Mc 6, 46 – La preghiera arriva là dove la carne non può nulla (S. Francesco)

da un’omelia di P.Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 04.08.1998

 

L’ATTIVITA’ PRINCIPALE DELLA MINIMA

E’ LA PREGHIERA, NON L’APOSTOLATO

(Mc 6, 46)

 

 

  1. L’attività principale di Gesù è stata la preghiera

Sono rimasto colpito da queste parole: “Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca (dopo che ebbe saziato la folla) e di precederlo sull’altra riva, verso Betsaida,  mentre egli avrebbe licenziata la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare” (Mc 6, 45-46).

La moltiplicazione dei pani è stato un episodio circoscritto e limitato. La folla aveva bisogno di mangiare, non poteva andare lontano per comprare il pane, per questo Gesù provvide a saziare anche il ventre dei suoi ascoltatori. Così si avveravano le sue parole: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta” (Mt 6, 33).

Avevano ascoltato la sua parola e Gesù pensa anche a sfamarli. Terminata questa operazione, Gesù congeda la folla e gli apostoli, ai quali dice di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda, e lui sale sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo sul monte a pregare.

L’attività principale di Gesù è stata la preghiera. L’attività principale del nostro santo Padre san Francesco di Paola è stata la preghiera. L’attività principale della Minima deve essere la preghiera, non l’apostolato.

Gesù ha fatto della preghiera l’attività principale della sua vita privata. È stato trent’anni a casa, dove ha lavorato, però sia a Betlemme, sia a Nazaret o dovunque si è trovato, la sua attività è stata sempre la preghiera, che è il colloquio intimo ed ininterrotto col Padre celeste.

Non si può fare a meno di Dio. Da Dio viene ogni nostro bene, e questo bene deve essere impetrato giorno per giorno per noi e per gli altri. Chi vuole salvare il mondo deve mettere come punto fermo della sua vita lo stesso punto fermo che ha messo Gesù. Egli è l’apostolo da imitare.

Non dovete pensare che Gesù, dopo aver sfamato la folla, si è preoccupato di dare ancora e sempre da mangiare. La folla andava appresso a Gesù per avere il mangiare, ma Gesù non ha dato sempre da mangiare. Si parla di due moltiplicazioni dei pani; ma sono casi particolarissimi.

Gesù non si è preoccupato della sistemazione sociale degli uomini; era preoccupato invece della conversione delle anime.

 

  1. L’attività principale della Minima, come per san Francesco è la preghiera

Il nostro san Francesco ha imitato di Gesù: la solitudine, il monte, la grotta, la preghiera. È partito dall’unione con Dio; e l’unione con Dio non può essere attuata se non attraverso la preghiera.

A voi sembra che la preghiera sia una cosa da nulla, invece è l’elemento fondamentale dell’attività dell’apostolo. Ecco perché la Minima incomincia con la preghiera, continua con la preghiera e termina con la preghiera ogni sua attività apostolica.

Incomincia con la preghiera, chiedendo a Dio grazia, luce e forza; continua con la preghiera per essere assistita continuamente durante il suo apostolato; finisce con la preghiera per ringraziare il Signore di tutti i doni che le ha dato.

Non allontanatevi dalla preghiera! Questa è la vita della Minima. Lo stesso concetto che aveva san Francesco di Paola dobbiamo averlo noi.

Tutta la vita di san Francesco di Paola è stata una vita di unione con Dio, una vita di preghiera. È vero che lui è stato il più grande apostolo del quindicesimo secolo, di tutto il quattrocento, però sappiate che tutta la sua vita di apostolato è stata impregnata, permeata dalla preghiera. Pochissimo tempo, come Gesù, ha dato all’apostolato, però quell’apostolato era fecondo, perché era fecondato dalla preghiera per mezzo della quale aveva tutte le grazie possibili ed immaginabili da parte di Dio ed operava i miracoli della conversione. Senza la preghiera non c’è niente.

Noi seguiamo san Francesco di Paola nella via della penitenza conversione e della penitenza riparazione. Ebbene, il primo mezzo che san Francesco ha usato per convertire le anime è stata la preghiera; il primo mezzo che san Francesco ha usato per riparare i propri peccati, che lui non faceva, e i peccati dei suoi fratelli, è stato la preghiera. Per mezzo della preghiera ha avuto infinite conversioni.

È vero che Dio gli ha dato il dono dei miracoli, ma questi miracoli erano il frutto della sua preghiera umile. Dio presta la sua onnipotenza all’uomo giusto che prega con umiltà e che ha fiducia in lui. San Francesco realizzava queste qualità della preghiera fatta di fiducia, di fede ed umiltà, e Dio prestava a lui anche la sua onnipotenza. Così sarà per voi che siete destinate a fare l’apostolato catechistico.

 

  1. La preghiera rende fecondo l’apostolato

Il vostro apostolato deve portare la conversione delle anime e questa non può avvenire se non pregate. Voi dovete pagare per gli altri, e pagherete usando il primo mezzo, il mezzo dei mezzi, che è la preghiera. Di questa non ne potete fare a meno. Anche quando volete riparare i vostri peccati e quelli dei vostri parenti, dei vostri ragazzi, dovete usare questo mezzo che è la preghiera.

Il nostro carisma penitenziale ha una radice, è l’umiltà; ha un frutto, è la carità; però questo albero affonda le sue radici nel terreno della preghiera. Senza preghiera non farete mai niente. Il vostro apostolato sarà fallimentare.

Noi siamo stati mandati per aiutare Gesù a salvare le anime. Nella nostra vita ci sarà il momento in cui ci guarderemo attorno e aiuteremo il nostro fratello, ma sarà un momento, non l’impostazione della nostra vita. Se il fratello ha bisogno di un pezzo di pane, noi glielo daremo; ma il pane che noi daremo ogni giorno sarà il pane della Parola di Dio.

Paolo esortava i suoi fedeli a nutrirsi abbondantemente della parola di Dio.

Geremia diceva: “Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la mia gioia” (Ger 15, 16).

Queste sono anche le parole ascoltate da Ezechiele: “Apri la bocca e mangia ciò che io ti do” (Ez 2, 8).

 

 

          CONCLUSIONE

Questa è la missione che voi avete avuto da Dio. Agli altri lasciate la loro missione; lodateli, sosteneteli, aiutateli perché anche quello che fanno gli altri è un bene e questo bene è stabilito da Dio, che ad ognuno ha affidato la sua missione. Voi, invece, pensate ad un altro campo di lavoro, a quel campo che vi è stato affidato da Gesù, nel quale metterete come fondamento la fede, e userete come mezzo la preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

2 Risposte a “Mc 6, 46 – La preghiera arriva là dove la carne non può nulla (S. Francesco)”

  1. Mi ha insegnato ed ho imparato che la preghiera è forza, rifugio, meditazione, isolamento, elevazione, contemplazione, un momento in cui si è in collegamento per donare la nostra semplice testimonianza e ricevere il grande dono della grazia e misericordia.
    Ho imparato che la preghiera umile pone in ascolto il Signore che sempre ci ripaga con la serenità e la forza di accettare e affrontare la vita.

  2. Mi ha insegnato ed ho imparato che la preghiera è forza, rifugio, meditazione, isolamento, elevazione, contemplazione, un momento in cui si è in collegamento per donare la nostra semplice testimonianza e ricevere il grande dono della grazia e misericordia.

    Ho imparato che la preghiera umile pone in ascolto il Signore che sempre ci ripaga con la serenità e la forza di accettare e affrontare la vita.

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