Novena a Gesù Bambino – Nasci nel cuore di tutti gli uomini – Lc 1, 15-17. 39-45

da un’omelia di P.Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 21.12.1997

 

LO SPIRITO SANTO

(Lc 1, 15-17. 39-45)

Che cosa fa la catechista quando è piena di spirito santo

 Il vangelo dice di Giovanni Battista: “Sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto” (Lc 1, 15-17).

Con queste parole Dio ha parlato agli uomini di ieri; oggi con queste parole parla a noi.

           “Sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre”

 Queste parole valgono per tutti i cristiani; ma io ora parlo a voi, per cui dico: la catechista sarà piena di Spirito Santo.

Avete la pienezza dello Spirito Santo, che avete ricevuto col santo battesimo. Non vi rammaricate perciò pensando a Giovanni Battista. Anche voi, non dal seno della mamma, ma da quando i vostri genitori vi hanno portato in chiesa e vi hanno dato il santo battesimo, avete ricevuto la pienezza dello Spirito Santo.

Come Gesù, quando fu battezzato da Giovanni Battista, fu pieno di Spirito Santo; come Elisabetta, alla presenza della Vergine che portava nel seno il suo Gesù, fu piena di Spirito Santo, così voi ed io abbiamo avuto la pienezza dello Spirito Santo nel giorno del santo battesimo. Ed io aggiungo che questa pienezza si ripete ricevendo l’Eucaristia ogni giorno, la Penitenza ogni quindici giorni, la Cresima una volta nella vita. Quando noi abbiamo ricevuto questi sacramenti, si è ripetuta nell’anima nostra la presenza dello Spirito Santo nella sua pienezza. Io ho avuto un sacramento in più, che è l’Ordine Sacro, e si è ripetuta in me la venuta dello Spirito Santo nella sua pienezza.

L’essere pieni di Spirito Santo è la premessa della vita cristiana. Non potremo fare tutto quello che Giovanni ha fatto, se prima non abbiamo la pienezza dello Spirito Santo, che si riceve mediante i sacramenti.

           “Ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio”

 La catechista ricondurrà molti figli d’Israele (il nuovo Israele è la Chiesa) al Signore Dio con il suo apostolato.

Voi fate l’apostolato catechistico, fate anche l’apostolato occasionale, sempre con la Parola di Dio, nell’ambiente in cui vivete, nelle circostanze in cui vi trovate. Fate questo apostolato sempre per ricondurre “molti figli d’Israele al Signore loro Dio”.

Questi “molti” sono tutti quelli che vi avvicinano o tutti quelli che voi avvicinate con l’apostolato catechistico; sono quelli che il Signore vi farà conoscere e vi farà avvicinare.

La catechista ricondurrà molti figli d’Israele, cioè tutti i figli di Dio, al Signore loro Dio. Li riporterete voi a vivere la stessa vita che ci ha comunicato Dio per mezzo dei sacramenti: vita di grazia, vita di santificazione, vita di conversione, vita di salvezza.

In altri termini, quando avvicinate qualcuno dovete sempre avere questi fini: conversione, santificazione, vita di grazia, salvezza. Ecco perché non accetto le favole al catechismo, non accetto il gioco, né accetto che in quell’ora sia fatto il teatro o la rappresentazione. Deve essere trasmesso il messaggio di Dio con la Parola di Dio. Le altre cose fatele, ed è bene che le facciate, ve le benedico, e prima di me ve le ha benedette la Chiesa, però sono marginali, sono complementari. Il formaggio sul piatto di pasta, non è la pasta. La pasta è la trasmissione del messaggio fatto con la Parola di Dio.

Abituatevi ad avere sempre presente il fine per cui fate la catechesi. A me piacciono gli aerei a reazione, in modo particolare, perché mi rappresentano la catechista che parte da Dio e arriva a Dio nel più breve tempo possibile, con una linea la più retta possibile. Ella ha un solo fine: partire da Dio per arrivare a Dio, alla salvezza. Quindi non la cultura, non l’apparenza, non la bella figura, non il servizio al parroco Tizio o al parroco Caio, ma il servizio di Dio.

           “Per ricondurre i cuori dei padri verso i figli”

 La catechista porterà la pace in famiglia, tra padri e figli.

Dovete incominciare dalla vostra famiglia a portare la pace, con tutti i mezzi che il Signore mette a vostra disposizione: preghiera, sacrificio e amore. Se non riuscite nella vostra famiglia, non riuscirete a portare la pace in nessuna famiglia.

Io immagino questo apostolato come tanti cerchi concentrici, prodotti da una pietra caduta in uno stagno. Quando voi arrivate in un luogo siete come la pietra caduta nello stagno. Da dove dovete incominciare? Da quelli che sono vicino a voi: papà, mamma, fratello, sorella, nipote, cugino, zio, nonno. Poi i vicini di casa, i lontani, il parroco, la parrocchia, i ragazzi. Tanti cerchi concentrici: si incomincia dal cerchio più vicino a noi per arrivare al cerchio più lontano. Prima però di pensare agli altri, compresi i vostri parenti, partite da voi stesse. Dovete essere in pace voi con Dio, voi col prossimo e volere la pace tra sorelle, fratelli, e tutti gli altri. La prima pace da realizzare è stare in buoni rapporti con Dio. Non ci sarà mai pace con gli altri, né con se stessi se non si incomincia dalla pace con Dio. Quindi prima con Dio, poi col prossimo.

           “Per ricondurre i ribelli alla saggezza dei giusti”

 La catechista  deve pensare ai peccatori. Ricondurre i ribelli alla saggezza dei giusti significa che c’erano degli uomini giusti, che si sono allontanati da Dio, e che ora bisogna ricondurre a Dio.

Colui che pecca, ricordatelo sempre, è un ribelle nei riguardi di Dio, non è un pacifico. Adamo ed Eva hanno trasgredito l’ordine di Dio, hanno disobbedito: sono dei ribelli dinanzi a Dio.

Dovete abituarvi a vivere di fede, secondo come Dio ha detto, e dovete pensare ai peccatori, perché ritornino a vivere in quella grazia che hanno ricevuto nel Battesimo, che hanno ricevuto nel sacramento della Penitenza, e perché poi continuino a vivere nella grazia che hanno ricevuto nell’Eucaristia.

I peccatori devono ritornare ad osservare i dieci comandamenti, e sarete voi che li ricondurrete alla saggezza dei giusti, perché chi osserva la legge di Dio è sapiente, è saggio. Così ha detto Gesù nel vangelo.

Questo lo dovete fare con la preghiera, con la sofferenza e con l’amore, che noi chiamiamo riparazione. Voi avete il carisma penitenziale, e il terzo grado è la riparazione. Dovete riparare con la preghiera: pregando per loro; con la sofferenza: soffrendo per loro; con l’amore: amandoli, sacrificandovi per loro; con la Parola di Dio che è lo strumento che Dio ha messo nelle vostre mani anche per la conversione dei peccatori.

           “Camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia”

 Voi catechiste siete le messaggere che portano il messaggio di Cristo. Prima venite voi, poi arriva il Cristo. La vostra vita sia sempre un Avvento che prepara l’Incarnazione del Cristo nelle anime. Questo lo dovete fare con lo spirito e la forza di Elia.

Lo spirito di Elia è la franchezza. Elia ha sfidato i sacerdoti e i falsi sacerdoti; ha sfidato i profeti e i falsi profeti; ha sfidato il re Acaz, ha sfidato la regina Gezabele, non ha guardato in faccia nessuno. Ha servito Dio nella genuinità più assoluta, senza guardare alle conseguenze che potevano derivare dai suoi atti. Così dovete fare anche voi. Più di una volta sono stato minacciato anch’io, ma ho continuato a parlare.

La forza di Elia è la fortezza. Era pronto a morire, pur di proclamare l’autenticità del vero Dio. Ha avuto la forza di affrontare tutte le difficoltà, compreso il digiuno per quaranta giorni e quaranta notti, il deserto, il lungo cammino; la forza per sfidare i soldati mandati dal re Acaz contro di lui; la forza di chiedere a Dio anche lo straordinario: non far piovere per dimostrare che Dio era il Dominatore, il Re dei re e il Signore dei signori; far scendere anche il fuoco che avrebbe bruciato i nemici di Dio.

Anche Paolo chiedeva queste due grazie: la franchezza di annunciare il Cristo e il Cristo crocifisso, e la fortezza di affrontare qualsiasi persona senza temere e senza aver paura di nessuno, neanche dei potenti della terra.

           “Per preparare al Signore un popolo ben disposto”

 Dice la S. Scrittura: “Preparare al Signore”. Significa amare Dio, mettere al primo posto Dio. I doveri verso Dio devono essere i primi doveri che voi dovete insegnare: la preminenza dell’amore di Dio, la priorità dei doveri verso Dio, la priorità della preghiera e la rettitudine d’intenzione, fare le cose per Iddio e non per gli uomini.

            Conclusione

Fate l’apostolato sempre col fine penitenziale, cioè per convertire, per santificare.

Che la vostra vita sia sempre un “Avvento” che prepara l’Incarnazione del Verbo nelle anime.