Tu sei con me, sempre! Grazie, Signore – Giovedì santo – 1Cor 11, 23-26

da una riflessione di P. Francesco Chimienti O.M. 

giovedì santo 28.3.2002

LA MINIMA TRASCORRE LA GIORNATA DEL GIOVEDì SANTO

NELLA PREGHIERA DI RINGRAZIAMENTO

E IN ATTI DI RICONOSCENZA

La lettura che oggi mi ha colpito non è quella del Vangelo, ma quella della prima lettera ai Corinzi, perché parla dell’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio cattolico, alla cui commemorazione, o meglio memoriale, è consacrato il giovedì santo.

“Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga” (1 Cor 11, 23-26).

Commento alla lettera di san Paolo

 Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani, aveva promesso, nella sinagoga di Cafarnao, un altro pane: il suo corpo come cibo per la vita eterna. Ora, giovedì santo, è venuta l’ora di realizzare la promessa.

È la notte del tradimento di Giuda; è la notte dell’amore senza confini del Cristo verso l’umanità. Gesù prende il pane e dice: Questo è il mio corpo: prendetelo, mangiatelo! Prende il calice del vino e dice: Questo è il mio sangue: prendetelo e bevetelo!

Gesù non si ferma qui, ma aggiunge, pensando a tutti gli uomini che avrebbero creduto alla sua parola, predicata dagli apostoli: Fate questo in memoria di me!

Così istituiva il sacerdozio cattolico, che avrebbe perpetuato la sua presenza nei secoli.

Nell’amore infinito che in quell’ora lo bruciava, Gesù non solo ci dà l’Eucaristia e il sacerdozio, ma lega al sacerdozio l’Eucaristia e l’Eucaristia al sacerdozio.

Così si avvera l’altra sua promessa:

            “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

Da questa lettura che oggi la Chiesa ci presenta per sottoporla alla nostra meditazione, il sentimento fondamentale che ne scaturisce è quello della riconoscenza per i doni dell’Eucaristia e del sacerdozio cattolico, e quindi del ringraziamento per questi doni che il Cristo ci ha dato prima della sua passione e morte in croce.

Ecco perché “La Minima passa tutta la giornata del Giovedì Santo in preghiera e in atti di riconoscenza verso il Signore per l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio”      (voce: Eucaristia, n. 184).

RIFLESSIONI

  1. Per la Minima la riconoscenza e il ringraziamento al Cristo, per i doni dell’Eucaristia e del sacerdozio cattolico, sono un atto dovuto, un atto di giustizia

Se sono dei doni del Signore, la Minima deve pure ringraziarlo!

“Che cosa mai possiedi, dice san Paolo, che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto?” (1 Cor 4, 7).

Dei dieci lebbrosi guariti uno solo ringraziò, ma Gesù osservò: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?” (Lc 17, 17).

  1. La riconoscenza e il ringraziamento nei riguardi del Signore da parte della Minima sono segno di delicatezza e squisitezza d’animo

“La riconoscenza è il distintivo della elevatezza dei suoi sentimenti e dei suoi pensieri” (voce: Riconoscenza, n. 163).

La Minima ringrazia il Signore sempre , dovunque e per ogni cosa.

Oggi e sempre ringrazia il Signore per questi due doni: l’Eucaristia e il Sacerdozio.

Oggi e sempre ringrazia il Signore per tutti i doni che ha elargito a lei e alla sua famiglia spirituale.

  1. La Minima mette al centro della giornata del giovedì santo l’Eucaristia e il sacerdozio, e s’impegna a metterli al centro di ogni giorno e di tutta la sua vita spirituale

Tutto incomincia dall’Eucaristia, e tutto termina con Gesù vivo e vero, corpo, sangue, anima e divinità presente nell’Eucaristia.

La Minima incomincia la giornata con la S. Messa e la Comunione, e la termina con la Visita a Gesù Sacramentato, con l’adorazione e il ringraziamento.

Per la Minima l’Eucaristia è tutto. È cibo, è luce, è forza, è consolazione; è soprattutto amore.

È lì che la Minima attinge la luce che la guida sulla via della perfezione giorno per giorno; è lì che si ciba per attingere quella forza che le fa superare tutte le difficoltà e tentazioni; è lì che si riempie di amore, di quell’amore col quale ama Dio con tutto il suo cuore e il prossimo come se stessa. In poche parole l’Eucaristia è tutto per la Minima; per Gesù presente nell’Eucaristia fa tutto.

  1. Il vero ringraziamento della Minima si manifesta nell’uso che fa dell’Eucaristia nella vita

La Minima partecipa alla S. Messa ogni giorno. Mette al centro della sua vita spirituale la S. Messa, sacrificio perenne di Cristo, che si offre al Padre per la remissione dei nostri peccati e per la nostra salvezza.

Non faceva forse così san Francesco di Paola? Partecipava ogni giorno alla santa Messa e a tutte le Messe che si celebravano nella sua cappella, perché Gesù eucaristia era il centro della sua vita. Quanti miracoli ha fatto per far celebrare ai sacerdoti la S. Messa e farla celebrare con le dovute disposizioni!

Per la Minima “Il Gesù Ostia è il Gesù immolato, ed è grande il suo desiderio di svelarsi nella sua attitudine di vittima” (voce: Eucaristia, n. 178).

Per questo motivo dice col sacerdote: “O Padre …offriamo alla tua maestà divina, tra i doni che ci hai dato, la vittima pura, santa e immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell’eterna salvezza” (Prima preghiera eucaristica).

E ancora: “Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell’attesa della sua venuta, ti offriamo, o Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo” (Terza preghiera eucaristica).

  1. La Minima manifesta il suo ringraziamento per il dono dell’Eucaristia cibandosi ogni giorno delle carni di Cristo

La Minima ricorda le parole di Gesù dette nella sinagoga di Cafarnao; crede e le mette in pratica.

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.       In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” (Gv 6, 51. 53).

Dice col sacerdote:

“Guarda con amore e riconosci nell’offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione; e a noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito” (Terza preghiera eucaristica).

    6. La Minima manifesta il suo ringraziamento per il dono dell’Eucaristia non facendo passare nessun giorno senza fare la Visita a Gesù Sacramentato

“Nella sua giornata la Minima si ferma sempre di più dinanzi all’altare di Gesù Sacramentato. Sostare in silenzio non importa: è scambio d’amore. È dovere di pura giustizia che ami con maggiore intensità colei che fu maggiormente ricolmata di innumerevoli benefici. E voi ogni giorno ricevete tanto” (voce: Eucaristia, n. 180).

“Il Cristo dal tabernacolo dice: Perché non venite a trovarmi? Sono qui anche per voi” (voce: Eucaristia, n. 179).

“La Minima nella sua preghiera non deve necessariamente dire, anche se solo interiormente, delle parole; basta trattenersi amorosamente ai piedi del Cristo. La sua giornata sarà sempre sorretta da un amore senza misura per lui, abbandonata nelle sue mani con una confidenza infinita” (voce: Eucaristia, n. 181).

“Qualunque possa essere l’aridità o l’angoscia della Minima quando ogni giorno si mette ai piedi dell’altare, il Cristo le dice: Io sono nella gloria, e nulla mi manca. Lei ripete allora:- Dio mio, se ti amo, anch’io sono felice e niente mi manca”                 (voce: Eucaristia, n. 182).

“Quando le prove si susseguono con un ritmo così continuo, che verrebbe da ribellarsi e la pazienza non avrebbe più motivo di esistere, la Minima si prostra dinanzi a Gesù Sacramentato ed egli da quel silenzio le parla e l’aiuta sempre” (voce: Eucaristia,  n. 183).

7. Il ringraziamento della Minima per il sacerdozio cattolico si manifesta nell’amore al sacerdote

La Minima ama perdutamente il Papa, il Vescovo e i sacerdoti; li rispetta, li venera; ubbidisce e prega per loro.

La Missionaria della Parola dice il suo grazie al Signore anche per il Padre, sacerdote e religioso.

La Minima ringrazia sempre il Signore per i suoi sacerdoti, perché li considera strumenti privilegiati nelle mani del Cuore di Gesù per salvare gli uomini. Gesù salva gli uomini di oggi per mezzo dei sacerdoti di oggi.

La Minima ringrazia il Signore per tutti i sacerdoti, ma in modo particolare per i sacerdoti pastori di anime con i quali ogni giorno collabora.

Li considera e li stima quali strumenti di salvezza.

Sono coloro che rendono presente sulla terra il Cristo.

Sono i continuatori del sacrificio del Cristo.

Sono gli amministratori dei sacramenti.

Sono i dispensatori della grazia di Dio.

Sono gli annunziatori del Vangelo.

Sono i direttori di coscienza.

Sono coloro che assolvono i peccati.

Sono coloro che donano la pace interiore.

Dono più grande il Signore non ci poteva fare!