Epifania 2020 – Mt 2, 1-12

da un ritiro di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 05.01.1972 

 

IL MISTERO DELL’EPIFANIA:

LE TRE FASI DEL VIAGGIO DEI RE MAGI

(Mt 2, 1-12)

 I. La chiamata

 I Re Magi vivevano la loro vita; non sappiamo chi erano, se sacerdoti, scienziati, reggitori di quei paesi dove loro stavano. Una cosa è certa, un giorno hanno visto una stella. Sono stati chiamati.

La chiamata è luminosa, è piena di luce. Se ne sono accorti, l’hanno toccata con mano, non potevano conservare dei dubbi. Avevano la certezza di aver visto nel cielo una stella che non era come le altre stelle. La stella è un segno straordinario, non è ordinaria amministrazione.

Quella stella fa ricordare loro la profezia di Balaam. Quella stella era il segno che era nato un re, il re d’Israele che doveva essere la luce del mondo.

Queste cose, loro le conoscevano in embrione, non con la chiarezza che possiamo avere noi, però quella stella per loro è stato il segno che erano chiamati a compiere un viaggio. Poiché erano disponibili, non hanno badato alle diverse difficoltà; si sono preparati ad affrontare il viaggio e ad affrontare tante difficoltà. Le difficoltà non li hanno atterriti.

Anche per noi, che vivevamo la nostra vita ordinaria, c’è stata una chiamata. Rievocatela nella vostra meditazione, perché è bello e consolante ritornare all’inizio della propria vocazione.

La chiamata è stata luminosa, cioè abbiamo avuto i segni per cui c’è sembrato semplice e facile lasciare quella vita ordinaria che vivevamo per intraprendere un viaggio diverso, un genere di vita diverso. Abbiamo visto, abbiamo sentito, abbiamo toccato con mano la nostra chiamata, ci siamo convinti, ci siamo entusiasmati.

Io ricordo la mia vocazione. L’ho gustata talmente, ero talmente entusiasta che quando i miei mi presentavano delle difficoltà, tra cui quella del cibo, non ci facevo nemmeno caso. Che cosa erano le difficoltà dinanzi a quello che possedevo nel cuore, quello che gustavo nel mio cuore?

Anche noi abbiamo visto la stella! Non sapevamo dove saremmo andati, ma abbiamo intrapreso il viaggio.

Luca imposta tutto il suo vangelo come un viaggio che incomincia dal cielo e si conclude in cielo. Il Verbo eterno che stava nel cielo viaggia e viene qui sulla terra a Nazaret nel grembo della mamma; da Nazaret va a Betlemme dove nasce; se ne va in Egitto, viaggia; dall’Egitto se ne va a Nazaret, da Nazaret poi attraversa la Galilea, la Giudea, la Samaria, la Perea, ritorna a Gerusalemme dove doveva essere crocifisso, doveva compiere la sua missione e poi risorgere e risalire al cielo.

 

 II. Il cammino

 Il cammino è difficoltoso. Se incontriamo le difficoltà significa che stiamo camminando, non stiamo dormendo, non stiamo fermi; significa che stiamo facendo la volontà di Dio, significa che stiamo seguendo la stella, significa che la vocazione è una realtà. Se non ci sono difficoltà preoccupatevi perché non state camminando, dovete rivedere la vostra posizione. Poiché stiamo incontrando le difficoltà vuol dire che stiamo camminando, però il nostro cammino non è più il cammino ordinario, è il cammino straordinario, è il cammino nella fede, è il cammino con la stella, è il cammino con Gesù, luce del mondo, è il cammino con Dio.

Nel cammino dei Re Magi io vedo tre cose:

 

    1.  Il cammino con le difficoltà esterne

I Re Magi camminano e vanno incontro a vento, freddo, fame, sete, caldo, giorno, notte. Le difficoltà esterne sono superate tutte, purché si cammini.

Quando voi siete state chiamate e avete accettato, avete incominciato a realizzare questa chiamata di Dio e avete incominciato a trovare le difficoltà esterne. Non ce n’erano difficoltà interne, perché la volontà era decisa a conseguire questo bene al quale eravate chiamate. Papà, mamma, fratelli, sorelle, compagne, amiche, studi, nulla vi ha fermato. C’è stata chi ha dovuto completare dopo la chiamata i propri studi; una cosa pazzesca, come era pazzesco l’atteggiamento dei Magi che vedono la stella e la seguono! È da pazzi!

«Dove andate?». «Andiamo a trovare il Re».

«Ma dove sta?». «Non lo sappiamo!».

Vi siete bisticciate con tutti, avete preso la vostra linea, affermato la vostra personalità! L’avete fatto con semplicità e facilità.

Avete trovato queste difficoltà, ma con Dio nel cuore sono state superate. Avevate la luce!

“Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 15, 5).

Da sole non sareste state capaci di superare quelle difficoltà, ma con Gesù l’avete fatto. Le vostre coetanee che non hanno avuto questa vocazione, non hanno realizzato quello che voi avete realizzato, non solo nello spirito ma soprattutto dal punto di vista economico, sociale, familiare. Per voi tutto è stato facile; le difficoltà non vi hanno fermate.

 

  1. Difficoltà interne

La luce viene meno, la stella non c’è più!

Le difficoltà esterne sono superabilissime, perché c’è Gesù con noi; ma quando Gesù viene meno, o meglio si eclissa, le cose si fanno più difficili.

Mettetevi nell’animo dei Re Magi, quando, arrivati a Gerusalemme, non vedono più la stella. «Dove andiamo? Dove sta questo re?». La stella era sparita!

I Magi in quel momento avranno ricordato tutte le parole sentite da quando erano partiti dal loro paese fino a quando sono arrivati a Gerusalemme: Chi ve la fa fare? Dove andate? Appresso a questa stella! Ma questa è una fantasia!

Saranno stati presi dallo scoraggiamento: abbiamo sbagliato; abbiamo seguito una chimera; la stella non c’è più! Credevamo che fosse un segno straordinario ma non lo era, se lo fosse stato sarebbe dovuto stare sempre. Che facciamo, ritorniamo indietro? Andiamo avanti? Ma dove? Dove sta questo re d’Israele?

Avranno avuto un travaglio di coscienza personale terribile.

Anche noi, o l’abbiamo avuto o lo dobbiamo avere questo travaglio interiore; sono le così dette difficoltà interne, rispetto alle quali quelle esterne sono nulla.

S’incomincia a dire: Ho sbagliato, torno indietro, mi fermo, mando tutto al paese di Pulcinella!

Ma è proprio vero che quel Dio che ieri ti ha chiamata, oggi ti ha abbandonata? Dio è fedele nei secoli; se ti ha chiamata significa che ti vuole portare nella sua casa.

La vocazione è un dono di Dio. Un giorno ci ha chiamato e ci ha dato questa gioia, ci ha reso entusiasti; ora però questo dono deve essere conquistato da noi, giorno per giorno, con tutte le forze del nostro essere, superando difficoltà esterne e difficoltà interne. Dobbiamo credere che Dio c’è anche se non lo vediamo. È un atto di fede puro, se volete eroico, ma bisogna farlo, perché due sono le cose: o ci inganniamo noi o si inganna Gesù.

Gesù non si è mai ingannato né ci ha mai ingannato. La chiamata è stata luminosa, non ci sono equivoci, tanto è vero che ci siamo messi in cammino. È un atto di fede: Gesù tu ci sei; ti sei nascosto, ma ci sei!

 

  1. I Re Magi non si sono fermati, ma hanno domandato

La stella è sparita e allora si sono fermati per domandare dove fosse nato il Re dei Giudei. All’inizio hanno ottenuto una risposta naturale, umana: c’è un re, ma i figli sono tutti grandi, non è nato nessuno.

Si sono accontentati? Hanno fatto a testa propria? No, i Magi hanno interrogato le persone competenti. Sono andati dal re.

Poiché il re non sa dare una risposta, anche lui va dai competenti: i sommi sacerdoti e gli scribi, coloro che conoscevano la S. Scrittura. Essi dicono: Anche noi aspettiamo un re, il Re d’Israele! Aprono le Scritture e trovano la risposta: a Betlemme nascerà questo Re. Le settanta settimane di Daniele si erano compiute; hanno fatto il calcolo: è vero!

Nel dubbio, nelle tenebre ci vuole la risposta di Dio tramite coloro che lo rappresentano: i sacerdoti. Possono essere anche affaristi o mestieranti, però dovete tener presente che la vostra intelligenza e le vostre cognizioni, quando Gesù si nasconde, non servono a niente se non a farvi concludere di fermarvi e di tornare indietro. Dovete compiere l’atto di umiltà che hanno compiuto i Magi, che pure erano persone intelligenti, persone dotte: sono andati a domandare agli altri: dov’è nato il re dei Giudei? Noi abbiamo visto la stella, ma adesso non c’è più!

Sentite, lo dico prima a me – e tutte le volte che mi sono trovato in queste condizioni l’ho messo in pratica e mi sono trovato bene – e lo dico a voi, perché il Signore mi ha voluto sacerdote e mi ha voluto custode dei suoi segreti e dei suoi misteri. Tutti coloro che hanno fatto così come i Magi, hanno ritrovato e hanno rivisto la stella, ma chi non ha fatto così, non ha rivisto la stella.

Cosa bisogna fare quando sopraggiungono queste difficoltà interiori, fatte di scoraggiamento, di mancanza di fede perché non si crede più, di mancanza di speranza perché non si spera più, di mancanza di amore perché non si ama più?

Le nostre decisioni sono sempre queste: mi fermo e non vado da nessuno. Io non so com’è, è una decisione assurda, ma quasi tutte le anime prendono queste decisioni assurde. Non c’è la stella? Si fermano e dicono: Se vuoi che io cammini fatti vedere un’altra volta; altrimenti tu là e io qua. Oppure: Non cammino più, mi fermo.

Non è il ragionamento di chi ha seguito la stella con fede, anche se la vedeva; ma la stella non è Gesù, è un segno.

Cosa bisogna fare? Non fermarsi, non scoraggiarsi, non piangere sui propri guai, non ripiegarsi su se stessi, ma darsi da fare per cercarlo e trovarlo. “Chi cerca trova”, ha detto Gesù.

Rivolgetevi a persone competenti che ne sanno più di voi, che vedono più di voi; saranno loro a darvi la risposta giusta, la risposta che vi porterà fuori di Gerusalemme per arrivare a Betlemme, trovare Gesù ed adorarlo. Più presto vi sbrigherete a interrogare, a compiere quest’atto di umiltà, più presto Gesù sarà con voi. È il famoso tunnel; bisogna percorrerlo tutto quanto. Da soli? No, sbattereste la testa contro il muro; con un altro che ha la luce, ma il tunnel passerà.

Troverete anche voi queste difficoltà; direte: Non ho più fede, non vedo più Gesù, non gusto più la mia vocazione, non tocco più con mano la realtà soprannaturale che ho toccato fino a ieri! Uscite dal vostro guscio, compite l’atto di umiltà, andate da chi ne sa più di voi e mettetevi nelle sue mani. Più presto lo farete, più presto realizzerete Gesù nel vostro cuore. Se non lo farete mai, mai realizzerete Gesù; se lo farete tardi, questo Gesù lo realizzerete tardi.

Quel Gesù che ti ha chiamato è lo stesso Gesù che oggi si è nascosto, e il cammino si è fatto difficoltoso.

Dove casca l’asino non è nelle difficoltà esterne, difatti voi le avete superate tutte, ma è nelle difficoltà interne, quando incomincia a mancare la dolcezza, il gusto della fede. Dio si nasconde perché vuole che questo dono deve essere conquistato da noi, personalmente da noi; dobbiamo volere che la vocazione sia una realtà.

 

         III. La meta

 

La meta è piena di gioia, lo dice il Vangelo: quando videro la stella ebbero grandissima gioia. Non vi dico altro, perché queste sono cose che voi avete gustato e provato, e sapete che dopo la difficoltà, dopo il tunnel viene la luce, più splendente di prima.

Queste fasi, mentre nei Magi noi le abbiamo studiato separatamente, nella nostra vita spirituale si realizzano in una maniera confusa; non sono tappe successive, ma in ogni tappa ci sono le tre fasi.

Quella gioia immensa che subentra alla prova, quella dolcezza che non si sa esprimere e che lo stesso san Paolo dice: né occhio umano vide mai, né orecchio sentì mai, l’avete sentita anche voi, perché anche voi avete avuto la prova che Gesù è con voi, che la stella continua a splendere e che il vostro cammino è stato voluto da Dio.

Fate appello alla vostra esperienza passata; se Gesù si è comportato così, significa che anche adesso si comporterà nello stesso modo. Quali sono i suoi fini non li sappiamo, ma è certo che è per il nostro bene che permette certe cose; però la meta è veramente piena di gioia, una gioia che nessun uomo, nessuna donna ha mai provato nel conseguimento dei beni naturali; è una gioia tutta diversa, che permea tutto il nostro spirito da arrivare fino a dire: Basta, Signore, perché se tu continui in questo modo io morrò di gioia!

E il Signore deve farci proprio questa grazia di interrompere questa gioia, che è il possesso del suo amore, per fare in modo che ancora si continui a vivere su questa terra. All’umiltà succede l’esaltazione; alla sofferenza, all’angustia, al tormento succede la felicità e la gioia.

 

 

CONCLUSIONE

Fate un brevissimo esame di coscienza:

Sono stata chiamata? La mia chiamata è stata davvero luminosa come quella dei Magi? E allora avanti!

Nel cammino ho trovato difficoltà esterne? Difficoltà interne? Come le ho superate? Ho compiuto l’atto di umiltà di andare subito a chiedere aiuto o ho aspettato?

Quando le ho superate, quando ho aspettato o quando sono andata? Quando sono andata. E allora, una volta che hai fatto questa esperienza non ci cascare più.

Hai avuto la gioia in questi anni della tua vocazione? Sì. È la conferma che la stella c’è, che la vocazione c’è e che Dio è con te. Continua a camminare perché veramente tutto potrai fare con Dio.