Quando Dio parla… non c’è nulla di più importante! Mc 4, 24-25

ASCOLTARE LA PAROLA DI DIO

PER ANNUNZIARLA

(Mc 4, 24-25)

 

 

  1. “Fate attenzione a quello che udite”

Le parole che vorrei spiegare a me e a voi, sono queste: “Fate attenzione a quello che udite”           (Mc 4, 24).

Queste parole Gesù le ha dette dopo aver raccontato la parabola del seminatore. Col seme intendeva alludere alla parola di Dio che viene predicata. E poiché c’è una diversità di terreno che accoglie questa parola: alcune anime l’accolgono con docilità, con disponibilità, altre invece non ne vogliono sapere, rimangono entusiaste soltanto nel momento in cui l’ascoltano, ma poi, quando ritornano a vivere la loro vita, non si ricordano più della parola udita, dice Gesù: “Fate attenzione a quello che udite”, che niente vada perduto.

Di Samuele si dice che non lasciava cadere nemmeno una parola che usciva dalla bocca di Dio. Questa espressione dovrebbe essere applicata a tutti i cristiani, perché vi assumete una responsabilità di fronte a Dio.

Se siete disponibili nell’ascolto della parola di Dio, e quindi disponibili ad accettare qualsiasi cosa Dio vi voglia dire, e docili nel metterla in pratica, state al massimo del rendimento.

 

  1. “Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati”

Gesù ci dice due cose: ciò che io dico, lo dico a voi per dirlo agli altri.

Lo dico a voi; quindi dovete accettare questa parola che io vi dico: “Beati coloro che soffrono”, e dovete metterla in pratica. Quando soffrite dovete dire: sono beata perché Dio mi sta facendo soffrire.

Poi, dice Gesù, dopo che tu l’hai ascoltata e l’hai messa in pratica, devi andare a dirla agli altri; devi dire ad uno che soffre: Beato te che stai soffrendo, sei felice, tu da Dio hai avuto immense ricchezze, perché con questa sofferenza puoi scontare i tuoi peccati, anziché scontarli nel purgatorio, puoi impetrare da Dio la conversione dei tuoi fratelli: forse di tuo marito o di tuo figlio, ma bisogna pagare con queste sofferenze.

Dice Gesù, per farsi capire: “Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati”.

Immagino la parola di Dio simile ad una sorgente di acqua, mentre ognuno di noi, quando va in chiesa e ascolta il sacerdote che spiega la parola di Dio o legge il vangelo, è simile a uno che porta un recipiente per attingere da questa parola tutto ciò che nel recipiente può andare. Ora, se noi portiamo un bicchierino da rosolio prendiamo poco, se portiamo una bottiglia di un litro prendiamo di più; se portiamo un bottiglione da due litri prendiamo di più, se portiamo un recipiente da cinque litri prendiamo di più, da dieci litri, da venti litri, da cento litri prendiamo di più; quindi ci possiamo dissetare e possiamo dare quest’acqua anche agli altri.

Con la stessa misura con la quale misurate questa parola di Dio, per applicarla a voi e per darla agli altri, sarete misurati anche voi. Se portate poco riceverete poco, se portate molto riceverete molto. Se venite in chiesa ed ascoltate, ma non portate nessun recipiente, lasciate cadere la parola, e vi sarà tolta anche quella che avete.

 

  1. “Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio?”

Gesù, dopo aver detto: fate attenzione a quello che io vi dico perché dovete metterlo in pratica, dice: la mia parola è simile ad una lampada. E la lampada non si mette sotto il moggio – un recipiente col quale si misurava il grano – per cui al buio stava la casa e al buio rimane, ma si mette sopra il candelabro, perché la casa deve essere illuminata.

Tutto ciò che io ho detto, dice Gesù, deve essere ripetuto a tutti gli uomini, perché non vi consegno niente di nascosto e non vi consegno niente di segreto.

Quando ero giovane e mi trovavo in certe situazioni, non avevo il coraggio di parlare nel nome di Dio, perché dicevo: se parlo chissà cosa succede! Invece ci vuole fede. Gesù dice: parla, quello che succede o non succede non è roba tua, è il terreno che deve accogliere questa parola di Dio; la responsabilità è di colui che ascolta, non la tua; la tua responsabilità è parlare.

“Non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato” (Mc 4, 22).

Tutto ciò che Gesù ha detto, tutto può essere detto a tutti. Andate per il mondo intero e predicate il vangelo ad ogni creatura. Quindi non c’è luogo dove non possa essere manifestato il pensiero di Gesù, non il nostro. Poi dice: ad ogni creatura. Non esiste uomo, non solo il luogo, a cui non possa essere manifestato.

In ogni luogo, anche al mare, anche al mercato, non solo a casa vostra, non solo in chiesa.

Ad ogni creatura, a tutti: al bambino di due anni, tre anni, quattro anni, dieci; al giovane, all’adulto, al vecchio; a chi crede e a chi non crede.

Questo è il pensiero di Gesù: non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, altrimenti ve l’avrei detto: questo sì e questo no.

Così pure dice: niente di segreto che non debba essere rivelato, messo in luce. Tutto dovete dire.

 

 

conclusione

Io non vi consegno nessuno segreto. Vi ripeto le stesse parole che ha detto Gesù, e che sono tremende; vorrei che le imparaste a memoria e che le rifletteste oggi: “Fate attenzione a quello che udite”.

Non potete dormire quando vi parlo, non potete essere distratte; è chiaro, quando io parlo nel nome di Dio, quando dico il pensiero di Dio, altrimenti no. Fate attenzione a quello che udite.

Se tu porti molto ricevi molto, se porti poco ricevi poco, però ricordati che quello che ricevi lo devi mettere in pratica, e quello che ricevi lo devi andare a dire agli altri; perché di ciò che io ti dico, non c’è niente di nascosto che non debba essere manifestato e niente di segreto che non debba essere detto. Ecco perché non posso non fare l’omelia ogni giorno, dopo aver fatto la meditazione.