Signore, amante della vita – Gn 4, 1.15

da un’omelia di P. Francesco Chimienti

Taranto 14.02.1977

 

PERCHÉ IL FRATELLO UCCIDE IL FRATELLO,

 LA MADRE IL FIGLIO?

(Gn 4, 1-15)

 

  1. La storia del primo omicidio

È difficile capire queste pagine della Genesi, perché è difficile per noi capire cosa intendevano dire le persone dieci, quindici secoli prima della venuta di Gesù. Il fatto però è semplice. Queste pagine ci danno la spiegazione dei grandi problemi della vita, dei fatti che accadono oggi.

Questa è la storia del primo omicidio, dove un fratello ammazza l’altro fratello. Da queste pagine capiamo perché nel mondo ci sono delitti, omicidi; perché un fratello ammazza l’altro fratello, la madre uccide il figlio.

 

  1. La causa del peccato è in noi

Lo dice Dio: “Il Signore disse a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è la sua bramosia, ma tu dominala»” (Gn 4, 6-7).

Il peccato è accovacciato vicino a noi come un cane vicino alla porta; è pronto a sbranarci. La causa del peccato è in noi, sono i nostri istinti di superbia, egoismo, ira, invidia, lussuria. Ma tu dominali, dice il Signore. E noi possiamo dominarli.

Perché si uccide? Perché il fratello uccide il fratello? Perché la mamma uccide il figlio?

Perché siamo egoisti; perché non c’è più amore. Viviamo veramente in un mondo dove i delitti non si contano più. A volte veramente mi vergogno di essere uomo.

Sentite, dobbiamo dirci la verità: Come può lo Stato fare una legge che permette l’uccisione di un bambino nel seno della madre e poi punire chi ammazza un bambino di due anni, un giovane di diciotto anni, un vecchio di sessant’anni?

 

  1. Dio si fa vindice del fratello

         “Il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?»”   (Gn 4, 9).

Sì, tu non sei il custode di tuo fratello, perché sono io il custode di tuo fratello, il vindice di tuo fratello. “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gn 4, 10).

Il sangue dell’ucciso, sia esso di diciotto anni, di cinquant’anni o di tre mesi grida vendetta al cospetto di Dio.

È mio fratello, posso fare quello che voglio! È mio figlio, posso farne quello che voglio! No. Dio si fa vindice del bambino ucciso nel seno materno, come del giovane e del delinquente, perché è suo figlio.

Il figlio è mio, ne faccio quello che voglio! No, il figlio è di Dio!

Vediamo ora cosa ne pensa Dio dell’omicida: “Sii tu maledetto …Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra” (Gn 4, 11-12).

L’omicida è un maledetto da Dio. Dio non dice bene di lui. Avrà gli utili del suo lavoro, ma li raccoglierà con un sacco sfondato. Ramingo e fuggiasco sarà sulla terra; ossia il rimorso lo inseguirà e lo perseguiterà per tutta la vita.

Vedete, io che ho avuto la gioia di poter confessare delle donne che hanno ammazzato il loro figlio, vi devo dire che non ho trovato mai angoscia più grande. Il rimorso che hanno nel cuore è tale che sentono nel cuore giorno e notte la voce della loro creatura che dice: Mamma, perché mi hai ucciso?

Sono parole terribili, ma sono le loro parole. È Dio che l’ha detto: Ramingo e fuggiasco sarai sulla terra. E queste parole sono vere, sono parole di Dio.

Gesù l’ha detto: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

 

        CONCLUSIONE

 Non c’è perdono per questi? Sì, c’è perdono. Sconteranno sì, ma saranno perdonati.

Se qui c’è qualche donna che ha vergogna di confessare questo delitto, io voglio dirle: Non temere! Gesù è morto anche per te.