Credi al Vangelo tu? Mc 1, 15

Mc 1, 14-20 – I verbi della chiamata alla sequela del Cristo

“Credete al Vangelo”

(Mc 1, 15)

la parola di Dio

dà la conversione e la fede

 

  • La nostra fede non deve essere fede di tradizione, ma di convinzione

 

La fede di tradizione svanisce, crolla, sparisce col soffiare dei venti. Basta una contraddizione e non si va più a Messa. Basta una contraddizione e non si prega più, si bestemmia. Basta che la moglie non va più d’accordo col marito ed è finito il matrimonio cristiano.

La fede di tradizione è un albero senza radici. Gli alberi, se hanno le radici sfidano le tempeste e rimangono in piedi; invece gli alberi senza radici ad una soffiata di vento non stanno più in piedi e seccano.

La nostra fede deve essere fede di convinzione. È la fede che resiste alle tempeste della vita. Per avere la fede di convinzione bisogna ascoltare la Parola di Dio con intelligenza, cioè capirla, perché non è vero che tutto è mistero. I misteri sono pochi, il resto è fede che deve essere accettata e capita.

Questa mattina abbiamo letto il distacco dalle creature e l’indifferenza spirituale, di cui parla la seconda lettura di san Paolo ai Corinzi. Egli dice che passa la scena di questo mondo, perciò chi è sposato viva come se non fosse sposato; chi possiede come se non possedesse; chi piange come se non piangesse; chi gode come se non godesse (cfr. 1 Cor 7, 29-31).

Perché bisogna vivere nell’indifferenza spirituale? Perché noi non siamo i padroni delle cose, siamo gli usufruttuari. Il padrone è Dio. Noi possiamo usare le cose, ma non disporre di esse. Dobbiamo convincerci che il matrimonio è indissolubile perché Gesù ha detto: Ciò che Dio unisce, l’uomo non lo può separare. Quindi non ci si separa perché non si va d’accordo. Si rimane sempre insieme, col buon tempo o col cattivo tempo. Dovete essere convinti di quello che fate e di quello che dite.

Quando vi ho detto che la grazia di Dio è l’abitazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo dentro di noi, queste cose le dovete sapere, ma dovete anche convincervi, perché la grazia è la partecipazione di Dio a noi. Dio abita dentro di noi. Io divento suo tabernacolo.

Col peccato che cosa faccio? Prendo una scopa o una mazza e dico al Signore: Che stai a fare a casa mia? Esci fuori!

Noi col peccato cacciamo Dio fuori dall’ anima nostra. Ecco che cos’è il peccato. Poi vengono da me e dicono: Padre, una messa di più o una messa di meno è la stessa cosa! Una bestemmia in più o in meno è la stessa cosa! Intanto è quel povero Gesù, che ha sofferto e che continua a soffrire per noi. Poiché tu non eri presente il Venerdì Santo con i tuoi peccati, adesso tu stai peccando e adesso Lui soffre per te. Se tu non pecchi Lui non soffre, ma se tu pecchi lui soffre.

Come Gesù soffre? Nell’Eucaristia. Avendo queste convinzioni di fede, allora fuggo le occasioni per non commettere il peccato. Faccio una mortificazione e la offro al Signore perché dentro di me c’è Dio, e avere Dio significa avere il tutto. Non esiste nessun piacere al mondo che possa patteggiare con questo grande bene che è il Cristo. Ecco Tarcisio che si fa ammazzare, ma il suo Cristo Eucaristia, che aveva in petto, non lo concede a nessuno. Muore ma non profana il Cristo, perché sapeva chi portava: era la perla delle perle, era Dio!

Questo vi volevo dire. Fatevi delle convinzioni. Ecco perché a coloro che mi seguono ho sempre detto: Partecipate ogni giorno alla S. Messa, fate ogni giorno la visita a Gesù Sacramentato, leggete ogni giorno una pagina del Vangelo.

 

  • La nostra fede deve essere fede operosa

 

È la fede unita alle opere, perché il mondo è pieno di chiacchiere. Le parole volano, mentre le opere, gli esempi, trascinano. Abbiamo bisogno di opere, di azioni, tanto è vero che di Gesù si dice che incominciò prima a fare, nei trent’anni di vita nascosta, e poi a insegnare. Tutto ciò che ha detto, l’aveva già fatto, e tutto ciò che ha detto, l’ha fatto. Questa è la vita di fede operosa.

 

  • La nostra fede deve essere fede nel Cristo

 

Voi sapete che in questi tre anni, 1997/98/99 ci dobbiamo preparare al Giubileo. Quest’anno la figura centrale che i cristiani devono considerare e meditare, è il Cristo. Ebbene io vi dico: fede nel Cristo, vero Figlio di Dio, quindi vero Dio, e vero Figlio di Maria, quindi vero uomo. Uomo come me, ma Dio come il Padre e lo Spirito Santo. Questo Cristo è morto per i miei peccati ed è risorto per ridarmi la vita. La sua risurrezione non è una invenzione, è un fatto storico, controllato con le mani, con gli occhi, con le orecchie. Noi abbiamo visto, dice san Giovanni, il Verbo di Dio, cioè la seconda persona della SS. Trinità, che nessuno aveva mai visto e aveva toccato. Il Verbo di Dio si è fatto uomo e noi l’abbiamo visto agonizzante nel deserto, che ha sofferto come noi. San Giovanni afferma:- L’ho visto io inchiodato sulla croce, coronato di spine, flagellato, con un colpo di lancia nel suo cuore. Le mie mani hanno costatato, non toccandolo ma stringendolo, che aveva la carne come la mia, le ossa come le mie ossa, veramente uomo. Questo tale è veramente morto. L’abbiamo portato noi nel sepolcro, poi dopo tre giorni è risuscitato e ora nel sepolcro non c’è più. L’abbiamo visto risorto la prima, la seconda, la terza volta, ha mangiato con noi, ha camminato con noi, ha parlato a noi. È risorto! Questa è la lieta notizia. Perché ancora voi state col dubbio se è risuscitato, se risorgeremo o non risorgeremo, se c’è o non c’è l’altra vita? Ce l’ha dimostrato Lui, e poi ce l’ha dimostrato per la seconda volta nella vita di Maria SS. la mamma sua. Anche lei è risorta, anche lei è stata assunta in cielo, e sta col corpo in cielo. Gesù è salito al cielo. L’hanno visto con gli occhi, l’hanno toccato con le mani per quaranta giorni fino al giorno dell’Ascensione, però alcuni discepoli ancora dubitavano. E Gesù disse loro:- Toccatemi, vedete: sono proprio io! Voi dubitate perché non volete cambiare la vita. Per chi non vuole cambiare la vita è facile dire: non è vero niente. Diceva Arnak, uno storico non cattolico, che se neghiamo la risurrezione di Gesù dobbiamo negare tutti i libri storici. Non esisto nemmeno io e non esistete nemmeno voi, se neghiamo l’esistenza di Gesù e la risurrezione di Gesù.

 

  • La nostra fede deve essere fede nell’Eucaristia, Dio con noi

 

A volte noi diciamo: Beati loro che hanno visto Gesù. Ma qui, a dieci metri, a cento metri, a un chilometro da casa nostra, c’è Gesù, vero Dio e vero uomo, che ogni giorno si offre vittima al Padre.

La vita del cristiano è l’Eucaristia. Di P. Chimienti dovete ricordare solo questo: Siete cristiani se andate a Messa ogni giorno. Non siete cristiani se non andate a Messa ogni giorno. Ogni giorno, non la domenica soltanto, perché la domenica è per gli sfaticati. Non ci sei andato il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì, il venerdì, il sabato, almeno vai la domenica! Questo Dio si offre vittima di espiazione dei miei peccati. Ho peccato, devo andare a riparare. È lui che ripara al posto mio, perciò devo andare a dire grazie. Unito a lui arrivo dove voglio arrivare.

Quando voi vi raccomandate a me, chiedendomi di pregare per voi, io vi ripeto sempre le parole di P. Pio: Perché non preghi tu? Tu devi pregare. E nella S. Messa noi abbiamo un merito specialissimo e uno speciale.

Il merito specialissimo è del sacerdote, ma quello speciale è vostro. Poi c’è il merito particolare che è per coloro per i quali si celebra la S. Messa, e quello generale che è per tutti, e quindi per coloro per i quali voi volete pregare.

Vi devo dire la verità: sono addolorato quando vedo che i cristiani disprezzano o trascurano il dono dei doni. Un dono più grande di questo Gesù non ce lo poteva fare, perché è la consegna di se stesso agli uomini. L’Eucaristia è Dio con noi, quindi il paradiso sta qui, il Calvario sta qui. Se lo volete considerare come vittima di espiazione dei nostri peccati, è qui che si offre al Padre e con le mani aperte dice: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Guardatelo, vedetelo, sta là veramente. Per credergli non dobbiamo aspettare i miracoli. Forse volete che ogni giorno deve fare il miracolo di Bolsena a ciascuno di noi? Invece dobbiamo dirgli: L’hai detto tu e ci credo!

Ma perché Gesù sta qui? Per tre motivi: come vittima che si offre al Padre nella S. Messa; come cibo delle anime nostre, perché abbiamo bisogno di mangiare, abbiamo bisogno di forza, e la forza ce la dà lui. Infine è qui, in mezzo a noi, perché possiamo andare da lui a visitarlo, a chiedere, a sfogarci, a piangere; andare da lui per essere consolati. Voi andate da tutti, ma non da lui, e lui è Dio, lui è tutto. Perché lo lasciamo solo? Qual è la ragione?

Io vi devo dire la verità: sono grato alla mia catechista, che non era né professoressa, né maestra; era una casalinga, ma che viveva la sua vita cristiana, quella che amo di più io, perché non è la scienza che conta, è la vita cristiana. Di lei e di tutte le lezioni che ha fatto, sapete cosa ricordo? La visita a Gesù sacramentato. Eravamo una cinquantina di “garibaldini”, ma lei riusciva a metterci in fila e ci portava dinanzi a Gesù Sacramentato, in punta di piedi; nessuno doveva parlare. Diceva: Gesù vi sente, Gesù vi ascolta, non dispiacete a Gesù! E noi ci alzavamo piano piano, non dovevamo disturbare, poi ci faceva mettere in ginocchio e dicevamo per tre volte: Sia lodato e ringraziato ogni momento … e il Gloria al Padre.

Questa devozione a Gesù Sacramentato me la sono portata con me, e devo dire grazie alla mia catechista. I ragionamenti, le lezioni, lasciano il tempo che trovano. La visita a Gesù, che sta qui, rimane.

Ricordo che una volta, mentre camminavo per la via Appia, una volante con quattro poliziotti mi sbarrò la strada. Uscì un poliziotto e disse agli altri tre poliziotti:- Questo è il Padre mio! Io gli ho detto:- E che è successo? Non ho fatto niente! Allora lui mi ha risposto:- Padre, voi mi avete fatto il catechismo. Io adesso mi sono sposato, sono poliziotto, lavoro a Brindisi. Sapete che cosa ricordo di voi? Che una volta mi misi a correre nella chiesa di san Francesco di Paola a Taranto, mentre gli altri facevano il catechismo. Mi avete preso per la maglia e mi avete portato dinanzi a Gesù Sacramentato. Mi avete messo in ginocchio e avete detto:- Qui c’è Dio, vivo e vero, corpo, sangue, anima e divinità. Qui devi adorare, devi strisciare la lingua per terra. Questo è il tuo Dio, altro che si scappa! …

Ecco che cosa ancora ricordava.

 

 

 

Una risposta a “Credi al Vangelo tu? Mc 1, 15”

  1. Sono felice di aver ripassato il Vangelo in pochi minuti.
    CRISTO REGNI SEMPRE, il nostro motto di ragazzi quando si entrava in Sacrestia al Carmine di Grottaglie.

I commenti sono chiusi.