La Verità vi farà liberi – Mt 21, 33-43.45

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Mt 21, 33-43.45-46 – Renderemo conto del bene di Dio e del nostro operato

Mt 21, 33-43.45-46 – Dio è infinito nella misericordia e nella giiustizia

IL MIO PECCATO UCCIDE IL FIGLIO DI DIO

(Mt 21, 33-43. 45)

Oggi con la parabola dei vignaioli, Dio ci fa vedere cos’è il peccato e perché è stato la causa dell’uccisione del suo Figlio.

 

  1. Il peccato è una ribellione nei confronti di Dio

Dio ci ha creati, ci ha abbelliti dei più grandi doni, senonché, quando fu il tempo del raccolto e mandò i suoi servi a prendere i frutti, quelli: uno lo bastonarono, un altro lo uccisero.

Non fruttificare, non fare frutti per la vita eterna è ribellione agli ordini di Dio, ma nel medesimo tempo è bastonare, è uccidere, è lapidare i servi di Dio.

  1. Il peccato è uccisione del Figlio di Dio

Quando Dio vide che i suoi servi non erano stati trattati bene, mandò suo Figlio. Ce lo dice san Giovanni: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo, in modo che chi crede in lui ha la vita eterna.

Ebbene, anche al suo Figlio che cosa fanno i peccatori? “Visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero” (Mt 21, 38).

Il peccatore non soltanto offende i servi di Dio, ma prende il Figlio di Dio e l’uccide.

Nella settimana santa noi viviamo proprio questo dramma: gli uomini prendono il Figlio di Dio e l’uccidono, perché vogliono essere liberi di fare quello che vogliono.

  1. La conseguenza del peccato è la punizione

Gesù, nella parabola, questa risposta se la fa dare dagli uditori. Dice: secondo voi, il padrone della vigna – sarebbe il Creatore del cielo e della terra – che farà a questi uomini che si ribellano alla sua legge e a questi uomini che uccidono il suo figlio? Li farà morire sicuramente. È la morte misera del peccatore, perché se non si converte è l’inferno.

Il peccato mortale, ossia bestemmiare, non andare a Messa, rubare, uccidere, calunniare, è ribellione al disegno di Dio.

Dio ha creato l’uomo, aveva diritto di dare una legge e l’ha data, ma voleva che fosse osservata liberamente e con amore. L’uomo pensa di strappare la legge e di poter fare quello che vuole. È la nostra storia.

E quando Dio si commuove di questo uomo, e manda il suo Figlio ad insegnare che cos’è il peccato e a farlo ravvedere da questa ribellione, invece di accettare gli insegnamenti del Figlio, l’uomo prende il Cristo e l’uccide.

Voi dite: l’hanno ucciso gli altri, ieri! No, no! Oltre agli altri, l’uccidiamo noi, oggi, col nostro peccato, e gli diciamo: tu non devi avere più niente a che fare con noi.

La storia dell’umanità è la storia di ieri ed è la storia di oggi. L’uomo ha detto a Dio: fatti i fatti tuoi. Poi altri uomini hanno detto: tu non ci sei proprio! Lo hanno pigliato e l’hanno ucciso. Hanno preso i comandamenti – abbiamo fatto anche i referendum! – e li hanno strappati. E se facciamo altri referendum, sul primo, sul secondo, sul terzo comandamento, vedrete che vinceranno sempre i peccatori. Non dovete credere che gli uomini accettano i comandamenti! E se faremo il referendum sul settimo comandamento: non rubare, vedrete che vinceranno i ladri. Fate la prova e vedrete che tutti voteranno che si può rubare.

Secondo voi, dice Gesù, Dio starà con le mani in mano? Che cosa farà a questi uomini che si sono ribellati ai suoi ordini e hanno ucciso il Figlio suo? Li punirà, li farà morire, dicono loro. E Gesù conferma.

CONCLUSIONE

C’è sempre la possibilità di salvarsi fino all’ultimo istante della vita, ma se l’uomo rimane incaponito nel suo peccato, nella sua ribellione a Dio, nella sua uccisione del Figlio di Dio, ci sarà l’inferno.

Termino, sottolineando questo aspetto. Almeno questo dovete ricordare: se io pecco, uccido Gesù.

 

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