Mio cuore sii tu la culla del mio Signore – Mt 21, 23-27

Mt 21, 23-27 – La salvezza è anche per i suoi nemici – 2011

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 

 

LA DISPOSIZIONE DI ANIMO

PER ANDARE

INCONTRO AL NATALE

(Mt 21, 23-27)

  1. Esamineremo due episodi della S. Scrittura per vedere le disposizioni con cui bisogna mettersi dinanzi a Dio

Il primo riguarda la domanda che i sommi sacerdoti pongono a Gesù: “Con quale autorità fai queste cose?”. Gesù aveva scacciato dal tempio i profanatori, dicendo che la casa del Signore è casa di preghiera e non di ladri, perché commerciavano. Il secondo episodio riguarda la profezia di Baal che era un indovino pagano, non un profeta. Era stato chiamato ai confini della Palestina dal re degli Ammoniti, per maledire il popolo di Israele che stava per entrare, attraverso il loro territorio, nella terra promessa. Questo indovino si mette nella condizione di poter capire le intenzioni di Dio, e Dio lo investe col suo spirito; da indovino diventa profeta, e invece di maledire il popolo, dice le stesse parole che dice Dio e lo benedice.

  1. Gesù nasce in chi è docile allo Spirito Santo

Gesù fra pochi giorni verrà. Perché Gesù entri nei vostri cuori, nasca e soprattutto rimanga, perché non basta farlo nascere se poi uno subito dopo lo uccide, è necessario avere questa disposizione di animo: essere docili allo Spirito Santo. Anche se uno è pagano, anche se uno è peccatore, anche se uno è lontano da Dio, se si mette dinanzi a Dio con questa docilità di animo, Dio entra nel suo cuore e lo converte. Chi invece non è docile dinanzi a Dio, non si mette in questa condizione, e purtroppo Dio non parla. Ecco l’aspetto negativo.

  1. Dio non nasce nel cuore dei superbi

I sommi sacerdoti erano nemici di Gesù. Egli parlava bene e operava bene, loro invece che cosa fanno? Lo chiamano in giudizio e gli fanno la domanda: con quale autorità tu fai queste cose? Gesù non dà loro la risposta, perché non erano docili allo Spirito Santo. Si erano messi in contrasto con Dio, e chi si mette in contrasto con Dio non sentirà mai la voce di Dio, proprio mai. In altri termini Gesù è il giudice supremo, non è mai un imputato che deve rendere conto agli uomini, che si fanno giudici. Dio è giudice, l’uomo è sempre imputato. Questi invece cambiano le

carte in tavola, loro si fanno giudici e chiamano Gesù a rendere conto del suo operato. Questo, Gesù non lo accetta. Solo una volta, quando aveva trentatre anni, si è presentato come imputato dinanzi ai giudici e si è fatto condannare. Però lo ha fatto una sola volta, per salvare tutti gli uomini, dopo non lo ha accettato più e non lo accetta più.

CONCLUSIONE

Chi si mette in contrasto con Dio, chi lo interroga sul suo operato, non avrà la nascita di Gesù nel suo cuore, né lo ascolterà giammai, perché Dio tace. Invece a chi è docile, a chi si mette nelle condizioni di dire: “Signore fa’ di me quello che vuoi”, Dio parla. La docilità è la disposizione di animo per andare incontro al Natale. La superbia che si traduce in controversia con Dio, è una disposizione di animo che non fa entrare nel clima natalizio. Scegliete!