Io Credo in Gesù Cristo! – Gv 7, 40-53

Gv 7, 40-53 – Gesù è il Figlio di Dio 9-4-11

da  un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

GESU’ E’ IL PROFETA

(Gv 7, 40-53)

 

  1. Gesù è stato riconosciuto come il profeta

Quel Gesù che morrà in croce il venerdì santo è il profeta. Nel vangelo di oggi vediamo che le persone, quando lo hanno ascoltato, hanno detto: “Questi è davvero il profeta”, cioè quell’uomo che parla nel nome di Dio e che parla al posto di Dio agli uomini, per portarli a Dio. Questo è il profeta. E la gente lo capisce.

Anche Gesù, quando va a Nazaret, che è casa sua, dice di essere il profeta. Si mise a spiegare il passo del profeta Isaia e i suoi compaesani non lo vollero ascoltare: “Chi si crede di essere!”. Lo presero e lo portarono sul ciglio del monte del loro paese per gettarlo giù.

Gesù disse: “Nessun profeta è accetto nella sua patria”. Si chiamò profeta.

Quando il cieco nato fu guarito e gli avversari gli domandarono: “Tu che cosa dici di costui?”, rispose: “è un profeta”.

La gente dice: “Questi è davvero il profeta”. Alludono alla descrizione del Messia che aveva fatto Mosè nei primi cinque libri della S. Scrittura. L’aveva chiamato il grande profeta; non un profeta, il profeta, il vero profeta, il vero uomo che, nel nome di Dio, parla di Dio.

 

  1. Il profeta manifesta il pensiero di Dio

Il Cristo è veramente la parola di Dio, il Dio che parla a noi, è il vero e autentico profeta. Gli altri saranno profeti nel nome suo, ma il vero profeta è lui, perché lui è Dio che parla da Dio, è la parola di Dio, è la manifestazione di Dio agli uomini. Dice agli uomini che cosa Dio vuole da loro. E quando lui parla, non parla solo per illuminare la mente, ma perché l’uomo faccia ciò che Dio vuole.

È diversa la lezione del professore della Scuola Media, dalle parole che dice Dio. Il professore illumina la mente e poi tutto finisce lì; l’alunno ha capito e tutti e due se ne vanno a casa. Come era la vita prima, così continua ad essere la vita dopo. Invece il profeta fa cambiare la vita, illumina la mente e fa operare secondo quanto Dio ha detto, altrimenti non è profeta.

Che Gesù è profeta lo dicono anche le guardie. I sommi sacerdoti e i farisei erano talmente arrabbiati contro Gesù che avevano mandato le guardie per catturarlo e condurlo da loro. Le guardie andarono nel tempio, dove Gesù parlava, e si misero ad ascoltarlo. Dopo averlo ascoltato non gli misero le mani addosso, ma se ne ritornarono da coloro che li avevano inviati. Essi chiesero:- Perché non lo avete preso e condotto qui? Loro risposero:- Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo! Parlava di Dio, parlava nel nome di Dio, comunicava il pensiero di Dio agli uomini. Erano rimasti talmente commossi che non avevano potuto fare a meno di dire: Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo. Se dobbiamo prendere qualcuno e portarlo in carcere, dobbiamo prendere voi che dite in un modo e fate in un altro, ma quest’uomo è veramente straordinario.

Quando Gesù parlava si percepiva la presenza di Dio in lui, era Dio. Si percepiva che la sua parola entrava nel cuore dell’uomo e lo cambiava.

Dirà la folla: Quest’uomo parla con autorità, e non come gli scribi e i farisei. Quello che dice lo sente, e ciò che dice vuole che si faccia.

 

  1. Gesù è il Messia, secondo le Scritture

Che Gesù è il Messia lo dice la S. Scrittura, a chi la legge e la studia attentamente. Non avevano sbagliato gli avversari di dire: il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide.

È vero, la S. Scrittura aveva detto così, e loro invece sapevano, senza aver approfondito il caso, che Gesù veniva dalla Galilea. Per loro Gesù veniva da Nazaret, era quindi un nazareno, mentre il Cristo, il Messia doveva venire da Betlemme, che si trova nella Giudea, perché Betlemme è il paese di nascita di Davide e il Messia doveva essere della stirpe di Davide.

I farisei dicono infatti a Nicodemo che era intervenuto per difendere Gesù: Che forse il Messia deve venire dalla Galilea? Tu sei galileo e quindi tiri l’acqua al tuo mulino. Studia e vedrai che non sorge un profeta dalla Galilea. Invece non avevano studiato loro, perché se si fossero interessati, Gesù avrebbe detto: io sono nato a Betlemme, il villaggio di Davide, un villaggio della Giudea. E se avessero domandato a Gesù: Chi è tuo padre, chi è tua madre, avrebbero saputo che il padre putativo, Giuseppe, era della discendenza di Davide e che la mamma, Maria Santissima, pur abitando a Nazaret, era della famiglia di Davide.

Sono vere le parole della S. Scrittura. Gesù era veramente il profeta, perché anche quelle caratteristiche delle quali loro si servivano per dire che Gesù non era il vero profeta, si erano realizzate in lui. Ecco perché Maria e Giuseppe, quando ci fu l’editto di Cesare Augusto, lasciarono Nazaret, dove abitavano, e andarono a Betlemme a dare il loro nome. Lì Gesù nacque, perché questo era il disegno di Dio. Gesù doveva nascere a Betlemme e non a Nazaret. Quindi bisogna studiare la S. Scrittura. I cristiani devono studiare le Scritture. Siamo invece arrivati al punto che quando in ospedale vedono qualcuno che legge la Bibbia lo prendono per un testimone di Geova.

Ora dico a voi: siate cristiani, leggete la Bibbia. Dovete leggerla, studiarla. La Bibbia vi farà capire chi è Dio, chi è il Cristo. Prendete il vangelo. Mettete un Vangelo sul tavolino del salotto. Dovete leggerlo voi e dovete farlo leggere a tutti coloro che vengono a farvi visita. Come pure, mettete sui comodini della vostra camera da letto, uno a destra e uno a sinistra, uno per voi e uno per vostro marito, il Vangelo. Non dovete addormentarvi senza leggere per cinque minuti, dieci minuti la parola di Dio. Non l’avete letta durante la giornata, leggetela allora. Non si può vivere senza la parola di Dio. Non dobbiamo diventare testimoni di Geova per leggere la Bibbia.

 

conclusione

Riconoscete il Cristo come profeta. Accettate tutto ciò che lui ha detto perché è Dio, e mettete in pratica tutto ciò che lui ha detto perché è di Dio.

Se ascolteremo e metteremo in pratica tutto quello che Gesù ha detto, ci salveremo.