Natale 2019 – Mt 1, 18-25

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 27.12.1971

GESU’

ENTRA NELLA STORIA DEGLI UOMINI

SCONVOLGENDO I LORO PIANI

(Mt 1, 18-25)

  1. Gesù entra nella vita di Giuseppe e di Maria

 Gesù entra nella storia di queste due creature e sconvolge i loro piani.

  1. Gesù entra nella vita di Giuseppe

Giuseppe era un modesto operaio che aveva intenzione di guadagnarsi il pane col sudore della sua fronte e non aveva intenzione di sposarsi. Viveva la sua giovinezza consacrato a Dio.

Gesù entra nella storia di questo uomo, e il piano di Giuseppe non può essere portato a termine. Pur restando fedele all’impegno preso con Dio, dinanzi all’opinione pubblica risulterà, prima di tutto sposo di Maria Santissima e poi padre di Gesù. Chiunque lo vedrà dirà: questo è uno sposo; non dirà: questo è un uomo vergine o casto. Noi lo diremo dopo, sapendo le cose, padre putativo, ma chi osservava la sua vita vedeva che Giuseppe era un padre di famiglia.

Quando Gesù entra nella sua vita non soltanto gli sconvolge i piani, ma lo fa apparire un’altra persona, con altri impegni.

  1. Gesù entra nella vita di Maria Santissima

La Madonna si era impegnata, dinanzi a Dio, ad essere vergine e non pensava affatto ad essere mamma. Viene l’angelo e le dice che Iddio l’ha destinata ad essere la mamma di Dio. I suoi piani sono sconvolti!

Umanamente è giusta la domanda della Madonna: come sarà questo se io non conosco uomo, né intendo conoscere uomo? La risposta dell’angelo è anche giusta: la potenza dell’Altissimo verrà su di te e ti adombrerà, e il figlio che nascerà da te non sarà figlio di un uomo ma sarà figlio dell’Altissimo, figlio di Dio, e tu lo chiamerai Gesù.

Voleva vivere la vita da sola, voleva essere vergine, da adesso vivrà una vita in compagnia. Dio le aveva preparato questo uomo, Giuseppe. Vedendo la Madonna nessuno ha potuto dire: questa è una vergine; ma ha detto: è una donna sposata. Diventa anche mamma! Tutti la giudicheranno mamma; non vergine e mamma, ma una mamma come le altre che sull’altare della maternità ha dovuto sacrificare la sua verginità.

  1. Dio sconvolge i loro piani

Non possiamo dire che Giuseppe, dinanzi al nuovo piano di Dio, non abbia avuto una sua reazione. Lui voleva camminare in una direzione e Dio lo porta in un’altra direzione.

Pensate alla sofferenza di Giuseppe quando vede ritornare Maria da Ain-Karim, dove probabilmente si trovava Elisabetta, e nota che è mamma. La sua reazione è giusta, è umana; ma non volendo esporre la sua sposa al ludibrio dell’opinione pubblica, pensa di lasciarla, ma non rinunzia al suo piano di essere sposo castissimo della Madonna vergine. Soffre e decide di soffrire lontano dalla Madonna, pur di continuare sulla sua strada. Iddio invece voleva che Giuseppe affrontasse la vita in una posizione diversa.

I piani di Giuseppe sono scombussolati e i piani di Maria Santissima sono scombussolati. L’uno e l’altra hanno dovuto dire, citando le parole della Madonna: “Ecco la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”.

         È un segno della presenza di Dio quello di farci fare altre cose che noi non volevamo fare o che non avevamo programmato di fare, ma che facciamo perché lui ci chiama a farle.

         II. Gesù è entrato nella vita del nostro santo padre s. Francesco

Era un ragazzo come gli altri. Se aveva un’inclinazione era quella di vivere sempre solo, di fare l’eremita.

Poiché voleva conoscere la vita degli eremiti, va a Monteluco, vicino Spoleto, va a Monte Cassino, interroga e decide: voglio fare l’eremita.

Mette in esecuzione il suo piano: va veramente in una grotta.

Gesù entra nella sua vita e gli modifica i piani. Forse il termine modificare i piani non è esatto, glieli strappa proprio, scombussola ogni cosa. Immaginate un generale che al suo tavolo di lavoro fa i suoi piani. Il Signore si avvicina e gli dice: Mi vuoi seguire? Vieni qua. Prende i suoi piani e glieli strappa, poi gli dice: adesso fai quello che ti dico io.

A diciannove anni il Signore gli chiede di dare un’impostazione diversa alla sua vita. Beato lui che ha detto: Ecco il tuo servo, si faccia di me secondo la tua parola!

                 III. Gesù è entrato nella mia vita

 Cosa dovevo fare? Il contadino. Ricordo che uno degli ultimi mesi di scuola, il mio maestro di quinta elementare domandò a ciascuno di noi che cosa avremmo fatto nella vita. Io domandai a casa: cosa debbo fare?

Mio padre mi disse:- Quello che faccio io farai tu. Cosa poteva rispondere?

I miei fratelli mi presero in giro: che, vuoi diventare professore?

Al mio maestro dissi: devo fare il contadino. Allora quelli che dovevano continuare gli studi li mise ai primi due banchi, quelli che non dovevano continuare, tra cui ci stavo io, li mise dietro. Ci dava un problema e noi facevamo il problema, tanto per occupare il tempo, mentre quelli davanti facevano l’analisi grammaticale, l’analisi logica, perché dovevano fare gli esami di ammissione. Cosa devi fare? Il contadino. Io queste cose ve le dico con sincerità, voi disprezzatemi pure, ma io sono orgoglioso di poter cantare le lodi di Dio.

Arriva il 20 settembre dello stesso anno, già ero andato in campagna, avevo già raccolto le mandorle e tutto, entra Gesù nella mia vita e dice: Cosa devi fare, il contadino? Vieni e seguimi! Dove? A Paola!

Dovevo fare una cosa, sto facendo un’altra. Da chierico non vedevo l’ora di andare a Roma, avevo sempre sospirato Roma per tante ragioni, non solo per vedere il Papa, ma anche per gli studi, per partecipare dell’universalità della Chiesa.

Vado a Roma. Entra lui nella mia vita con una malattia grave e mi dice: a Palermo, in Sicilia! Lì per lì, vi dico la verità, ho sofferto assai, ho sofferto anche perché l’attuale Padre Generale, Padre A. Lia, col quale ero intimo amico, e che era andato anche lui a casa per malattia era ritornato a Roma; mentre io a Roma non sono ritornato. Sono dovuto partire per Palermo; ma vi dico: si soffre!

Mentre san Pietro da Roma se ne tornava a Napoli, incontrò Gesù: Signore, dove vai?

– Vado a Roma a farmi nuovamente crocifiggere.

– Vengo anch’io con te.

Siete capaci di dirle queste parole? C’è tutta la tristezza, l’abbandono, la sofferenza umana.

Dovrei essere un padre di famiglia con una moglie che mi ha tradito per capire il travaglio di Giuseppe. Io non lo capirò mai il travaglio di quest’uomo. Questo è cambiare strada!

Quando si prendono delle decisioni secondo Dio c’è da soffrire, da versare lacrime, però è un’altra vita.

Vengo con te! Pietro ha cambiato strada. Lui non sapeva che lo attendeva la crocifissione. È andato a Roma a predicare; giorno dopo giorno è arrivato alla crocifissione. Era molto più facile e più semplice l’altra vita, quella che avrebbe menato se fosse andato a Napoli, là avrebbe avuto tutte le sue soddisfazioni, sarebbe morto di vecchiaia, ma non era quella la via di Dio.

Quando entra Gesù nella nostra anima, sconvolge tutti i nostri piani e, vi dico, li sconvolge giorno per giorno.

Diventato sacerdote, la mia aspirazione era di essere professore. Mi volevo laureare in matematica; mi piaceva. Se n’è venuto lui e ha detto: seguimi, la tua strada è un’altra.

Quale? Quella che io non avevo mai pensato, né l’avrei potuto pensare perché non avevo l’inclinazione naturale di interessarmi dei bambini. Io odiavo i bambini, permettetemi questa espressione, cioè non mi sentivo attratto verso di loro. Verso i giovani, i laureati, i grandi sì, ma verso i piccoli no.

Il piano di Dio è diverso dal piano nostro! Dio entra, ti fa soffrire, ma ti rende felice.

Voi farete le vostre osservazioni sulla vostra vita. Anche per voi c’è stato un giorno quando Dio è venuto e ha detto: finiamola con queste stupidaggini, con queste storie!

– Signore, che debbo fare?

– Non ti preoccupare, io avanti e tu dietro; seguimi!

– Ma domani che debbo fare?

– Te lo dirò domani, oggi fai questo.

Non vi preoccupate se vi chiede cose contrarie alle vostre inclinazioni naturali, cose che non volete accettare perché vi fanno soffrire, cose ripugnanti; non vi preoccupate, c’è Dio. Leggete l’Antico e il Nuovo Testamento e vedrete che sempre Iddio ha chiesto ai suoi figli, per prima cosa l’atto di fede, anche quando doveva fare i miracoli. È arrivato a dire che chi crede si salva e chi non crede si danna. Ha sunteggiato in una sola frase, in una sola parola il piano della salvezza: credere!

Credere significa non vedere, o se mi permettete, credere significa vedere il contrario di quello che vuole Gesù.

CONCLUSIONE

Fatevi questa domanda: Gesù è entrato nella mia vita? Ha sconvolto tutti i miei piani? Se la vostra risposta è sì, ringraziate il Signore, e senza fare programmi ditegli: Ecco la serva tua, fa’ di me quello che tu vuoi!

Il giovane ricco disse: Non mi conviene!, e di lui nessuno ne parla; Pietro, Paolo, Giuseppe, k hanno detto di sì e sono grandi.