci darà la gloria a cui ci ha destinati, per i meriti del Cristo.

 

 

CONCLUSIONE

 

Vi auguro di insegnare la via di Dio con verità; ma sappiate che farete la fine dei profeti.

Vi auguro che non abbiate soggezione di nessuno quando annunziate la Parola di Dio; ma sappiate che farete la fine dei profeti.

Vi auguro che non guardiate in faccia a nessuno, durante la catechesi; ma sappiate che farete la fine di Geremia, il quale fu gettato nel pozzo pieno di fango e stette lì col fango che gli arrivava alla gola, finché il primo ministro, mosso a compassione da Dio, non lo liberò. Geremia diceva: Signore, che male ho fatto, perché sono come un passero solitario sopra un tetto? Tutti gridano vendetta e guerra contro di me, tutti mi vogliono morto, ma io che cosa ho fatto? Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza ed hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffa di me. La Parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome! Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo (cfr. Ger 20, 7-9).

È questo il lamento di tutti i profeti ed anche  il nostro.