Signore, accresci la mia fede – Gv 4, 43-54

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M. 

IL PRESUPPOSTO DELLA PENITENZA

è LA FEDE

(Gv 4, 43-54)

 

 

  1. Chi crede fa penitenza

Perché fare penitenza? Noi facciamo penitenza per salvarci; questa è la ragione.

Voi avete sempre saputo che la salvezza viene per mezzo della fede; ma allora, ci si salva facendo penitenza o credendo?

Gesù ha detto che è la fede che salva. Nel vangelo di oggi, a quel padre che gli chiede la guarigione del figlio Gesù dice: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette e ottenne il miracolo. La vita noi l’abbiamo per la fede.

La salvezza eterna viene per mezzo della fede, è così, però nessuno fa penitenza se non ha la fede; quindi il presupposto della penitenza è la fede.

 

  1. La penitenza è finalizzata alla salvezza

Io credo, e faccio penitenza; facendo penitenza, mi salvo. Questo ci dice oggi la Chiesa.

Perché io affliggo il mio corpo? Perché faccio il digiuno? Perché non mangio carne il venerdì? Perché chiudo gli occhi? Perché non mangio la frutta? Perché non fumo la sigaretta? Perché faccio un atto di carità? Perché prego? Perché vado a messa? Faccio la penitenza per la penitenza? No, ma perché questa penitenza mi dà la salvezza eterna. Altrimenti non valeva la pena.

Anche voi, quando andremo in paradiso, mi direte: Padre, chi ve l’ha fatto fare a non mangiare la carne per tutta la vita? A san Francesco direte: Chi te l’ha fatto fare? Non hai mangiato la carne per tutta la vita, né latte, né uova, né formaggio, e adesso io, che ho mangiato la carne e che non ho rinunziato a niente, sto lo stesso in paradiso! Sì, ma la gloria futura sarà anche in proporzione dei meriti acquistati.

 

conclusione

In paradiso si va facendo penitenza; ma fa penitenza chi ha la fede. Chi non ha la fede, non crede a nessuno e quindi non fa niente. Il mio consiglio è questo: fate penitenza, perché la ricompensa che il Signore ci dona è grandissima: è la stessa visione di Dio.