Insieme verso l’Amore – Gv 20, 24-29

Gv 20, 24-29 – San Tommaso

Gv 20, 24-29 – Credetemi!

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 03.07.1992

 

L’IMPORTANZA DELLA VITA COMUNITARIA

NELLA CHIESA E NELL’ISTITUTO

(Gv 20, 24-29)

Mi fermo sul vangelo e, in modo particolare, su queste parole: “Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù…Otto giorni dopo i discepoli erano in casa e c’era con loro anche Tommaso” (Gv 20, 24. 26).

  1. La vita comunitaria

Gli apostoli vivono una vita comunitaria e una vita personale. L’aspetto del quale parla oggi il vangelo è la vita comunitaria, non quella personale. C’è un incontro col Cristo da persona a persona e c’è un incontro comunitario. Come diamo importanza all’incontro personale, per cui se qualcuno si incontra col Cristo ha determinati benefici, mentre se non si incontra non li ha, così bisogna dare il giusto valore anche all’incontro col Cristo insieme ai fratelli, perché se ci incontriamo insieme riceviamo dei benefici, altrimenti non li riceviamo.

In altri termini, le grazie di Dio sono legate alcune volte alla persona, altre volte alla comunità; per cui dobbiamo vivere nella Chiesa sia gli incontri personali sia gli incontri comunitari.

  1. Alcune grazie particolari sono legate alla vita comunitaria

Ciò che è vero nella Chiesa è vero nei riguardi dell’Istituto: dobbiamo vivere gli incontri personali col Cristo, ai quali sono legate determinate grazie, ma anche gli incontri comunitari, ai quali sono legate altre grazie, che il Signore non dà personalmente, ma solo comunitariamente.

“Tommaso non era con loro” (Gv 20, 24).

Tommaso, come tutti gli altri apostoli prima di vedere Gesù, era incredulo; ma Gesù stabilisce un incontro comunitario dove tutti quelli che stanno insieme ricevono la fede nella risurrezione del Cristo. Solo Tommaso non era presente, e non riceve la fede nella risurrezione.

È stato punito? No, perché la comunità gli ha comunicato ugualmente la realtà della risurrezione, tuttavia non l’ha recepita, perché quando Cristo è apparso era assente e non ha creduto.

Quindi non è Dio che nega la grazia; perché, se ha detto a tutti gli apostoli di andare a predicare il vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16, 15), e tra le creature che hanno ascoltato il messaggio ci sono io e ci siete voi che abbiamo creduto alla risurrezione di Cristo, perché Tommaso non vi avrebbe dovuto credere? Perché io ho creduto all’annuncio e lui no? Perché quella grazia della fedeltà era legata alla presenza comunitaria con gli altri apostoli. Incredulo era e incredulo è rimasto, perché ha disprezzato, ha trascurato di essere insieme agli altri apostoli.

Questo vale sia in senso positivo, sia in senso negativo: se uno ha un difetto, un peccato, un vizio ed è presente nella comunità, quel vizio è distrutto. Se invece non è presente, non riceve quel beneficio.

La stessa cosa è vera in senso positivo: se tu sei presente insieme alla Madonna nel cenacolo, ricevi lo Spirito Santo, ma se non sei in preghiera insieme alla Madonna e a tutti gli altri, non ricevi lo Spirito Santo.

Tommaso ha ricevuto la grazia della fede quando era con gli apostoli. Gesù non è andato a convincerlo personalmente, perché quella era una grazia legata alla vita comunitaria.

  1. I benefici della vita comunitaria nell’Istituto

Voi avete due forme di vita comunitaria: il Ritiro e gli Esercizi Spirituali.

Quando fate il ritiro insieme alle altre è una cosa, ma quando fate il ritiro da sole, è un’altra cosa: vi private di tante grazie: o positive, come la presenza dello Spirito, la pienezza dello Spirito in voi che vi lavora; o non ricevete quella grazia per distruggere determinati peccati, determinate inclinazioni cattive, o per conoscere determinati vizi e distruggerli.

Voi ne siete testimoni: quello che ricevete voi che siete presenti, le altre non lo ricevono. Chi è presente riceve sia in senso positivo sia in senso negativo, cioè riceve tante grazie o riceve tanta forza per eliminare tanti difetti, che chi non partecipa, non riceve.

Così è anche per gli incontri di aggiornamento. Chi li fa riceve, chi non li fa non riceve e rimane quella che era.

Questi incontri fraterni danno la forza di ritornare con più gioia nel mondo, con più entusiasmo, per cui si fa ogni cosa con più facilità. Ve lo dico perché non dovete sciupare la grazia di Dio, e se la sciupate lo fate ad occhi aperti: sapendo quello che fate.

Ciò che Dio, ciò che il Cristo deve darvi unite insieme, ricordatelo sempre, non ve lo darà in forma privata. È vero che c’è una distinzione tra gli incontri comunitari necessari, dovuti e gli incontri comunitari consigliati, utili; per cui se non partecipate a quelli dovuti perdete tutto, mentre se non partecipate a quelli consigliati non perdete tutto, ma certissimamente non vi riempirete come si riempiono coloro che vi partecipano.

Immaginate quante cose avranno raccontato gli apostoli a Tommaso dopo l’apparizione di Gesù. Gli avranno detto: “Tommaso, abbiamo visto il Signore, si è fermato, ci ha dato lo Spirito Santo, ci ha dato la facoltà di rimettere i peccati, ha mangiato con noi, ha detto questo e quello…”, ma lui non ha creduto, “come un muro di bronzo”, direbbe Geremia.

Invece quando i discepoli di Emmaus sono tornati e hanno detto: “Abbiamo visto il Signore!”, gli altri discepoli hanno risposto: “Anche noi lo abbiamo visto” (cfr. Lc 24, 34-35).

Gioia negli uni e gioia degli altri; ma Tommaso, incredulo prima, incredulo dopo e incredulo per tanti giorni, fino a quando ha accettato di stare con gli altri, e come dono per essere stato con gli altri, il Signore gli ha dato la fede; ma la fede iniziale, mentre gli altri hanno avuto la crescita nella fede, perché l’hanno visto per la seconda volta. Ecco perché non potete dire che sia la stessa cosa partecipare o meno alle forme di vita comunitaria dell’Istituto.

conclusione

Sappiate stimare la vita comunitaria  per crescere nell’amore.

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