Un amore che non si ferma al tradimento – Martedì santo –

Martedì santo – 2011

Martedì santo – 2012

Il Cristo preannunzia il tradimento e il rinnegamento degli apostoli – Martedì santo 2013

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martedì Santo, 01.04.1980

AL TRADIMENTO DI GIUDA

GESU’ RISPONDE CON L’AMORE

(Gv 13, 21-33. 36-38)

  1. Dio rispetta la libertà dell’uomo

Il vangelo di questa sera coglie il momento più drammatico dell’ultima cena, del Giovedì Santo. Sono tutti a tavola e c’è anche Gesù con loro. Ci sono gli apostoli, le pie donne, e tutti festeggiano la Pasqua. Mentre sono a tavola Gesù si commuove profondamente, guarda tutti in faccia e dice una frase che porta lo scompiglio in quelle anime: Questa sera uno di voi mi tradirà.

Non capiremo mai il mistero del tradimento di Giuda, se non capiremo il mistero della libertà dell’uomo. Gesù sapeva tutto, ma non ferma la mano del traditore. Ci ha creati liberi e ci vuole figli suoi liberamente; non forza nessuno, non obbliga nessuno. Prospetta il suo piano d’amore e prospetta anche il mistero d’iniquità dell’uomo, affinché l’uomo accetti il bene. Dio non costringe nessuno, fosse pure colui che vuole tradire il Figlio di Dio, a fare il bene; né impedisce a nessun uomo di fare il male, fosse anche il tradimento del Figlio di Dio. Non lo capiremo mai questo mistero!

Dio che può tutto, non poteva fermare Giuda, non poteva dargli una malattia, un cancro, una paralisi? Ne muoiono tanti in un istante. Niente! Vuole dei figli liberi, che lo amino liberamente.

Dio non vuole che l’uomo operi il male; lo illumina, gli dà tanta grazia da vedere con chiarezza il male, per non farlo; gli dà tanta grazia da fargli vedere il bene con tanta lucidità per farlo, ma non obbliga nessuno a fare il male, come non obbliga nessuno a fare il bene. Arriva a farsi uccidere, ma non toglie la libertà all’uomo a cui l’ha data. Quando Dio dà un dono non se lo riprende mai più, arriva fino alle estreme conseguenze.

  1. Dio ci insegue col suo amore

Quando gli Ebrei a Pasqua si riunivano per mangiare la cena, il capo famiglia o il capo di un gruppo, questa volta è Gesù il capo del collegio apostolico, aveva il privilegio di dire attraverso un segno, che era quello di prendere un pezzo di pane, intingerlo in una salsa speciale che si trovava sulla mensa e darlo a uno dei figli, a uno della comitiva: Tu sei il mio beniamino.

Gesù, nell’ultima cena, non rinunzia a indicare qual è il suo discepolo prediletto: prende un pezzo di pane, lo intinge nella salsa preparata per condire l’agnello arrostito, e lo dà a Giuda: tu sei il mio figlio prediletto! Capiremo mai il mistero d’amore di Dio? Tu nel tuo cuore hai il demonio, hai pensato di tradirmi, di consegnarmi per trenta denari ai miei nemici per farmi uccidere e io ti dico: Ti amo perdutamente!

Qualcuno dice: Perché Dio non lo ha salvato? Cosa doveva fare di più? Gli svela il tradimento: uno di voi mi tradirà. Dice il vangelo che ogni apostolo dice a Gesù: Forse sono io? Lo disse anche Giuda. Poiché c’era il parapiglia, nessuno capì, ma Gesù gli rispose: Tu lo hai detto. Sì, sei tu. E sai chi sei tu dinanzi a me? Sei il discepolo prediletto. Ti do il boccone speciale come segno della mia predilezione infinita. Che cos’altro voleva? Gesù l’ha inseguito col suo amore, ma Giuda anziché gettarsi in ginocchio e dire: Signore, sono io il traditore, perdonami!, se ne va.

Gesù continua a perseguitarlo col suo amore: Giuda, quello che devi fare, fallo presto! Gli altri non hanno capito, ma Gesù sapeva quello che diceva, e Giuda capiva le parole di Gesù.

Quando Giuda entra nell’orto del Getsemani per tradirlo, quando i due si incontrano, Gesù vuole ancora salvarlo.

Quando penso alla grazia di Dio, che come voleva salvare per forza Giuda, vuole salvare per forza me, vuole salvare per forza voi, rimango senza parole. Dio vuole salvare tutti, ci vuole portare in paradiso, ci perseguita col suo amore. Si trovano dirimpetto, uno di fronte all’altro; Giuda ancora non lo ha baciato e Gesù gli dice: Amico, che sei venuto a fare? Ad ogni domanda c’è una risposta. Sono venuto a tradirti; dentro di sé l’ha detto. Gesù gli ha svelato il segreto del cuore, l’istante prima di consumare il suo delitto, ma Giuda abbassa gli occhi, si getta addosso a Gesù e lo bacia. Gesù non si dà per vinto. Lo vuole ancora salvare, non importa che ha detto: Colui che bacerò è lui, il Maestro, prendetelo, portatelo via, uccidetelo, condannatelo, mettetelo in croce! Non importa, vuole salvarlo, perché morrà in croce anche per lui. A Gesù non importa il peccato; ne possiamo fare miliardi, a lui importa salvarci, importa manifestarci il suo amore, un amore infinito che ci sommerge. È come un oceano nel quale si sperde un ramo di ulivo.

Per piegare Pietro è bastato uno sguardo silenzioso, e Pietro non ha resistito, è uscito di corsa dal Pretorio di Anna e Caifa e si è messo a piangere amaramente per giorni e giorni il suo peccato. è corso da Maria a dirle: Mamma mia cara, perdonami tu al posto di Gesù, ho sbagliato, ho tradito il Maestro, l’ho rinnegato non una volta ma tante volte; ho sbagliato, perdonami! E ha ottenuto il perdono.

Giuda invece, che pure è stato schiaffeggiato dalle parole di Gesù simili a spade, che è stato perseguitato dal suo amore immenso, non si piega. Riconosce il suo delitto, ma non si getta in ginocchio; va invece nel tempio a dire ai sommi sacerdoti: Ho tradito il sangue del giusto, queste sono le trenta monete d’argento che voi mi avete dato, ve le restituisco; ma non ha avuto il coraggio di gettarsi in ginocchio e di dire: Signore, ho peccato, perdonami! La superbia di colui che pecca e non vuole riconoscere il proprio peccato, e soprattutto non vuole umiliarsi per chiedere perdono, è talmente grande che lo acceca e lo porta ad impiccarsi ad un albero. L’albero stesso si rompe, le sue viscere si squarciano e muore crepato.

Dico a voi che mi ascoltate: la colpa è di Gesù che non lo ha voluto salvare, o di Giuda che non si è voluto salvare? Non si è voluto salvare, ha rifiutato la grazia di Dio.

 

  1. La misericordia di Dio è infinita

Figli miei carissimi, io credo all’amore immenso di Gesù, alla misericordia infinita di Gesù. Se tuo marito, tua moglie, tuo figlio, tuo nipote, tuo cugino, tuo nonno non l’ha salvato nel 1975, lo salverà nel 1980, se non lo salverà nel 1980, lo salverà nel 1985, se non a gennaio, lo salverà a febbraio. Aspetterà l’ultimo istante della vita, ma lo perseguiterà col suo amore infinito, perché lo vuole salvare, lo vuole salvare per forza. Sapete chi va all’inferno? Chi vuole andarci per forza.

Padre, io mi salverò? Ma sì, ti salverai. Basta dire: Gesù mio, misericordia! Il tuo peccato è niente dinanzi all’amore infinito di Dio. Il tuo peccato è simile ad una goccia d’acqua dinanzi all’immensità dell’oceano. Quando il profeta annunzia la misericordia infinita di Dio, dice: Quanto dista l’Oriente dall’Occidente, tanto è grande la misericordia di Dio; quanto è distante il cielo dalla terra, tanto è grande la misericordia di Dio. In altri termini, se l’uomo volesse pensare alla misericordia infinita di Dio, non ne sarebbe capace, perché è infinita, ci comprende tutti.

Permettetemi questa espressione che è una bestemmia, perché diversamente non capirete mai la misericordia infinita di Dio. Gli uomini quando giudicano Dio misericordioso, sapete come dicono? È uno scemo! Lo schiaffeggi e ti perdona, lo flagelli e ti perdona, l’uccidi e ti perdona, gli tiri un calcio e ti perdona, lo getti per terra, gli tiri altri quattro calci e ti perdona, lo tiri a destra e se ne viene a destra, lo tiri a sinistra e se ne viene a sinistra. Gli puoi fare tutto! Gli hanno tirato i peli della barba, gli hanno contato le ossa, gli hanno tirato i capelli, gli hanno conficcato la corona di spine in testa, lo hanno fatto sanguinare, si sono divertiti. La corona di spine gliel’hanno messa e gliel’hanno tolta tante volte! Non è morto prima della crocifissione, perché l’ha sostenuto la divinità, cioè una forza infinita, diversamente sarebbe morto alla flagellazione, all’incoronazione di spine, quando è caduto, perché l’hanno ridotto un cencio.

Sapete gli uomini che cosa dicono di questo uomo Dio? è uno scemunito. Quando voi avete definito Gesù così, allora avete capito che cos’è l’amore.

Io credo all’amore, credo alla misericordia infinita di Dio, credo che mi salverà, non per i miei meriti ma perché è infinito nell’amore.

Il profeta Isaia descrive in maniera meravigliosa l’amore di Dio per l’uomo: Prima che nascessi ti ho pensato, ti ho chiamato, ti ho voluto bene, ti ho tessuto nel seno di tua madre, ti ho portato a mano a mano, ti ho preso come un guerriero prende una freccia e la mette nella faretra in modo che al momento giusto la potrà lanciare.

Tu sei il mio testimone per le vie del mondo; tutto quello che fai tu lo faccio io; io sono al tuo fianco, ti mantengo, ti rialzo. Sono davanti a te, sono dietro di te, sono a destra, sono a sinistra, sono sopra; ti copro, ti proteggo, ti spingo, ti aiuto, ti sostengo. Io sono la tua forza, io sono il tuo rifugio.

Quando sentite queste parole non vi sentite vibrare il cuore dentro il petto? Quanto bene Dio mi ha voluto, mi vuole e mi vorrà. Aspetta anche l’ultimo istante.

Padre, ma è morto in un incidente stradale! Non vi preoccupate degli incidenti stradali, perché al fianco di tuo fratello stava Dio che gli ha detto: Te ne vuoi venire? Sì, Signore! E che hai fatto finora? Ho perduto sessantacinque anni. Non fa niente, te li lavo io. Di’: Gesù mio misericordia! Signore, ho sbagliato! Vieni con me in paradiso, oggi stesso.

È stato un incendio, un infarto, il cancro, non importa, a noi interessa la salvezza eterna. Dio è là, che con una luce meravigliosa illumina tutta la vita, basta che tu dica: Signore, ho sbagliato, perdonami! Non c’è bisogno di raccontare tutti i fatti come fanno i fedeli della mia parrocchia, che dicono come il fariseo: Ho pagato la decima, sono andato a messa la domenica, ho detto le preghiere la mattina e la sera. Raccontano tutte le cose belle, ma si guardano bene dal raccontare le cose brutte che hanno fatto. No, dovete dire: Signore, ho sbagliato, ho sbagliato tutto, non ho azzeccato nessuna cosa nella mia vita, però tu lavami, purificami, mondami! La nostra lavatrice è il sangue preziosissimo di Gesù; è Gesù che lava tutto. Ci potete mettere tutte le anime, tutte sporche com’è la mia, e lui lava, purifica tutto.

Abbiate fiducia nella misericordia infinita di Dio, non perché dovete peccare, ma perché, come dice san Giovanni: se hai peccato, ricordati che presso Dio c’è un avvocato che si chiama Gesù, che prega per te, che ha pagato per te, che è pronto per lavarti, perché la sua grande felicità è di vederti in paradiso. Il suo gusto è di prendere i più grandi peccatori e portarli in paradiso. Il divertimento suo non è quello di prendere i santi che stanno sulla terra, i novantanove giusti, le novantanove pecorelle sane, grasse, belle, ma di prendere tutte le pecorelle rognose come sono io. Sì, prende proprio uno per uno i più grandi peccatori e se li porta in paradiso. E sapete cosa dice? Mettetevi a cantare! Lì tutti canteremo alla misericordia infinita di Dio. Diremo: Signore, quanto sei grande, quanto sei infinito, non ero degno di guardarti in faccia e tu mi hai voluto bene, mi hai generato, mi hai lavato, mi hai perseguitato col tuo amore, hai fatto di me un santo, e io vorrei essere il tuo cantico in eterno!

In eterno, dice il salmista, canterò alla misericordia infinita di Dio, perché di un peccatore hai fatto un santo, di un Agostino disonesto hai fatto un sant’Agostino, di una meretrice Maddalena hai fatto una santa Maria Maddalena. Non vi racconto di tutti i santi che stanno in paradiso. Dice san Gregorio, che le peccatrici, gli adulteri, gli ubriaconi, i ladri, i furfanti, gli omicidi, tutti là stanno.

Che ne abbiamo fatto del paradiso? Ne abbiamo fatto il regno della misericordia infinita di Dio. Ditelo a tutti quelli che si devono confessare: Andate, andate, perché l’amore di Dio è molto più grande del nostro peccato. Non abbiate paura. Avete peccato? Chiedete perdono, e il Signore vi perdonerà e sarà felice di farlo. Ha detto Gesù: Si fa più festa in cielo per un peccatore che si pente, anziché per novantanove giusti.

Mettiamoci in ginocchio, oggi, e diciamo: Signore, misericordia! Accettami come il più grande dei peccatori, perché anche oggi si faccia festa nel tuo regno.

Una risposta a “Un amore che non si ferma al tradimento – Martedì santo –”

  1. La riflessione di oggi mi lascia ancora una volta senza parole. L’infinita misericordia di Dio innanzi al più vile tradimento di Giuda. Da un lato penso a questo infinito amore di Dio e dall’altro alla mia pochezza innanzi a quanto nella quotidianità sopporto da uomini con la u infinitamente piccola che fanno come Giuda. Si mi sento piccolo perché perdonare realmente è difficile ma penso che alla fine il povero è in colui che pecca come Giuda e non in chi subisce il torto ma come cristiano devo impegnarmi a comprendere il peccatore, comprendere e perdonare che ti vuole male. Questo si che è un impegno non solo nel periodo di quaresima ma sempre

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