Novena a Gesù Bambino – Ti lodo, o Signore! – Lc 1, 46-55

Lc 1, 46-55 – I sentimenti della Vergine alla nascita del Cristo

Lc 1, 46-55 – La Vergine è grande per dono di Dio – 2011

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Grottaglie, 1985

I SENTIMENTI PIU’ PROFONDI

DELLA VERGINE SANTISSIMA

DOPO L’INCARNAZIONE DEL VERBO

(Lc 1, 46-55)

  1. I sentimenti della Vergine sono espressi nel Magnificat

 Più di una volta mi sono posto questa domanda: Che cosa pensava e che cosa diceva Maria SS. delle opere meravigliose che aveva Dio operato nel suo cuore? Perché della Madonna dal vangelo non sappiamo niente; non conosciamo se non pochissime sue parole. Gli avvenimenti che la coinvolgono sono diversi, ma le parole sono pochissime.

Ebbene, la Madonna dice moltissime parole proprio nell’incontro con santa Elisabetta, quando già lei era diventata la mamma di Dio.

Poiché a santa Elisabetta era stato svelato il mistero dell’Incarnazione del Verbo per opera dello Spirito Santo, la Vergine SS. non ha potuto fare a meno di esprimere al di fuori quei sentimenti che aveva dentro, perché più grande è una notizia che ci prende, più facilmente diventiamo loquaci.

La cosa della quale io mi meravigliavo era proprio questa: come ha fatto questa donna, una ragazza di quindici anni, a non rivelare a nessuno il mistero che si era compiuto in lei? La Madonna aveva quindici anni, celebriamo infatti il bimillenario della nascita di Maria Santissima. È nata quindici anni prima di Gesù Cristo. Fra quindici anni sarà il duemila. In tutto il mondo si celebra il bimillenario della nascita di Maria SS., quindi aveva quindici anni.

Ebbene Maria SS., una ragazza di quindici anni, che sa di essere diventata la mamma di Dio, di essere la piena di grazie, che il demonio non ha mai avuto il sopravvento su di lei e che è la più bella anima che Dio abbia creato da quando il mondo è mondo e fino a quando il mondo sarà, pensate era mamma e nel medesimo tempo era vergine, una notizia così grande non la va a dire nemmeno a san Giuseppe, il suo sposo.

È vero, sì o no, che la moglie dice tutto al marito, soprattutto le cose grandissime? Sai niente? Abbiamo avuto un miliardo! Come, tu tieni nientedimeno un miliardo di miliardi e non lo dici neanche a tuo marito? Dobbiamo dire: al tuo sposo, perché san Giuseppe non è stato mai marito; sposo sì, perché il loro è stato un matrimonio verginale.

Non lo ha detto nemmeno a lui, nemmeno alla mamma, al padre, a nessuno. Immaginate quale virtù aveva Maria SS.; quale concetto di bassezza aveva dinanzi a Dio: Lui tutto, io niente. Sono indegna! Difatti dice: “Ha guardato l’umiltà della sua serva”, non ancella, serva!

Non ha detto mai niente a nessuno. Questa invece è l’unica volta che parla, essendo stata scoperta da santa Elisabetta. Come mai la madre del mio Signore è venuta a me?

L’ha detto chiaro chiaro: La madre del mio Signore, la madre di Dio è venuta a me. Quindi lo Spirito Santo le aveva rivelato che Maria SS. era la madre di Dio.

Allora Maria SS. non ha potuto fare a meno di dire quello che ha detto. Nel Magnificat ci sono i sentimenti più profondi di Maria SS. dinanzi alla contemplazione di questo mistero di cui lei era l’artefice, insieme con Dio.

Aveva lasciato Nazaret ed era andata ad Ain-Karim, aveva impiegato certissimamente dai tre ai sei giorni di cammino; dentro di lei aveva il Figlio di Dio, e lo sapeva. Che cosa faceva? Lo adorava: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”.

Questi erano i due sentimenti di Maria SS., non ce ne erano altri.

  1. Maria loda Dio per le meraviglie che ha operato in lei

 “L’anima mia magnifica il Signore”. Magnificare il Signore significa lodare il Signore, ringraziare il Signore.

La lode non è della creatura; la fa la creatura, ma la lode è del Creatore. E Dio vuol essere lodato. Vuol essere lodato perché ha creato il cielo e la terra. Vuol essere lodato perché ci dà da mangiare. Vuol essere lodato perché ci dà la vita, il sole, l’acqua, perché ci ha dato i genitori, perché ci ha dato i figli. Che cosa non ci ha dato? Tutti i doni, di natura e di grazia, sono suoi.

Lo chiama “Signore”, cioè padrone. Nessuno può essere Signore, cioè padrone, se prima non ha creato, e se non è in possesso delle cose. Io sono signore e padrone di questo libro perché il libro è mio.

Se la Madonna lo chiama Signore, senza nessun attributo, intende riconoscerlo Signore dei signori, Padrone dei padroni, Dominante dei dominanti, perché tutte le cose che stanno nei cieli, sulla terra e sotto terra, sono state create da Lui, e nessuna può esistere senza l’intervento di Dio. Ecco perché la Madonna non ringrazia e non loda Dio soltanto perché l’ha fatta mamma di Dio, ma lo loda, lo esalta e lo ringrazia per tutti i doni, per tutti i doni di natura: la creazione dell’uomo e di tutte le cose; e per tutti i doni di grazia che aveva operato in lei.

Le parole che esprime Maria SS. sono simili al suono di un’orchestra fatta di tutte le creature animate e inanimate, quelle che stanno sulla terra e sottoterra. È un’orchestra fatta di miliardi e miliardi di creature che suonano e cantano all’infinita misericordia di Dio, all’infinita grandezza di Dio, all’infinita beneficenza di Dio. Ecco perché è la più grande delle creature.

Il mio ringraziamento non è nulla dinanzi a quello di Maria. Io dico: Signore, ti ringrazio perché sono stato promosso in quarto liceo, perché mi hai dato il posto! Che cosa è il mio ringraziamento? Appena appena un filo di voce.

Chi vuole capire la lode della Vergine a Dio, deve capire l’inno di benedizione e di lode che cantiamo a Lodi ogni domenica: Lodate il Signore, benedite! Lodate il Signore tutte le creature: la notte, il giorno, gli astri! È l’inno di Lode di Daniele.

La Madonna non si unisce alle creature per lodare Dio, ma diventa la sintesi di tutte le creature, per mezzo delle quali loda Dio.

In altri termini tutto ciò che Dio ha fatto a me e ha fatto a voi, già ha ricevuto la lode e il ringraziamento da parte della Madonna. È la sintesi, perché dentro questa creatura c’è tutto il creato, c’è anche il Creatore. Dentro di lei aveva il Verbo di Dio che si è rivelato. E in Cristo la sua voce, unita a quella del Cristo che stava dentro di lei, diventa la voce di tutte le creature.

Questo significa “l’anima mia magnifica il Signore”: non sono io, ma sono io col Cristo; e poiché il Cristo è infinito, la lode che esce fuori dalla mia bocca per il mio Creatore è una lode infinita.

  1. Maria esulta in Dio

 Il secondo sentimento della Vergine è un sentimento di esultanza e di gioia.

“Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”. Sono contenta, allegra; cantate, sta per dire la Madonna. La gioia si esprime infatti per mezzo del canto, per mezzo del suono, per mezzo del ballo. Cantate, suonate, ballate con me ed esprimete tutti i sentimenti che volete. Esultate di gioia! Esultare, esaltare, danzare, ma di gioia però.

San Giovanni Battista esultò di gioia nel seno di Elisabetta. Questa volta esulta di gioia Maria SS.

“Esulta in Dio, mio salvatore”. Il nostro Dio è un Dio che salva. Chi salva? Coloro che si erano perduti.

La prima creatura che ha salvato è stata la sua mamma, ecco perché in cielo tutti quanti canteremo e suoneremo alla misericordia infinita di Dio.

Se la Madonna, che è la tutta pura e la tutta santa, dice che è stata salvata dal suo Cristo, che cosa dobbiamo dire noi che veramente abbiamo peccato, mentre lei non ha mai peccato? è stata fatta esente dal peccato originale in previsione dei meriti del suo Figlio. È stata salvata prima che nascesse, prima che fosse concepita, mentre noi siamo stati salvati dopo la concezione e dopo la nostra nascita, e siamo continuamente salvati man mano che viviamo, man mano che pecchiamo. Maria SS. non ha mai peccato, ma noi continuiamo a peccare.

La preoccupazione di Maria SS. dinanzi a questo mistero era che lei e tutti gli uomini si salvassero. E adesso, lei, guardando il suo seno dice: Il Salvatore ce l’ho io. Il Salvatore è venuto, rallegratevi!

Ecco perché gli Angeli cantavano sulla grotta di Betlemme e dicevano: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 14).

“Vi annunzio una grande gioia: oggi vi è nato un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2, 10-11).

Questo era l’uomo che si aspettava, che ci doveva salvare. Adesso ce l’ha Maria SS., ecco perché esprime sentimenti di gioia e di esultanza.

Da questo momento, fino alla fine del mondo, non ci sarà più un uomo che se non vuole, si possa perdere. Tutti ci possiamo salvare. Anche se peccheremo e continueremo a peccare, Dio ci salverà; perché Dio non ci salverà per amore, ma per misericordia.

“Di generazione in generazione si stende la tua misericordia”. Non ci sarà uomo, non ci sarà generazione sulla quale non si stenderà la misericordia di Dio, come velo che copre, come nuvola che adombra, come mare che sommerge, perché Dio è venuto nell’amore, ma è venuto nella misericordia. Sa di che siamo fatti, sa che siamo polvere e sa che siamo peccatori. Ebbene, questo peccato e questa polvere è redenta da Cristo, interamente, oggi e sempre.

conclusione

Maria SS. ci fa vedere quanti doni Dio ci ha dato. Ce ne ha dato moltissimi, mentre alcuni dicono di non aver avuto niente.

Nell’ordine della natura basta confrontarsi, per esempio, con chi è cieco, con chi non ha le gambe, con chi è malato, con chi non ha i capelli. Ci ha dato gli occhi, le gambe, la salute, la volontà, l’intelligenza, i genitori, i parenti, il paese, l’aria che respiriamo, i soldi che abbiamo, tutto, tutto, tutto!

Abbiamo infiniti doni per lodare Dio, per ringraziare Dio che ci ha dato tutto; ma soprattutto dobbiamo esultare per i doni dati agli altri. Nessuna invidia, ma soltanto gioia, perché i doni dati agli altri non arricchiscono soltanto i nostri fratelli, arricchiscono anche noi. Se non ci fosse stato il calzolaio, il dono dato a quell’uomo, io non potrei camminare, perché senza scarpe; se non ci fosse stato il sarto io non potrei uscire, perché senza vestiti, e così per tutti gli altri. I doni dati agli altri sono anche per noi.